Karaoke esistenziale, ciack! 1.
Io che non sono l’imperatore
io che non scendo a patti con te
io che fui espulso da tutte le scuole
pretendo il meglio di quello che c’è
La posta in gioco non vale la pena
ho fatto i conti e non tornano mai
ho fatto pure la prova del nove
e intanto nuoto in un mare di guai
I conti in banca li han fatti saltare
tutti in soffitta a pregare per tre
chi ha visto il piano regolatore
ha detto: “Bravo!”, ma ride di me
Sperequazioni tra lazzi privati
io sono il primo col pollice in giù
ma chi mi dice che è tutta una scena
e poi sono quello che imbroglia di più
Chi mi assicura che a un dato momento
scendo dal treno e ti dico di no
muovo gli scacchi a seconda del vento
non in funzione di quello che so
I capotasti li ho tutti provati
il tempo toglie più di quello che dà
sono a tre quarti e c’ho l’acqua alla gola
quell’altro quarto chissà che sarà
Quell’altro quarto mi spacca la mente
è un razzo bianco, son meglio di noi
fanno paura ai preti e alla gente
scappa al segnale, scappa! Più forte che puoi
Sono sicuro che c’era qualcuno
ho fatto carte false per te
ho già tentato anche un colpo di mano
ma qui il motto è: Ognuno per sé
A cosa serve un amico pompiere
di punto in bianco mi parli col tu
hai visto giusto, era un vecchio marpione:
salamelecchi, ma niente di più
Meglio lavarsi con acqua salata
se non ti basta l’affetto che dai
se i presupposti da cui sei partito
sono crollati per quello che fai
Se fossi certo del libero arbitrio
se fosse inverno e lei stesse già qui
se gli altri in coro facessero scudo
eviterei di parlare così
Se mi arrabatto a parlare latino
non è questione d’ingenuità
non sono certo che porti fortuna,
non sono certo – ma tanto che fa
Tanto il concetto non cambia colori
tanto il postino direbbe di no
e se bastasse soltanto una vita
e se bastasse soltanto una vita
sarei contento,
per quello che ho.
Edoardo Bennato, 1975.
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