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mercoledì 17 settembre 2003

Le tentazioni dell’ex cliccatore

“Ma comunque da qualche parte nella lista… ci sono anch’io, vero?”.
“Vuole vedere dove è? Aspetta. Come ha detto che si chiama?”
“Ognibene. Grazie mille”.
“Ognibene, Ognibene, Ognibene…”
(Sta scrollando un file excel da un mega. Non ci posso credere)"…Ehm, scusa, ma non è in ordine alfabetico?”
“Eh, no, magari”
(Basterebbe un clic… diglielo che basterebbe un clic! Diglielo!) “…Ma perché non fa Control più Effe, scusa?”.
“Eh?”
“Ha ragione, mi dispiace. È che una volta io lavoravo coi pc, e allora m’impiccio sempre… senta, mi farebbe una cortesia?”
“Prego”.
“Ha presente il tasto in basso a sinistra della tastiera?”
“Il citierreelle?”
“Quello lì. Lo terrebbe premuto per un momento?”
“Perché?”
“Intanto, con un altro dito, potrebbe premere il tasto effe”.
“Ma è sicuro? Guardi che se si blocca tutto, qui…”
“Le do la mia parola d’onore. Ma ora dovrebbe essere comparsa una piccola finestra”.
“Questa qui?”
“Ecco. Potrebbe digitare il mio cognome?”
“Maiuscolo o minuscolo?”
“Min… non importa. E premere il grande tasto a destra, quello col freccione”.
“Il tasto Invio”.
“Ha ragione, mi scusi”.
“Ehi, trovato!”
“Sì? E dove sto?”
“Ma è fantastico! L'ho trovata in dieci secondi, di solito ci metto sempre…”
“…dieci minuti”.
“Anche di più. Citierreelle effe. Aspetta che me lo scrivo. Ma sa che è proprio bravo lei? Ha fatto un corso?”

Ho fatto un corso, sì, a tredici anni al circolo Acli correvo dietro a flotte di astronavi: bang, ziip! Le facevo secche tutte. O pacman nel labirinto: col tempo impari quale percorso fare, ce n’è uno più breve degli altri e prima o poi lo trovi e non lo scordi più. I cliccatori imparano così, ma poi tanti si perdono per strada. Vanno a scuola e s’imbottiscono di nozioni inutili, latino, informatica, inglese, quando tutta la nostra sapienza è nelle dita. Le dita sanno dove andare. Le dita trovano il percorso giusto. Solo l’esercizio, e il sangue freddo: tutta la nostra sapienza è nelle dita.
O mi sbaglio? Se il tuo lavoro di dieci minuti io so farlo in dieci secondi, allora non sono del tutto un incapace. E che non sia questo, allora, il mio destino? La mia vocazione, la mia goccia nel Prodotto Interno Lordo? E io e te, se ci scambiassimo di posto? Vacci tu al corso, al colloquio, al concorso, prendi il mio cognome, è sulla lista, né troppo avanti né troppo indietro. E io verrò qui al posto tuo, farò un po’ di citierreelleeffe: non mi annoierò, no, è come sparare ai marziani. Rilassa.
E poi la sera torneremo ai rispettivi cognomi. Sarà il nostro segreto, non vuoi?

“Lei comunque sta al seicentosettantanove”.
“Un po’ in là, eh?”
“C’è di peggio, comunque”
“Eh, al peggio non c’è limite”.
“Ma la ringrazio per la dritta. Citierreelleeffe. Ma tu pensa. Lei dovrebbe lavorare coi computer, sa”.
“Ci penserò”.
“Ci pensi”.

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