Non credo che abbiate davvero bisogno di un altro coccodrillo su Steve Jobs. Però da qualche parte vorrei lasciarlo scritto: sono stupito, davvero, come non mi aveva mai stupito nessun keynote. E non sono certo stupito che tante persone che da anni usano quotidianamente i suoi prodotti esprimano affetto e rimpianto. Lo trovo giusto, un indizio di cuore. Mi stupisce piuttosto Repubblica.it che manda in rotazione i messaggini dei lettori sotto la testata, non lo fece nemmeno per il Papa o per Alberto Sordi; mi stupisce Unita.it che continua ad averlo in homepage dopo due giorni – quando per contro un covo di macchisti come il Post alle dieci di giovedì già era tornato alla politica estera. Mi stupisce l'entusiasmo dei neofiti, forse perché avevo preso le misure a quello dei vecchi fanboy. E proprio mentre rifletto sulla mia refrattarietà all'entusiasmo, che è poi uno dei motivi per cui Jobs e i suoi prodotti non sono mai riusciti a conquistarmi, e mi dico che forse stavolta è meglio che sto zitto, sento qualcuno che tira fuori Leonardo Da Vinci.
Questo non è affatto sorprendente, succede ogni volta che si parla di un cosiddetto inventore. Quindici anni fa succedeva con Bill Gates, a quel tempo l'uomo che aveva cambiato la nostra vita era lui. Gates addirittura si aggiudicò un codice leonardiano e lo fece esporre a Venezia, perlomeno io lo vidi là. Già a quei tempi non facevo che maledire il modo in cui aveva riempito la mia vita di errori di sistema e dischetti smagnetizzati. Leonardo Da Vinci insomma è l'unico termine di paragone che sappiamo offrire ai lettori quando cerchiamo di spiegare quanto è importante un innovatore oggi. E c'è una maledetta ironia in questo.
Perché Leonardo Da Vinci alla fine ha innovato poco o niente. Cioè, non è che non ci abbia provato. Anzi per tutta la vita non ha smesso di provarci. Ma se misuriamo l'innovazione in termini di progresso, dobbiamo ammettere che ha fallito in tanti campi, in modo anche clamoroso. Non è, come si legge spesso, l'inventore dell'aeroplano, o del carro armato, o della bicicletta (disegno probabilmente apocrifo) o del paracadute. È uno che ha disegnato un carro armato che nessuno ha stimato saggio realizzare; un paracadute che non avrebbe funzionato; un veicolo a molla senza nessuna utilità pratica. L'immaginifico progetto per deviare l'Arno; l'enorme monumento equestre al quale lavorò per anni, finché ovviamente non scoppiò una guerra e non mancò il bronzo per fonderlo. E così via. Tanti suoi dipinti ci sono arrivati in pessime condizioni perché invece di affidarsi alle tecniche e ai pigmenti tradizionali ne sperimentava di nuovi, e si sa come vanno a finire gli esperimenti. Molte sue cosiddette scoperte in realtà rimasero lettera morta: dovette riscoprirle qualcun altro secoli dopo. Insomma Steve Jobs avrebbe potuto perfino offendersi, nel sentirsi paragonato a un inventore isolato, senza committenti davvero consapevoli delle sue potenzialità, né collaboratori all'altezza, quasi incapace di passare dalla fase progettuale a quella operativa. Eppure.
Gianni Rodari, il poeta più brechtiano che l'Italia abbia avuto, scrisse una volta una poesia che non riesco più a trovare. Ma in sostanza riprendeva diceva questo: Caro libro di storia, possibile che tra tante battaglie e rivoluzioni non trovo mai scritto chi è l'inventore dei bottoni? La poesia, se ricordo bene, finiva così: “per salvare il mondo non bastano le cerniere lampo”. Ecco. L'inventore dei bottoni, chiunque sia stato, ha reso al mondo più servizi di Leonardo Da Vinci. È vero che non ci ha dato la Monna Lisa, ma vi sta ancora reggendo i pantaloni in questo preciso momento. Eppure non si sa chi sia. Anche perché probabilmente non c'è stato un inventore solo, ma tanti. Leonardo Da Vinci, invece, lo ricordiamo perché è rimasto solo, e tutti i suoi progetti e prototipi nessuno li ha perfezionati: dopo secoli sono ancora sulla carta.
Questa cosa dei bottoni mi torna in mente ogni volta che in classe mi fanno una di quelle domande a bruciapelo che ti stroncano la reputazione, ad esempio: “chi ha inventato l'automobile?” “Chi ha inventato il televisore?” Già, in effetti, chi? Le prime dieci volte che te lo chiedono, insisti sul fatto che non è così importante associare l'oggetto a un nome, perché furono in tanti a studiare la tecnologia necessaria, a volte collaborando, a volte in competizione. L'undicesima volta ti poni finalmente la domanda: ma perché non lo so? Perché nessuno lo sa? Saranno anche stati in tanti, ma ce ne saranno stati almeno un paio più importanti degli altri, come Meucci e Bell per i telefoni, no? E pensare che se ci sono due tecnologie che ci hanno cambiato la vita, sono proprio televisore e automobile – non quanto i bottoni, si capisce, ma molto più di qualsiasi iPad o iPhone. Così ti documenti e dalla dodicesima volta in poi, tagli corto: rispondi “Benz” o “Theremin”. Lo so che non è vero. Più o meno come non è vero scrivere sul giornale che Jobs ha inventato l'home computer, o il lettore mp3, o il tablet. Sono miti.
No, in realtà Benz e Theremin non sono davvero diventati dei miti. Se lo meriterebbero, e hanno un sacco di aneddoti interessanti dalla loro parte, oltre al fatto che la maggior parte di noi passa la vita a spostarsi in automobile da una postazione video all'altra. Ma nessuno paragona Jobs a Benz o a Theramin. Lo paragonano a Leonardo, che forse ha disegnato una specie di calcolatrice, ma gli mancava un fabbro di precisione per realizzare gli ingranaggi. È come se ci affezionassimo agli inventori solo quando in realtà falliscono. Ma Steve Jobs non è mica fallito, no?
Adesso che ci siamo scaldati – e molti hanno smesso di leggere – lo posso scrivere. Steve Jobs, nell'ultimo decennio perlomeno, non mi è sembrato un innovatore, ma piuttosto un conservatore. Non tanto per la sua ritrosia a farci guardare i porno sul suo tablet – un indizio interessante, comunque. Forse era già diventato un conservatore quando capì che la fase eroica dei garage di Silicon Valley era finita, e che i personal computer stavano diventando anonimi scatoloni di latta. Quando smise di vendere hardware o software e cominciò a vendere filosofia: pensala diversamente, comprati un oggetto un po' diverso che fa fatica a dialogare con gli altri (all'inizio faceva davvero fatica) ma funziona un po' meglio, eccetera. Già da allora in fondo stava difendendo l'idea – ormai tramontata – della computer house anni '80 che progetta il suo computer da cima a fondo e ci scrive il suo sistema operativo dedicato. E probabilmente per alcuni anni i computer progettati così funzionarono davvero un po' meglio degli altri. Poi fu sempre più una questione di design, e per carità, non c'è niente di male nel voler produrre oggetti belli invece che brutti. Anzi forse è il motivo per cui nei libri di Storia c'è Leonardo Da Vinci coi suoi progetti avveniristici, mentre chi ha progettato e realizzato i brutti canali che ci salvano dalle inondazioni non compare nemmeno in una noticina. Per non parlare di chi ha inventato i bottoni: probabilmente i primi furono oggetti bruttissimi, sassi od ossicini di pollo, bleah.
Quando dico che Jobs è stato un grande conservatore, non intendo biasimarlo: noi nati col mangiadischi e arrivati a trent'anni con gli mp3 probabilmente avevamo bisogno di tipi come lui, che ci facessero un po' respirare tra un balzo in avanti e un altro. Guarda iTunes. In fondo Jobs cos'ha fatto? Si è ritrovato in mezzo alla rivoluzione del p2p, ha capito rapidamente quello che le major discografiche per altri dieci anni non hanno voluto sentirsi dire (è finita la festa, non c'è nessun motivo per cui adulti normodotati debbano continuare a strapagare gli orribili cd), e ha cercato di ripristinare un minimo di ordine fissando un tetto minimo: le canzoni scaricabili a uno o due dollari. La potete considerare una rivoluzione soltanto se in quel momento stavate ancora catalogando la vostra ricca e scelta collezione di cd. Io per esempio ero in piena scimmia di Napster – poteva chiudere da un momento all'altro e scaricavo tutto quello che trovavo, come gli sciacalli nelle case che bruciano – e ricordo che la cosa mi sembrò lievemente reazionaria. Per carità, equa: probabilmente Steve Jobs aveva capito come salvare il mercato musicale. Ma forse era troppo tardi, e iTunes un po' troppo brutto. È uno di quei casi che mi fanno pensare che Jobs potrebbe essere davvero il Leonardo del nostro tempo: uno che le ha provate tutte per salvare prìncipi e princìpi, ma non ce l'ha fatta.
Esce il 20 ottobre. E' davvero bellissimo. |
Jobs forse ha perso. Se avesse vinto sarebbe uno tra tanti, non avrebbe dovuto difendere i suoi prodotti con la sua faccia, e qualcun altro sarebbe già al suo posto a perfezionare le sue idee. Come quello che ha inventato i bottoni. Jobs invece è uno di quei geniali artigiani che inventa una cerniera lampo molto elegante ed elaborata che forse hanno già messo in un museo. Se vuoi ti ci porto. Abbottonati però che comincia a far freddo.
Va be', per sdrammatizzare: Steve Jobs è morto adesso, mica nel paleolitico o nel 600. E comunque mi sembra che tutti hanno copiato. Tutti copiano.
RispondiEliminaNon avrà inventato i bottoni però... :):)
Ah...finalmente una voce fuori dal coro!
RispondiEliminaUhm, a me sembra che il discorso un po' traballi, o che - più probabilmente - io non abbia capito qualcosa. In primis, credo che l'estenuante permanenza della notizia sui "vecchi" quotidiani si spieghi facilmente: alla fin fine, i fanboy recenti sono (almeno per ragioni anagrafiche) proprio quelli del Post, mentre Corriere e Repubblica hanno vissuto il dominio Apple nel DTP da fine anni Ottanta in poi. Insomma, a parte il povero Assante che non sa da che parte è girato quando parla di tecnologia, quando Zucconi racconta i suoi primi tentativi con XPress o quando Severgnini ricorda i quarantasette chili di peso del Portable, non mentono.
RispondiEliminaPerò mi rimane un dubbio. Giusto l'altro ieri sentivo un discorso analogo, una madre che si diceva molto più pronta a ringraziare chi ideò i pannolini. Eppure io credo che Jobs sia stato, se non proprio un inventore di bottoni, perlomeno uno di quelli che dall'oggi al domani se ne esce con la linguetta per le lattine: un'emerita cavolata, da un certo punto di vista, che però tutti adottano e migliora la vita. Perché l'equivoco di fondo, che permane, è questo: la Apple non faceva oggetti belli (semmai il merito del design va a Ive e non a Jobs). La Apple faceva oggetti semplici da usare. E se siamo tutti fan dell'open source, della libertà di scelta, di Stallman che dice "meno male che Jobs è morto", dobbiamo riconoscere che mia madre senza un iPhone non sarebbe in grado di fare gesti semplici, ma oggi naturali, come scattare una foto o ricercare qualcosa su Google. Si poteva fare anche prima, sì: ma la metà di quelli che lo fanno adesso nemmeno lo sapeva. Non credo, insomma, che "dopo un anno qualcun altro lo avrebbe inventato": basta vedere le infografiche. La UI è un qualcosa che cambia la vita. Parecchio, anche (personalmente a me l'ha cambiata molto più della televisione, per capirci, almeno negli ultimi quindici anni).
E poi la cosa divertente è che l'interfaccia grafica del Mac è stata più o meno la prima a usare i bottoni. Ecco.
@Salsadiabli
RispondiEliminacorreggimi se sbaglio, ma la Gui non l'ha "inventata" Jobs o no? e cmq è diventata veramente "per tutti" con Windows 3 piratato su di un "compatibile". A sto punto dovremmo ringraziare Gates e la sua politica "anti-pirateria" che ha fatto si che la stragrande maggioranza della popolazione (tutti, non solo i ricchi entry level) potesse "alfabetizzarsi" all'informatica...
Questo per dire con concordo con la tesi di fondo dellìarticolo e più in generale su come la storia dell'innovazione sia totalmente da ripensare seza bisogno di geni come Jobs o Leonardo
...sono daccordissimo con quanto ha scritto Salsadiabli.
RispondiEliminaTuttavia Salsadiabli e' stato troppo gentile con te: trovo quanto hai scritto prolisso e pieno di inesattezze (e forse anche io sono ancora troppo gentile).
Secondo me sei uno di quelli che vuole dire a tutti i costi qualcosa fuori dal coro, cosi' non per una necessita' di esprimere un concetto ma per necessita' di sembrare originali...
E' comunque preoccupante che tu sia un insegnante: leggendo il tuo articolo appari come una persona superba che si vuole atteggiare ad intellettuale (saccente tra l'altro) ma che, sotto sotto, e' piu' ignorante di un mulo.
Ah, lo sai poi perche' oggi ci si ricorda di Jobs come un grande inventore e invece ci si e' dimenticati di chi ha inventato l'automobile o la televisione? Te lo dico io: perche' Jobs e' un nostro contemporaneo... tra 20-30 anni (o molto prima anche) non ci si ricordera' neppure piu' di Jobs...
E Leonardo invece? Non ti sei chiesto come mai, nonostante i suoi fallimenti, sia ricordato ancora oggi e addirittura sia considerato un innovatore? Te lo dico di nuovo io: perche' con i suoi fallimenti ha ispirato generazioni di inventori... anche se la sua macchina volante non funzionava e' stato il primo a sognare in concreto che l'uomo avrebbe potuto volare, e' stato il primo a compiere degli studi in tal senso e a provare a realizzare un prototipo di "aereo"... ma lo sai che a Leonardo e' anche attribuita l'invenzione del sommergibile e ci sono ancora ad oggi invenzioni basate su suoi studi? ...Per non parlare dei lavori che ha svolto nel campo dell'anatomia umana...
...per me dovresti farti un corso di umilta', ma sopratutto dovresti imparare a dare pane al pane e vino al vino...
...se non per te, almeno fallo per gli studenti che hai in classe e dei quali hai in mano parte del futuro
napster ha chiuso nel 2001. itunes store ha aperto nel 2003. hai i ricordi un po' confusi.
RispondiElimina@Anonimo
RispondiEliminaLeonardo è ricordato perchè faceva dei gran bei disegnini (non per sminuirli, eh!), e perchè ha avuto la fortuna che per una serie di coincidenze all'inizio del '900 La Gioconda è diventato il quadro più famoso del mondo.
L'interesse per tutto il resto nasce da lì.
Ora che so che finalmente c'è qualcuno della levatura del commentatore delle 12:05:00 (ancorché anonimo) a vegliare sui nostri giovani decidendo chi ha le doti morali e intellettuali per insegnare e chi no, dormirò sonni più tranquilli.
RispondiEliminaLeonardo (il blog)non si legge perché ci si trova d'accordo; si legge perché Leonardo (il blogger) sa scrivere e quasi sempre i post sono interessanti, offrono punti di vista insoliti e fanno riflettere.
Così anche questa volta; per quanto riguarda Jobs, l'unica cosa su cui concordo è il suo conservatorismo.
E la faccenda dei bottoni è molto intrigante, cercherò questo pezzo di Rodari, che non conoscevo.
Secondo me sbagli per un paio di motivi. Il primo è l'importanza che dai all'Itunes store. La cosa importante è infatti l'introduzione dell'Ipod che tutto è tranne che un tentativo di salvare il mercato legale musicale. Ti dava la possibilità di portarti in tasta 5-40 GB di musica ad un prezzo ragionevole, di avere tutta la musica che avevi con te. Prima non avevamo nemmeno tutta quella musica perché dovevamo pagarla. Ma l'ipod più piccolo era per 1000 canzoni, che a 1 dollaro l'una via ItunesStore fanno 1000 dollari. L'ipod grande tiene ragionevolmente 7000 canzoni. Se le vuoi comprare online la scelta è tra ascoltare musica e comprarsi un auto usata, a livello di prezzo. Ipod in realtà permetteva ed incoraggiava la pirateria. Se poi volevi dare ad Apple altri soldi comprando un po' di musica legalmente non li rifiutavano, certo. L'idea era un altra però.
RispondiEliminaL'altra cosa è il rapporto tra ipad ed editoria. Il fatto che l'ipad sia stato presentato come il salvatore dei giornali è stata prevalentemente una scelta dei giornali che hanno dato la notizia e che hanno visto nella novità Apple la loro ultima speranza di salvezza. Apple ha cavalcato questa cosa, siccome dava un sacco di visibilità gratis (e ci credo dato che i media che davano questa visibilità erano quelli che speravano di salvarsi con loro). Però l'Ipad è pensato e progettato per fare tutt'altro. Se avessero voluto fare un "ipod per le riviste" la struttura hardware sarebbe stata completamente diversa (e-ink o oled come schermo ad esempio, come il Kindle). L'ipad fa tutt'altro. E' pensato per fare tante cose, tra cui leggere le riviste, che però è solo uno delle migliaia di usi che ne puoi fare.
Il signor Bagnato aspettava solo la foto sul sito di Apple per andare in stampa? Che simpatico. Che senso del marketing. Che grande manager.
RispondiEliminaSalsadiabli, Stallmann non ha detto "meno male che è morto", perché, qualunque cosa se ne pensi, per quanto provocatorio sia, non è comunque di quella pasta.
Leo si capisce che ti trovi bene nella casa nuova e fai i complimenti al padrone. A me il necrologio spot di Sofri, che in linea di pricipio m'incuriosiva, ha fatto il solito effetto che mi fanno i suoi pezzi: "meglio fare il giornalista che andare a lavorare" ma tanto non sarei mai nella sua lista di invitati e per fortuna. Rimane sempre e innanzitutto un modesto consumatore perbenino. Ribrr.
Il discorso sull'altro Leonardo è un po' più complesso da come ce l'han raccontato al liceo idealista romantico facendone un genio fallito e isolato i cui quadri colavano giù. E'un'immagine del tutto parziale. Anche per Jobs, prima di dire se ha perso o no, forse dovremmo capire come e cosa si considerasse lui stesso. A mio parere a un certo punto è stato colui che ha fatto qualsiasi cosa per salvare la sua figlia spirituale, la cosa che aveva fatto, ma ne so veramente troppo poco. Da un punto di vista tecnico credo nessuno qui possa veramente giudicare le sue realizzazioni, specie quelle che ha fatto fuori da Apple, neanche se si legge (venti)due libri. Ed è un peccato.
Non c'entra con SJ, o forse sì, ma il pezzo su Wikipedia, te lo dico qui perché capisco che non è una tua scelta ma io non voglio essere obbligata a iscrivermi a fb per lasciare un commento, è apparso solo a cose fatte con un tatticismo poco simpatico. Tutto il tuo blog da un anno e mezzo sta diventando sempre più tatticista, quindi meno originale. Ti seguo da quasi dieci anni, mi dispiace proprio pensare che sia giunto il momento di guardare altrove per trovare in rete l'inaspettato, originale, spiazzante, ben costruito, divertente e che dice qualcosa di diverso o in modo diverso dagli altri. Oddio capisco che non è la notizia del giorno per nessuno, e smetto subito di tediare l'universo, ma non sono cose che si vedono con piacere. Magari un giorno ti ritroviamo a ideare o propagandare anche tu qualche steccato, chissà, se è lì che vuoi "arrivare".
@Anonimo delle 13: il tuo discorso m'intreressa: a tuo parere IPAD era progettato per fare cosa?
RispondiEliminaLa sensazione più scioccante, dopo la morte di Jobs, è quella del risveglio improvviso e cardiaco. Risveglio che abbiamo tutti avuto dopo una notte di sonno agitato. E durante questo sonno abbiamo anche sognato, ma il sogno non era il nostro, era il suo.
RispondiEliminaIo mi muoio dal ridere a sentire i TG dire che Jobs è morto lasciando nei cassetti della Apple i progetti per i prossimi 3-4 anni... Significa non capire cosa sia Apple, perché ha 50mila dipendenti...
RispondiEliminaIo ho un computer con Windows, un cellulare Nokia, un lettore mp3 Audiola, BitTorrent. Se Jobs avesse fatto il salumiere il mondo sarebbe così diverso? Siete sicuri che le innovazioni Apple siano sconvolgenti?
Anonimo del "bagno di umiltà", secondo me hai un po' equivocato il senso del pezzo. Comunque tu hai per Da Vinci una devozione da fanboy, lasciatelo dire. Non è vero che Leonardo coi suoi fallimenti "ha ispirato generazioni di inventori", visto che per molte generazioni nessuno li ha conosciuti, i suoi fallimenti: erano disegnini su codici che nessuno aveva pubblicato. Non so cosa tu intenda per "sognare in concreto di volare": che prima di Leonardo nessuno abbia sognato di volare mi pare indimostrabile; nel quarto secolo avanti Cristo Archita già aveva costruito un oggetto volante. Il fatto che Leonardo disegnasse tante cose irrealizzabili, tra le quali un sommergibile, è una di quelle curiosità che ci attirano, ma non cambia di molto la Storia: il sommergibile di Leonardo non avrebbe funzionato, e chi ha inventato il sommergibile non è partito dai suoi disegni, lo avrebbe inventato con o senza Leonardo. L'anatomia di Leonardo è effettivamente clamorosa, ma anche lì è stato un grandissimo innovatore nel deserto, visto che cento anni dopo sezionare un cadavere era ancora una pratica proibita.
RispondiEliminaSalsadiabli, senza voler far partire una OS war che in questi giorni mi sembra inopportuna, devo dire che io non sono affatto sicuro che i prodotti Apple siano così "facili", o che in generale la gente voglia oggetti "facili" da usare. E' il solito discorso del mouse con un tasto o due: qual è il più facile? Secondo me Jobs ha capito che all'utente serve un investimento emotivo: se ami il tuo device imparerai a usarlo meglio. Io faccio proprio fatica ad amare in generale, non solo i device, ma è il mio carattere.
Pellegrina, Bagnato è un ottimo giornalista divulgativo e no, sarebbe andato in stampa lo stesso. Il Post non è una "casa": è un bel sito dove sono contento di scrivere, e sapendo l'ossessione che hanno laggiù per la roba Apple ero piacevolmente stupito dal fatto che dopo due ore avessero già smesso gli abiti da prefiche, tutto qui. Non so cosa intendi esattamente per tatticismo: io sull'Unità scrivo un pezzo alla settimana, di solito verso la fine. Il pezzo su wiki è uscito giovedì: prima non ce l'avrei fatta. Comunque sull'Unità puoi commentare anche senza iscriverti a fB. Se intendi che non ho scritto un pezzo anti comma 29, in effetti no: non mi veniva in mente niente. Magari è tatticismo e magari è stanchezza. Mi dispiace se non ti piaccio più, ma per dieci anni di fila non sono piaciuto ancora a nessuno, forse alla mia mamma.
forte! bella discussione.... mi accodo al commento di Randolph Carter
RispondiEliminabella discussione.
RispondiEliminaspero di non andare OT se cito thomas alva edison. che non ha inventato tutto quel che gli viene attribuito, ma certamente è stato molto più di quel che oggi i giornali definiscono steve jobs. dalla lampadina elettrica (non invenzione sua) al dittafono, dal fonografo al cinetoscopio e, infine, ahinoi, pure alla sedia elettrica: l'eredità edisoniana è più pesante di quella jobsiana.
Carissimo leonardo... sei bravo a parlare... ma la sostanza?
RispondiEliminaCataloghi e giudichi... in base a quale dati oggettivi?
Fanboy di Leonardo? Potrebbe anche essere e che ci sarebbe di male? Tuttavia, preferirei studioso, amante di Leonardo, come verrebbe definito uno studioso o amante di Michelangelo o di qualsiasi altro artista...fanboy mi sembra una parolaccia da intellettuale cretino... tipo quelli che parlano e sputano sentenze in base solo a quanto hanno letto e non in base a una reale esperienza...
Forse, prima di giudicare un'invenzione, dovresti provarci a inventare qualcosa... dai, provaci a fare qualche "disegnino" anche tu... potrebbe essere istruttivo... potresti capire che non esiste un'invenzione che non funziona perche' ogni invenzione ispira la successiva...
Tu stesso scrivi alla fine della tua risposta "...ma anche li', Leonardo e' stato un grandissimo innovatore nel deserto..."
Beh, forse e' proprio per questo che lo ricordiamo piu' di altri... perche' non e' stato ancora completamente capito e forse, chi lo sa' c'e' ancora qualche invenzione nascosta tra i suoi codici...
...e Jobs... beh non solo e' paragonabile a Da Vinci o Einstein in quanto a genialita' ma anche a Ford in quanto a pragmatismo... e si' insieme ad altri del suo tempo ha proprio rivoluzionato il mondo e se non te ne accorgi, vuol dire che non vedi cio' che ti circonda...
Ecco, mi sa che ho vinto il premio di prolisso del mese. Mi scuso con Leonardo se il mio papiro arriverà all'antispam in triplice copia, o peggio.
RispondiEliminaSì, anonimo, la tesi del pezzo è che ci ricordiamo meglio gli innovatori che rimangono nel deserto. Tutto qui e non capisco perché ti arrabbi tanto.
RispondiEliminaSalsadiabli, ho controllato nell'antispam ma purtroppo non c'è nulla, non so perché (la prolissità qui non è un problema, se vuoi rimandarlo magari dividilo in più parti).
Chiedersi se Jobs sia stato un conservatore od un innovatore mi sembra un'interrogativo molto "letterario", un po' come a scuola quando ci chiedevano se Leopardi fosse più neoclassico o romantico, è una di quelle discussioni che potrebbe durare all'infinito. Certo il paragone che alcuni hanno fatto con Leonardo da Vinci non ha alcun senso, Leonardo non fu un inventore così come viene detto frequentemente, non capire la differenza che passa fra il disegnare lo schizzo di una macchina e realizzarla è abbastanza grave. Per quanto riguarda l'osservazione che Jobs avrebbe fallito nel suo tentativo di dare qualità e dignità ai prodotti informatici devo dire che la trovo poco convincente. Un'ultima considerazione: oggi ci sono nel mondo milioni di giovani che studiano informatica ed ingegneria elettronica, se hanno un mito possiamo essere certi che hanno quello di Steve Jobs e non di Bill Gates o di qualcun'altro, come destino di uno che avrebbe perso non è male.
RispondiEliminaPer tatticismo intendevo ovviamente la seconda cosa. Certo l'ispirazione viene quando vuole, come non notarlo, ma che ne so, un link al loro comunicato sarebbe stato roba terra terra. Molti blogger e siti l'hanno fatto, constatare il tuo silenzio non è cosa così strana. Commentare là senza iscrivermi ci riuscivo fino a un certo punto, poi non c'è stato più niente da fare. Riproverò.
RispondiEliminaPer la gente che frequenti, la scelta spetta a te, banale ripeterlo. Che non ti interessi l'effetto che fai su di chi ti legge, né perché cambia parere, beh, dire che è legittimo parrebbe una parodia del linguaggio standard e un po' inconcludente dei blogger in casi simili; sarà una mia idea balzana che chi scrive in genere lo fa per farsi leggere e in qualche modo apprezzare, in ogni caso lascerei da parte la famiglia.
Credo che Jobs abbia capito dalle sue tante batoste che non ha senso innovare se non c'è un mercato pronto a recepire, e che non lo ha nemmeno irrompere in un mercato potenzialmente vasto con delle tecnologie immature. Ma quando esistono quasi tutte le tecnologie per creare qualcosa che invece avrebbe un mercato, allora devi inventare quello che manca, mettere tutto insieme e avrai fatto una gran cosa.
RispondiEliminaPer me non era un conservatore. Forse nemmeno nei costumi, intimamente: se vuoi raggiungere le famiglie non ti dai al porno.
E non ha perso, credo: al di là dei numeri delle vendite e dei quattrini è tornato a capo di Apple, l'ha riportata a livelli eccellenti e ha associato il suo nome all'inizio dell'era digitale mobile. Certo, puoi usare iPhone e iPad senza pagare un centesimo alle major discografiche o ai giornali o alle case editrici, ma per un'altra infinità di cose sì, e non credo che Jobs si rivolti nella tomba per questo.
Francamente non vedo cosa potesse chiedere di più dalla vita, se non un po' più di tempo.
Ah, poi sulla questione degli oggetti facili: il bottone è facile, probabilmente la sua portata rivoluzionaria è proprio quella di evitare strani arzigogoli con lacci o altri strumenti. Basta un buco e un pezzo di qualcosa, e il problema è risolto.
RispondiEliminaPensa se per far partire una lavatrice ci volesse un tecnico. Gli strumenti quotidiani devono essere facili. I primi computer non lo erano, e nemmeno i primi personal. Il concetto di far diventare l'utilizzo di un apparecchio complicato quale è un computer abbastanza semplice da fare utilizzare la sua potenza di calcolo da chiunque in applicazioni utili nella vita quotidiana, invece che soltanto in un laboratorio pieno di tecnici in camice bianco, è alla base della evoluzione tecnologica.
La meridiana è semplice, ma chi la capisce a livello intuitivo? Un orologio elettronico è complicato, ma chiunque sa leggere l'ora.
@Pellegrina: Stallman ha detto (fonte Repubblica, con tutto quello che ne consegue) "La morte non si augura a nessuno, ma meno male che se n'è andato". Il che mi sembra un modo abbastanza elegante per stappare champagne su un necrologio. Né la cosa mi sorprende più di tanto, considerando che, a mio parere, lo stesso Stallman negli ultimi anni ha perso qualcosina in pregnanza, ma amen: nessuno ne discute il ruolo.
RispondiElimina@Cesco: Jobs prese l'idea per quella GUI (davvero molto embrionale, se fai il confronto) dalla Xerox, Gates mise in vendita Windows 2.0 e 3.0 copiando più o meno tutto dal System del Mac. Al di là delle guerre di religione, che non interessano nessuno di noi, niente di male: in fondo possiamo considerare Zio Bill un grande divulgatore, e anche lui ha un’immensa parte di merito se in questo momento stiamo qui a confrontarci. L’effetto ha premiato la causa, il fine il mezzo, eccetera. Però, ecco, da qualche parte le idee devono arrivare, altrimenti Microsoft a quest’ora forse fabbricherebbe gondole segnatempo, no?
@Randolph Carter: secondo me, se Jobs avesse fatto il salumiere tu avresti un Windows molto diverso dall’attuale (chissà: magari migliore, chi può dirlo), e se hai un Nokia avrai notato anche tu che (prendi l’N8, ad esempio, ma anche l’E7) tendono a farli un pochino diversi rispetto a qualche anno fa. L’influenza potrà non piacere, ma c’è.
Non si è parlato della Pixar però. Io lodo Steve Jobs per quello, del resto non faccio uso.
RispondiEliminaMa Visto che wikipedia rifunziona... Non si potrebbe dare a Baird o Farnswort quello che gli spetta? Il Theremin è uno strumento musicale molto anni '70 e l'ha inventato un russo compare di Lenin... Il televisore è un'altra cosa.
RispondiEliminaA proposito, brucia essere un essere umano qualunque quando hai prova del fatto che si può essere un Genio, nèh? Lo so, lo so.
@Leonardo: Quando dico “facile” – ma forse è meglio il vecchio “intuitivo” - faccio ricorso alla mia esperienza personale, che ovviamente lascia il tempo che trova: negli anni passati, chi considerava il compiùter come opera del demonio in media riusciva a cavarsela meglio messo di fronte a un Mac che a un PC con Windows. Poi arrivavano quelli di Windows e dicevano che era un casino perché le cose si facevano diverse, poi arrivava l’Unix/Linuxaro a guardarti con sufficienza perché avevi bisogno della bici con le rotelle, chiaro. Ora la differenza è ridottissima, ma una quindicina d’anni fa, secondo me, non era così.
RispondiEliminaComunque no, niente OS war, ci mancherebbe - è una pratica che ha tediato tutti fin da quando ci si menava sui newsgroup per settimane. Litigare a proposito della superiorità dei sandali sulle infradito ha poco senso: ognuno giri come vuole. Una precisazione però la voglio fare. Io mi rendo benissimo conto che Apple, all’incirca dall’iPod in poi, sia diventata un’indispensabile e intollerabile griffe cool, e tutto ciò mi fa venire l’orticaria; non tanto per elitarismo da vecchio utente che se la tira e blatera su quando i treni arrivavano in orario, ma perché obiettivamente vedere diecimila pirla in coda quando apre un Apple Store ti fa rivalutare Malthus in un amen. La santificazione di Jobs è stata altrettanto insopportabile. Il nostro era (anche) un grosso stronzo, e a parte i problemi ideologici legati all’architettura chiusa e alla scelta obbligata ci sono gli operai cinesi della Foxconn, le zero lire spese per uno straccio di progetto con un barlume di risvolto etico, i licenziamenti veterocapitalisti di fronte ai colleghi per “stimolarli” eccetera eccetera. Ma – doveva arrivare, il “ma” - considerare il successo di Apple come una semplice filosofia “ama il tuo device” – che possiamo tradurre, credo, con “diventa un fanboy acritico, e se hai ancora non hai qualcosa Apple corri a rimediare altrimenti sei out” – mi pare troppo riduttivo. A me, insomma, il paragone con Leonardo (l’altro) continua a non tornare: se Da Vinci era un isolato pazzoide che non ha influenzato una fava beata ma che ci piace ricordare proprio per il suo predicar nel deserto, Jobs è più o meno il contrario; molto meno visionario di quanto lo si dipinga, autore di intuizioni tutto sommato non eclatanti ma copiate al volo da tutti gli altri. Quando ha finito di farlo coi computer è passato ai telefoni, e poi ai tablet (fra l’altro per me l’iPad è una boiata pazzesca, eh). Senza scomodare i soliti Meucci e Bell, il progresso obiettivamente va in una certa direzione: se oggi abbiamo tutti iconcine e cartelle c’è un motivo, idem se ogni smartphone ha sedici icone sullo schermo e lo scorrimento orizzontale. Al di là del “perché così è di moda”, intendo. Seguendo la metafora, credo che Jobs abbia scovato l’inventore dei bottoni che però li costruiva di quattordici chili l’uno. Lui li ha rimpiccioliti vendendoli a tre euro, e poi fortunatamente qualcuno ha cominciato a metterli sul mercato a pochi centesimi. Se ora li usiamo è merito di tutti questi tre: il primo ha avuto l’idea più o meno dal nulla, il secondo ha realizzato l’oggetto nella sua forma definitiva, il terzo l’ha divulgato alle masse. Gates conta quanto Jobs, ma quando morirà ci saranno molti meno peana perché il suo ruolo è retoricamente meno affascinante.
(Poi lo so, il discorso è tedioso e fatto mille volte. Me ne scuso)
Punto 1:
RispondiEliminaJobs = Apple?
Marchionne = Fiat?
Della Valle = Tods?
Io non credo che si possa confondere la società con l'AD, questo è successo solo con Apple.
Punto 2:
Sono convinto che se Nobel non avesse creato la dinamite ci sarebbero voluti anni prima che qualcun altro lo facesse. Non credo che Jobs (Jobs, non Apple, vedi punto 1) abbia portato il suo settore avanti di qualche anno.
Punto 3:
ci sono almeno 10 persone che se morissero domani sarebbero definite "il più grande attore italiano": i coccodrilli hanno la bocca larga. Taricone morendo è riuscito a diventare un grande attore....
L'identificazione di Apple con Jobs (che poi, a ben vedere, è la stessa di Gates con Microsoft, di Larry Ellison con Oracle, di Page e Brin con Google o di Zuckerberg con Facebook) ha dei motivi forti: l'ha fondata facendo immediatamente da uomo-copertina, ne è stato cacciato all'apice della fortuna, l'ha ripresa quando stava andando in vacca e l'ha portata ad essere la società più capitalizzata del mondo. E poi Jobs aveva un carisma - anche fastidioso e dittatoriale, per certi versi - che Marchionne o Della Valle non hanno. Insomma, "Fiat = Gianni Agnelli" sembrerebbe già più sensato, no?
RispondiEliminaChiaro, si può cascare nel trucchetto o si può rimanere più distaccati, analizzando le cose con un minimo di sguardo critico: Jobs di per sé non ha inventato nulla, ma non credo che Wozniak, senza lui a fare da catalizzatore, avrebbe fatto granché.
Quanto alle lodi sperticate e fuori luogo dei giornalisti che amano il titolone... oh, in fondo siamo nello stesso pianeta dove il critico letterario del CdS ha definito il libro d'esordio di Sorrentino "bello come la Cognizione del dolore". Di che dobbiamo stupirci, ancora?
Ma come vi permettete di parlare di Leonardo e Steve Jobs senza aver mai provato ad inventare niente? O di tecnologia senza aver mai progettato un computer? Ah, scriteriati!
RispondiEliminaIl punto davvero importante secondo me sarebbe, e mi riallaccio a quello che dice Randolph Carter, capire che cosa è successo alle nostre vite digitali da quando c'è in giro Apple, anche se non usiamo Apple (ché poi "usare" non sarebbe il termine più appropriato: si usa un pc, si usa un telefonino. Cioè dei mezzi per navigaretelefonareascoltaremp3. I prodotti Apple invece hanno quest'aura che gli permette di essere fine, oltre che mezzo strumentale. Ecco, se c'è una cosa innegabile riguardo Steve Jobs, è il talento nell'aver saputo e voluto creare l'aura).
Comunque, dicevo, prima di questa interminabile parentesi, che dovremmo quantificare l'impatto delle sue idee sulle nostre vite di consumatori tecnologici, anche non macchiani. Quanto dell'interfaccia grafica che uso su ubuntu è merito suo? Quanto l'Ipod e Itunes hanno influito sull'evoluzione del mercato musicale? Cose così, insomma. Altrimenti finirebbe con l'essere semplicemente l'inventore dei mocassini, in un mondo dove andiamo bene anche con le scarpe coi lacci, che si sciolgono, che non sono fighe. Ma noi siamo dei pragmatici, al massimo facciamo il doppio nodo.
@Pellegrina. Dov'è il coccodrillo di Sofri, ché non riesco a trovarlo?
Mentre scrivevo e facevo colazione e perdevo tutto e riscrivevo, Salsadiabli mi ha in parte risposto. Con tanto di metafora calzaturificia.
RispondiEliminaPenso questo: che quando scrivi di cose che conosci bene e che sei in grado di vivisezionare e di guardare da un punto di vista laterale e originale, sei imbattibile, oltre che estremamente godibile. Quando scrivi di cose che evidentemente ti appassionano, come il costume e la politica, riesci molto spesso ad essere ficcante, e quasi sempre divertente. Quando scrivi di cose che non sono esattamente il tuo pane quotidiano, come l'informatica e dintorni, il tutto suona come un compitino non troppo centrato inzuppato di qualche banalità di troppo, e a chi di informatica e tecnologia se ne intende lasci il leggero dispiacere di una nota falsa del - solitamente impeccabile - virtuoso. Ma niente di grave, non ti preoccupare troppo: la tua media rimane sempre molto alta. Anzi, avercene.
RispondiEliminaE dello scopritore del fuoco non vogliamo dire niente?
RispondiEliminaLeonardo (Da Vinci) fingeva di progettare elaborate macchine da guerra per fregare i suoi ricchi finanziatori. In realtà, a lui interessava l'anatomia (no pun intended).
Non cazziate Leonardo (Tondelli) perché elogia blogstarz che prima perculava, tiene famiglia, ce l'ha detto.
Si nasce scopritori del fuoco, e si muore pompieri (no pun intended).
Commento molto superficiale. Un uomo che influisce sulla vita di tutti una volta nella vita in modo positivo ha vinto. Non lo ha fatto sicuramente con l'I pad ma con quello che ha inventato negli anni '70 e con il nipotino del quale sto scrivendo...
RispondiEliminaIl "primo" personal computer: l'Apple II (1976) [modifica]
Apple II
Nel 1977 nasce l'Apple II, il primo computer per il quale fu usata l'espressione personal computer ed il primo modello di successo di tale categoria prodotto su scala industriale.[2]
Steve Jobs e Steve Wozniak nel 1976 avevano già costruito nel loro garage l'Apple I, un computer che però poteva essere appetibile solo ad un pubblico di appassionati di elettronica. Jobs desiderava rendere l'informatica accessibile a tutti quindi, rielaborando il progetto dell'Apple I, misero tutta l'elettronica in una scatola di plastica beige comprensiva di tastiera, dando così forma al personal computer che utilizziamo ancora oggi.
Apple II era dotato di un microprocessore MOS 6502 funzionante alla frequenza di 1MHz, la memoria RAM ammontava a 4KB (espandibili fino a 48-64KB), 8 alloggiamenti di espansione, un interprete "Integer Basic" su ROM, i codici dei caratteri alfanumerici erano memorizzati in una EPROM. Come memorie di massa erano utilizzati un registratore a cassette oppure uno/due drive per floppy disk da 5" 1/4, il posizionamento di finecorsa della testina di lettura non era gestito dal firmware, all'accensione, il richiamo a zero del carrello della testina durava un tempo fisso di sicurezza, pertanto era caratteristico il "grattare" dovuto al salto di passo del motore a passi del drive; una semplice aggiunta di un circuito logico costituito da flip flop da parte di hobbisti e appassionati, bastava a gestire il finecorsa.
anonimo:
RispondiElimina"Jobs(....) e' paragonabile a Da Vinci o Einstein in quanto a genialita' "
Oddio santo. Jobs, quello che ha rifatto delle robe già inventate, le ha rifatte eleganti tutte bianche con due pulsanti in meno e ce le ha fatte pagare il doppio esatto del loro valore.
Geniale come Einstein.
Vabbè.
Se si vuole andare a vedere chi è più inventore, innovatore e/o chi ha più influenzato le nostre vite, anche senza andare troppo indietro nel tempo, forse andrebbe citato un certo Tim Berners-Lee: chi? Beh, colui che ha inventato il protocollo http, il linguaggio html, il primo server web, il primo browser, la parola e il concetto di World Wide Web e fondato il W3C, in pratica l'internet come lo conosciamo oggi, senza il quale parecchie "innovazioni" di Gates e del compianto Jobs non esisterebbero neppure o avrebbero avuto una diffusione e una importanza assai più limitata.
RispondiEliminaciao Leonardo
RispondiEliminasolitamente commento con la cazzatina occasionale,
ma ora vorrei aggiungere qualcosa di sensato (spero)
spero il commento venga letto, tra pannolini e stima.
non ne sono sicuro (non vivo in italia) ma nutro il dubbio che solo in Italia SJ sia stato accostato a Leonardo da Vinci.
forse perche' in itlaia si punta all'iperbole, al paragone ad effetto? e forse Leon. d V. e' il personaggio piu' rappresentativ della fantasia, creativita' e genialita'italiana.
o forse perche' i giornalisti italiani non cooscono a fondo le tecnologie e le innovazioni introdotte (nuove o meno non e' il punto per me).
forse perche' hanno retroterra "classico"? e per classico intendo piuttosto antico, rinascimentale (come se iltempo fosse fermo alla gloriosa Italia dimenticando o ignorando i Marconi o simili)?
ancora una riga.
faccio mia, questa osservazione piu' interssante (prendo da http://tokyo40hrz.wordpress.com/2011/10/06/riferimenti/)
ntevole che una cultura profondamente consumistica come quella nostra e giapponese, tributino tanta attenzione ad un leader aziendale
con affetto
(sperando che tu riesca leggere queste 2 righe, tra i tuoi blog, pannolini e studenti)
io penso che dovremmo sempre NON confondere il successo (p.e. faletti che vende milioni di copie e chissà quanti editori e scrittori ha influenzato), tuttavia (ora azzardo) non sembra proprio un bravo scrittore!
RispondiEliminaio uso il piccì da quasi trent'anni, negli ultimi 15-20 il mac (perché son grafico).
a casa ho un piccì-windows (costa la metà di un mac e se avessi bisogno, ma certo non lo faccio! troverei i programmi da scaricare aggratis), ho un ipod, ma rimpiango il vecchio creative e ho comprato un ipod touch per vedere come funziona (son grafico e devo vedere i siti anche su accrocchi del genere) e per la maggiore capacità.
le mie ultime due macchine (10 anni cad.) erano due ford, ma credo di non aver mai saputo il nome dell'ad americano e di quello europeo... e ora ho una peugeot...
stivgiobs era bravo, come era bravo bilgheiz, sfruttavano la gente per fare gli stramiliardi. se avessero potuto ci avrebbero costretto a usare i loro accrocchi (softare e hardware) proprio come volevano loro: chiudendo (sprangando) le porte a qualunque concorrente.
come farebbe un marchionne qualunque se potesse.
dobbiamo comunque distinguere la moda dal resto. ricordando che quando i coatti arrivano a un oggetto manca poco che passi di moda. e ora i coatti adorano l'ipod e l'iphone...
parliamone fra tre anni: a quel punto sapremo distinguere meglio la moda dalle influenze culturali
@leo rotundo
RispondiElimina...sara' grave ma continuo a non vedere una cosi' grande differenza tra disegnare uno schizzo di una macchina e realizzarla... molto spesso sono due attivita' intimamente correlate ed e' difficile proseguire nell'una senza portare avanti l'altra... la grande differenza ci puo' essere semmai tra il prototipo iniziale (e relativo disegno se esiste) e quello finale (e relativo disegno)... quello che mi "rapisce" dei "disegnini" di Leonardo e' il fatto che lo schizzo sembra essere gia' il disegno finale.
@luker
...informati meglio... puo' darsi hai ragione che la passione di Leonardo era l'anatomia...tuttavia, lasciando perdere il fatto che i suoi "disegnini" forniscono le basi e la grammatica per realizzare qualsiasi meccanismo (combinando alcuni ingranaggi conici si potrebbe ottenere per esempio il moderno differenziale), i suoi scarabocchi stanno oggi venendo di fatto realizzati da appassionati del settore... se e' stata una truffa... ha funzionato!
@alessandro
Si', beh scusami ma io, nel mio piccolo quando vedo il mac air...un po' mi emoziono perche' penso a come erano i pc 30 anni fa...pero' hai ragione... sempre un pc e'... anche l'automobile in effetti non e' tanto differente da un carro... ha sempre 4 ruote!
@leonardo
Credo che tu mi abbia frainteso...la "tesi del pezzo" non e' che ci ricordiamo di piu' degli innovatori che rimangono nel deserto, bensi' che le tue sono solo parole...
In effetti comunque non c'e' niente di male a giudicare un'invenzione da utilizzatori, cosi' come si giudica un libro da lettori... quello che mi ha dato fastidio e' aver avuto l'impressione che il lettore stesse giudicando da scrittore: secondo te si stanno spendendo parole e azioni sproporzionate rispetto ai meriti di Jobs? Ok e' un'opinione (che tra l'altro parzialmente potrei anche condividere)... ma non c'e' assolutamente bisogno di denigrare la sua opera come hai fatto... il fatto che venga paragonato a Da Vinci (in Italia) o a Einstein (tra l'altro da Obama e ancor prima che morisse)? Emmammamia chissa' che paragone ardito!
Su una cosa pero' hai ragione, potevo forse tenere toni piu' bassi...
@dbS
RispondiEliminaCerto che ha la truffa ha funzionato, e funziona ancora. Leonardo sapeva bene come disegnare macchine da guerra immaginose ma abbastanza realistiche da affascinare e convincere i suoi mecenati. Nessuna di loro però avrebbe potuto davvero funzionare, e anche questo Leonardo lo sapeva bene. Non era un inventore fallito, era di fatto il primo - geniale - artista steampunk della storia.
Beh, se il paragone tra Einstein e Jobs l'ha fatto Obama...
RispondiElimina@dbf: uno schizzo rischia di essere come un'idea, generico, il mondo è pieno di gente che ha idee. Il diavolo è nei dettagli. leo rotundo
RispondiEliminaquando mangi un bel pranzo,non ti chiedi mica chi ha inventato il pomodoro, vuoi solo sapere chi l'ha cuccinato. Gli inventori sono i cuochi
RispondiEliminaecco spiegato perchè l'Italia collassa nella crisi dell'incultura, perchè esistono persone come l'articolista che ignora realtà e storia, confonde chi come Jobs ha utilizzato tecnologia esistente e chi come Leonardo ha inventato studiato approfondito e realizzato dal nulla cose che non esistevano affatto, esempio dalla più semplice "lavatrice manuale" a macchinari ad ingranaggi multipli per lavori edili ed opere idrauliche, ai più complessi studi di anatomia umana, è stato l'uomo ad "inventare" utilizzare il metodo scientifico applicato allo studio e ricerca.
RispondiEliminaQuei due nomi "altisonanti" di Jobs e Gates hanno avuto la fortuna di utilizzare l'invenzione del microprocessore e del chip al silicio realizzato da un veneto Federico Faggin naturalizzato USA, ma non solo, il primo computer fu realizzato dalla Olivetti anni prima che Gates e Jobs ci pensassero, due ingegneri dell'olivetti utilizzarono parti di calcolatrice elettromeccanica e di un telefono realizzando il primo PC della storia, purtroppo progetto mai sviluppato perchè i dirigenti-manager dell'epoca era ignoranti incompetenti.
Come osi scrivere in quel modo del Nostro Genio Leonardo, informati bene su tutte le cose che studiò e progettò, non soltanto sui progetti non riusciti. Come Leonardo nessuno, non paragonare dei barbari a LUI.
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