Noè è uno dei personaggi più patetici di Bible Fight, se riesci a vincere con lui sei veramente bravo. Il suo colpo segreto è un fischio con cui chiama tutti gli animali del mondo e ti calpestano. |
Preferisco. |
Ciao, sono Eva Mitocondriale, chi l’avrebbe detto mai. |
Noah (titolo non tradotto, immagino per ridurre al minimo le possibilità di una polemica con le autorità ecclesiastiche) ha un problema che credo si possa porre nei termini di un quattordicenne all’uscita dalla sala: dove sono gli animali? Ce ne sono pochi, tutto sommato. Tragicamente pochi per un film hollywoodiano dal budget non risibile, che racconta la storia dell’arca di Noè! E tuttavia avrebbe potuto essere un gran film. Alcuni spunti buoni c’erano: l’idea di combinare creazionismo e big bang in una sola, rapidissima, storia dell’universo in soggettiva; l’intuizione di un mondo alla Mad Max, arcaico ma già agli sgoccioli. Uno psicopatico vegano vive con la sua famiglia isolato da un mondo di carnivori. Le sue riflessioni solitarie sul mistero della creazione lo portano a una conclusione allucinata ma inesorabile: l’umanità degenerata è sul punto di essere cancellata dalla terra. E poiché il Creatore ha già mostrato in precedenza una manina un po’ pesante, meglio aiutarlo a salvare le altre specie viventi, innocenti. Costruire un’arca, chiudersi dentro, aspettare il Diluvio che senz’altro verrà. Un film del genere non sarebbe straordinariamente attuale? Quando Emma Watson, che Dio la benedica, rivelò che il film di Aronofsky poteva essere ambientato nel passato come nel futuro, io per un po’ ci ho sperato: un Noè fantascientifico. Perché no, dopotutto Noè è in ciascuno di noi. È una sindrome che ci portiamo dentro, forse un senso di colpa: perché proprio noi siamo sopravvissuti? E senz’altro è un’oscura percezione del pericolo che ci porta a immaginare e magari a concepire catastrofi. Alle nostre latitudini poi, il diluvio è davvero un’opzione da non scartare: forse il riscaldamento globale busserà alla nostra porta sotto forma di precipitazioni sempre più torrenziali, fiumi in piena, allagamenti eccetera. Noah avrebbe potuto essere il film che prende spunto da una paginetta di Bibbia (integrata coi midrashim, a quanto pare) per parlarci di noi. Poteva farcela. E invece.
E invece? Eh.
Forse non è colpa di Aronofsky. Ateo di origine ebraica, ma soprattutto newyorchese, che volete che ne sappia dell’importanza della Storia Infinita nell’immaginario dei sui coetanei europei. Magari non ha neanche visto il film. Altrimenti forse non gli sarebbe venuta l’idea, invero piuttosto bizzarra, di subappaltare l’Arca a dei mostri di pietra a sei braccia, miseri resti delle schiere angeliche. Ora, lascia perdere il piccolo particolare che tutto questo nella Bibbia non c’è (e però è anche un segno dei tempi: non credo fosse mai successo che un film di Hollywood si prendesse licenze del genere con l’Antico Testamento in un film serio, in qualcosa che non è una dichiarata parodia). Il punto è che, oltre a non esserci nella Bibbia, i mostri di pietra ci sono nella Storia Infinita, il che complica terribilmente la visione a uno spettatore europeo che si sforzi di prendere Aronofsky sul serio. Dopo i mostri di pietra ti aspetti di tutto, cani volanti e spade laser – una spada del genere in effetti c’è. Dovendo allungare il brodo, il regista ha deciso di usare ingredienti fantasy, e per quel che mi riguarda questo chiude la questione sul film. Bibbia e fantasy assieme riuscirei a concepirle soltanto in un film che si proponesse di prendere in giro entrambe, e purtroppo non è il caso.
Inevitabile ritrovarsi, dopo mezz’ora, a ridere di Cam che in mezzo a tanta distruzione biblica ha il più puberale dei problemi (non riesce a trovare una ragazza), e soprattutto a tifare per i figli di Caino, colpevoli di null’altro che di essere uomini e di comportarsi come tali, crescendo e moltiplicando fino alla devastazione del loro habitat, di qualsiasi habitat. Meritiamo il diluvio per questo? Ovviamente sì, ma il Creatore non ha qualche responsabilità? Non poteva progettarci meglio? Se ci ha fatti a sua immagine, si era visto prima allo specchio? Forse ci ha creati per questo, e i vulcani che ogni tanto esplodono non sono che foruncoli strizzati con disgusto.
Noah è al Fiamma di Cuneo (in 2d alle 14:20, 17:10, 20:00, 22:45); al Cityplex di Alba (in 2d alle 17:00, 19:30, 21:00); al Cinelandia di Borgo S. Dalmazzo (in 2d alle 14:20, 17:10, 20:00, 22:45; in 3d alle 14:25, 17:15, 20:05, 22:45); al Vittoria di Bra (in 3d alle 16:00, 18:30, 21:15); al Multilanghe di Dogliani (in 2d alle 16:05, 18:45, 21:30); ai Portici di Fossano (in 2d alle 16:00, 18:30, 21:30); all’Italia di Saluzzo (in 2d alle 16:00, 20:00, 22:20); al Cinecittà di Savigliano (in 2d alle 16:00, 18:45, 21:30). Facevo prima a scrivere dove non c’è. Buona Pasquetta!
no, gli uomini di roccia no!
RispondiEliminaho visto la storia infinita millanta volte quando i miei erano piccoli, ma se siamo a casa di mia figlia e lo danno in tv lo vediamo senz'altro
quindi appena sarà possibile lo vedremo tutti insieme per commentare gli uomini di roccia
comunque, il fatto di fare un film tratto dalla bibbia (con tutto quello che c'è sulla bibbia) inventandosi delle cose... mah!
Già purtroppo la gente se lo aspettava diverso (tradizionale). Certo che se Arnosky NON HA visto la Storia Infinita ore si trova un bel bubbone, altro che diluvio....
RispondiEliminaMa poi, cosa centra con la vicenda biblica? Poi Noè non era così disumano, come ben hai detto....
Giusto per capirci: é simile a quella grandissima cacata che é "l'Albero della vita"?
RispondiEliminaDevo confessare che non ho mai avuto il coraggio di vederlo, ne parlavano tutti male (tranne Kekkoz che vuol bene a tutti i film).
EliminaMa a occhio no, quello era un film a strati, questo è un monolito con incrostazioni fantasy.