A questo punto chi considerava Renzi un utile idiota ha avuto abbastanza occasioni per ricredersi. Sul fronte opposto, c'è chi approfitta dell'elezione di Mattarella, un giudice costituzionale dal profilo ben poco renziano, per celebrare un Renzi geniale in grado di mettere nel sacco alleati e avversari. Mi chiedo quanto quest'ultima interpretazione non risenta della nostra fame di personaggi machiavellici, della nostra necessità di immaginare al comando dei professionisti cinici ed efficienti. Forse dovremmo guardare un po' meno House of Cards, tutti quanti.
Renzi è stato bravo - non ho una grande simpatia per lui, ma quando ne azzecca una non ho difficoltà a riconoscerlo - ma non abbiamo nessun motivo per credere che l'elezione di Mattarella sia il risultato di un piano congegnato al millimetro, piuttosto che di un elaborato concorso di cause che ha favorito, come quasi sempre, chi aveva in mano le carte più buone. Può naturalmente darsi che Renzi pensasse a Mattarella già da mesi, e che abbia illuso Berlusconi per tutto questo tempo. Come può benissimo darsi che Renzi pensasse a un candidato diverso, e che a un certo punto si sia dovuto irrigidire di fronte alle richieste di Berlusconi (la grazia per sé, o per Dell'Utri).
Certo, preferire questo secondo scenario significa rinunciare all'idea del Renzi grande tessitore. In compenso recupererebbe un po' di coerenza l'azione del PD in questa legislatura, prima e dopo il cosiddetto patto del Nazareno. Per quanto costretti a venire a patti con Berlusconi, gli uomini del PD si sono sempre fermati di fronte a una soglia precisa: ogni volta che Berlusconi ha cercato di ottenere in cambio della propria collaborazione un lasciapassare giudiziario, il PD si è bloccato. Successe ai tempi della decadenza del Senato, è successo di nuovo stavolta. Magari se Berlusconi non avesse tirato troppo la corda, un presidente più vicino sia lui che a Renzi avrebbe potuto essere eletto al primo scrutinio: d'altro canto non sarebbe Berlusconi se non cercasse sempre di forzare la partita a suo favore. Contro B. però a questo punto gioca anche il tempo, che dà a Renzi un vantaggio sul quale non poterono contare i suoi predecessori. In futuro magari la racconteremo come di un Davide democratico contro un Golia monopolista, omettendo il fatto che Golia a quel punto aveva settant'anni, pendenze giudiziarie e altri acciacchi.
È facile fare ironia sui retroscenisti ossessionati dal patto del Nazareno, che anche questa volta non avevano capito niente; e però stiamo parlando di politica, che non è l'arte di indovinare quel che succederà, ma di farlo succedere. Se Renzi ha ritenuto necessario non cedere a Berlusconi e ricompattare PD (e SEL, persino), non sarà anche per merito di chi in tutto questo tempo lo ha tirato per la giacchetta accusandolo di intelligenza col nemico? Gli ultimi sondaggi non erano molto positivi per lui - è vero che di solito sbagliano, ma lui li legge lo stesso. Forse senza questa ossessione pubblicistica per l'inciucio, Renzi avrebbe avuto qualche scrupolo in meno ad accordarsi con Berlusconi. Forse, chissà.
C'è comunque un limite all'eterogenesi dei fini, ed è quello che scavalca penosamente Aldo Giannulli quando rassicura i grillini sul fatto che Mattarella al Quirinale sia una "discreta" vittoria del MoVimento. È un po' quel tipo di vittorie che l'Eiar annunciava su tutti i fronti di terra di aria e di mare negli anni Quaranta. Certo, Machiavelli riteneva più conveniente "andare drieto alla verità effettuale della cosa, che alla immaginazione di essa". D'altro canto Machiavelli scriveva per il principe, mica per un blog.
"Mastella al Quirinale" non si può sentire, nemmeno come lapsus...
RispondiEliminaLo so, è tremendo, ma ci casco una volta ogni quattro.
RispondiEliminaQueste cose, però, dovresti dirle più che altro agli amici del Post.
RispondiEliminaSo che è gente molto indaffarata — del resto mica facile barcamenarsi tra storiche supescodelle ed imperdibili puntate di imperdibili serie tv.
Ma il tempo per un'apologia renziana son convinto che lo sapran trovare.
PS: sarebbe anche interessante capire dai signori Bignardi sa a loro è chiaro il motivo per cui Marini "non è bravo", mentre Mattarella sì.