Anche tu, Martin Lutero
1. Io sono soltanto un povero blog – ogni tanto è bene ribadirlo, specie quando si vola un po' troppo in alto. Stasera c'è la Sacra Scrittura in cartellone. (Sembra incredibile, ma oggigiorno la Bibbia e il Corano tirano più del Dibbattito sulla Sinistra).
2. Per prima cosa, io sto dalla parte dei Libri. Tutti i libri, sacri e no. I Libri non uccidono nessuno. Nessun Libro può costringerti a fare del male a qualcuno. Al massimo può suggerirtelo, ma ehi, sei maggiorenne, non puoi più nasconderti dietro a un Libro. Se fai del male, la responsabilità resta tua (e cos'è il male? Bella domanda).
Prendiamo Theo Van Gogh. Non è stato ucciso dal Corano, ma da un uomo, da degli uomini. Il fondamentalismo islamico, le violenze sulle donne, la repressione nelle repubbliche islamiche e negli emirati, non sono conseguenze del Corano, ma delle azioni degli uomini. Il Corano è pieno (anche) di parole di tolleranza, e nella Bibbia c'è (anche) il materiale per dichiarare centinaia di Guerre Sante e reprimere milioni di donne. Quel che fa la differenza tra noi e loro, non è un Libro. È una lunga serie di parametri economici, di sconfitte sociali, di nodi che sono rimasti irrisolti in tutti i Paesi in Via Sviluppo. È normale che questa crisi prenda le forme di un ritorno di massa alla religione 'integrale': è stato così per millenni, anche da noi. Anzi, dovremmo evitare che ci accada di nuovo in tempi brevi.
3. Semmai, la differenza sta proprio in questo: che loro hanno ancora un Libro, e lo leggono. Noi no. Anche se è ancora su uno scaffale alto in tutte le case.
Ma non lo leggiamo più. Al massimo, quando proprio dobbiamo, lo "interpretiamo". Siccome molto spesso non ci riconosciamo in quel che è scritto, dobbiamo "interpretare" molto. Fortunatamente, il nostro Libro è suscettibile di "interpretazioni" anche molto libere, mentre il loro Libro no (questo, almeno, secondo il teologo e islamologo Vittorio Feltri).
Così, un versetto misogino che sul Corano crea allarme sociale, nella Bibbia suscita al massimo un coro di "sì, ma va interpretato…", "bisogna capire il contesto…", ecc. Altro che semplici cristiani, siamo tutti storici del cristianesimo, qui. Tutti esegeti biblici. Tutti Martin Lutero.
4. Quando penso a Martin Lutero, in realtà penso a due persone diverse.
La prima è un giovane monaco smilzo, che indossa un cilicio per scontare peccati immaginari, e ha paura di tutto: dei fulmini, della morte, del sesso, del diavolo.
Il secondo è un signore robusto, padre di famiglia, dalla pinguedine sospetta, che ha tutta l'aria di trovarsi a suo agio in questo mondo. Cosa è successo in mezzo? La scoperta della Grazia. Non conosco abbastanza la storia per sapere se fu un evento traumatico o graduale, ma il cambiamento è comunque spettacolare.
Prima avevamo un ragazzino alla presa con domande tormentose: Esiste un Dio? E mi vuole bene? E, io voglio bene a Lui? Cos'è il Peccato? Dopo, un simpatico signore che ha deciso che Dio c'è, ed è dalla sua parte.
E voi, da che parte state?
5. Quando andai in Scozia, mi capitò di andare a un paio di liturgie della locale chiesa protestante. Solo un paio di volte, per cui sarò costretto a generalizzare.
In quella situazione caso quel che mi ha stupito di più sono le parole degli Inni. In quella chiesa non facevano che cantare: Dio è grande, Dio è con me, ho trovato la via, wow. Una cosa entusiasmante, sul serio. E il sermone del pastore era sullo stesso tono.
Ora, non so se avete presente le canzoni che si cantano in una qualunque chiesa cattolica la domenica, ma vi garantisco che all'80% sono variazioni sul tema: Dio mio, che razza di povero piccolo peccatore che sono. Quando poi il prete attacca l'omelia, non fa che ribadire il concetto: ragazzi, quanti stupidi peccati avete fatto questa settimana? Perché non date più retta a quel che dice Gesù, eh, non avete sentito il Vangelo?
Una liturgia piuttosto demoralizzante, specie se ripetuta per tutte le domeniche di una vita. Ma i cattolici sono fatti così: hanno bisogno di sentirsi nel Peccato, è parte della loro quotidianità. Quello che li spinge a migliorarsi, e nei casi peggiori a tormentarsi, è l'idea di doversi liberare dal Peccato. E cos'è il Peccato? Bella domanda.
Come i cattolici vivono nel Peccato, i Protestanti vivono nella Grazia. Loro, se vanno in chiesa la domenica, è per sentirsi parlare della Grazia. Quanto al Peccato, non è più così difficile da individuare. È Peccato tutto quello a cui hanno rinunciato da quando vivono nella Grazia. Può essere il sesso, la droga, l'alcol, o qualsiasi altro impedimento che è stato superato, è stato vinto.
6. Queste, ripeto, sono solo stupide generalizzazioni. Io non ce l'ho coi protestanti o coi cattolici. Conosco molti cattolici che ragionano da protestanti, e immagino che molti protestanti ragionino da cattolici. Di più, credo che Peccato e Grazia siano idee presenti in ciascuno di noi.
Tutti noi, se abbiamo avuto una fede (una qualunque fede), siamo stati piccoli Martin Lutero. Siamo cresciuti in mezzo ad angosce, dubbi, turbamenti (e abbiamo letto Dostoevskij), finché a un certo punto qualcosa si è sbloccato, e Dio ha smesso di essere un problema (e Dostoevskij è finito in fondo a uno scaffale). Perché o abbiamo deciso che non esiste (e che non può più farci male); oppure abbiamo capito che è dalla nostra. E se Dio è dalla nostra, noi siamo ok. E anche Dio è ok. Tutto è ok. Si chiama maturità, e io la trovo molto sospetta. Non ce l'ho coi protestanti: ce l'ho con questi credenti maturi, che gradualmente finiscono per costruirsi un Dio a loro immagine e somiglianza, che (naturalmente) non può che dar ragione a loro. E se Dio dà ragione a loro, Dio è ok. Molti protestanti sono così. Bush ha proprio l'aria di ragionare così. Ma anche molti cattolici la pensano allo stesso modo (e anche molti musulmani).
7. Io, pur invecchiando come tutti, vorrei cercare di restare nella situazione del giovane Lutero, quello pauroso, tormentato e antipatico. Sì, quello che vive nel Peccato, o perlomeno del dubbio. Dubbio di non sapere cosa sia il bene e il male, se ci sia davvero Dio e cosa voglia da lui.
Da giovane Lutero, le Scritture mi affascinano e mi sgomentano, perché dicono cose che non capisco, oppure (peggio!) che capisco benissimo, e non mi piacciono per niente.
Eppure devo ammettere che se Dio esiste, può avere idee diverse dalle mie: idee che non capisco, o con cui non mi trovo in accordo. Se fossi già certo della grazia di Dio, avrei senza dubbio già pronta la mia bella "interpretazione" con cui salvare capra e cavoli, il mio senso comune travestito da Dio, che mi ispiri qualche saggia parola.
Ma io non ho tutta questa fiducia nel senso comune, che è quello che ci fa alzare la mattina e condurre una vita che di solito detestiamo; ed è lo stesso che ci porta a dichiarare e combattere guerre assurde. No, decisamente io non sono nella Grazia, per me la Scrittura resta un mistero e uno scandalo.
8. Siccome per me il Libro è un mistero, lo leggo ancora molto volentieri.
(E a volte riapro pure Dostoevskij).
I pezzi dei giorni scorsi hanno, come si dice, stimolato un dibattito, su Macchianera, e sull'orrido forum (vedi interventi di Monica e di .mau.).
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