Oggi la rubrica l'ha scritta il Grande Padre. Ciao papà, sorridi!
No, eh?
Vabbe'. Il fiume dei Fessi e dei Furbi si legge sull'Unita.it, ed è possibile commentarlo qui.
(Ndb: nel pezzo si parla di due regioni. Mentre una è facilmente riconoscibile nel Veneto di Zaia, l'altra vorrebbe essere l'Emilia, ma appunto, vorrebbe: ce ne passa ancora di acqua, sotto e sopra i ponti).
Buongiorno, io sono un Fiume. Sono al mondo da molto prima di voi umani, e ci sarò quando ve ne sarete andati. Questo non significa che vi disprezzi. Anzi devo dire che gli ultimi millenni sono stati molto eccitanti, grazie a voi. Prima la mia vita scorreva piuttosto placida: giusto ogni tanto un terremoto, una glaciazione o un disgelo, ma per spostare il mio letto anche solo di pochi metri potevo metterci un'era geologica. Poi all'improvviso siete spuntati voi, così veloci che non ho nemmeno capito da dove siete scesi (dagli alberi?) Mi avete imbrigliato, canalizzato, deviato di qua, interrato di là, come degli ossessi. È stato divertente (ma un bel gioco dura poco).
Col tempo forse ho capito il vostro problema. La mia teoria è questa: voi non riuscite quasi mai a guardare più in là della vostra vita, che è molto breve. Questa pianura, dove stagnavo tranquillo, non era stata creata per voi. Dove io avevo messo paludi e lagune, voi avete voluto mettere campi, pascoli, città. Per farvi spazio mi avete combattuto per generazioni. Mi sta bene. Purché capiate che non potrete mai vincere. Io sono il Fiume, ci sarò sempre, e voi dovrete sempre lottare contro di me. Il giorno che non avrete più le forze, ve ne andrete, e tornerò alle mie paludi. Già adesso, basta che piova due o tre giorni, e cosa vi trovate in cantina? Sono io. Sto tornando.
Vorrei raccontarvi la storia di due regioni. Perché abbiate deciso di chiamarle con due nomi diversi non lo so, sono le vostre manie: nomi, confini, bandiere... Io Fiume le solco entrambe, e faccio fatica a distinguerle, da tante cose hanno in comune. I loro abitanti si somigliano, si sono arricchiti tardi e in fretta. Hanno gettato per terra tanto asfalto, tanto cemento, probabilmente troppo. Doveva lastricare la via verso il successo, ma ha reso di fatto più complicato l'assorbimento delle acque, e adesso bastano tre giorni di pioggia perché io rigurgiti fuori dai tombini.
Quello che distingue davvero le due regioni è, come dite voi, la "politica". In una delle due governano i... non so come si chiamino, sono un Fiume e non leggo molti giornali, li chiamerò i Fessi. A un certo punto persino i Fessi hanno capito che le inondazioni in autunno e in primavera non erano più emergenze, ma un problema cronico. E hanno pensato di risolverlo alzando gli argini, scavando nuovi canali, costruendo casse di espansione e allargando quelle esistenti. Per fare tutto questo servivano molti soldi: li hanno raccolti, economizzando su altre voci di bilancio; domandando di accedere a fondi nazionali o europei per la conservazione del territorio; indebitandosi. Magari hanno addirittura alzato le aliquote delle imposte regionali. Lo hanno deciso in un giorno di sole; non una nuvola si affacciava alle finestre della giunta regionale. Non è stata una scelta popolare. Ma gli amministratori guardavano al medio-lungo termine, pensavano alle inondazioni che avrebbero prevenuto, ai soldi che avrebbero risparmiato. Perché sono Fessi.
Nell'altra regione da qualche anno governano i Furbi. Anche loro hanno capito che l'acqua in cantina non era un ospite occasionale. Non sono mica Furbi per niente. E cosa hanno fatto? Un bel niente. Non hanno alzato un argine, ché son soldi. Non hanno scavato un solo fosso in più di quelli scavati dai loro nonni più previdenti. In estate hanno annunciato che loro le aliquote non le toccavano, tra gli applausi dei loro elettori. Questi son già arrabbiati dei troppi soldi che vanno alla capitale, figurati se potevi chieder loro di pensare alla pioggia nei giorni di sole.
È venuto settembre, e poi ottobre, e con ottobre le prime piogge serie. Dopo qualche giorno, neanche una settimana, io mi sono presentato puntuale nelle cantine, e ho fatto un miliardino di danni. I Furbi hanno approfittato per chiedere soldi alla capitale, e lamentarsi dei centralisti ladroni. Siccome in realtà anche nella capitale governano i Furbi, qualcosina senz'altro arriverà. Poi sì, tanti soldi bisognerà spenderli, e i contribuenti li pagheranno. Nel frattempo i Furbi si faranno fotografare mentre spalano il fango nelle cantine, e ci avranno guadagnato una bella foto per il manifesto elettorale. Già, perché tra un po' ci saranno le elezioni, e sapete chi le vincerà? I Furbi. Con le loro mani sporche di fango, il simbolo degli Uomini del Fare.
Anche nell'altra regione è piovuto. Ma gli argini erano più alti, le casse di espansione pronte ad accogliermi; così ho esondato appena un po', e il giorno dopo non ero neanche in prima pagina sui quotidiani locali. Tra un po' ci saranno le elezioni anche qui. E i Fessi le perderanno. Perché hanno alzato le tasse, e non hanno nemmeno un manifesto in cui spalano fango in una cantina. Insomma perché sono dei Fessi, e meritano di perdere.
Il futuro, infatti, è dei Furbi. Credete a me, che sono un Fiume, ho già visto crepare i dinosauri. I furbi erediteranno il mondo - per i prossimi cinquant'anni, diciamo. Il tempo di estinguervi. Poi torno io. Spazzo via il vostro cemento e non ci penso più. http://leonardo.blogspot.com