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lunedì 25 luglio 2016

Ci avete messo due anni a sentire la puzza dell'Italicum, nascondetevi

Buongiorno, mi chiamo Leonardo e non m'intendo di niente in particolare. Una cosa che seguo proprio male è la politica, non guardo neanche i talkshow, non leggo più gli editoriali e i retroscena, insomma, non ne capisco niente.

"Col tie-break non è democrazia" (gennaio 2014).
La prima volta che sentii parlare di una legge elettorale Renzi-Berlusconi - quella che poi è diventata l'Italicum - la trovai subito molto brutta, e soprattutto poco avveduta. Eravamo a inizio 2013, la situazione era già da quasi un anno tripolare, oserei dire più tripolare che adesso. Che due dei tre poli si accordassero su una legge elettorale mi sembrava inevitabile - tanto più che il terzo polo, il M5S, aveva palesato in tutti i modi la sua indisponibilità a collaborare. Quello che proprio non riuscivo a immaginarmi, e trovo ancora inspiegabile, è che Renzi e Berlusconi si fossero messi d'accordo su una legge che favoriva proprio il M5S. Perché è così: nell'autunno 2013 era talmente chiaro che l'Italicum favorisse il M5S che me ne ero accorto persino io.

Nei giorni successivi Renzi incassò i complimenti di gran parte dei dirigenti Pd, che salirono sul palco a turno a spiegare quant'era bello l'Italicum, quant'era democratico. A me invece non piaceva: non solo perché favoriva il partito del dissenso (quello tutto sommato era il male minore), ma anche perché istituiva un premio di maggioranza assolutamente sproporzionato, e i premi di maggioranza in generale sono cose rare nei Paesi davvero democratici: li ha inventati Mussolini, e oggi li usano solo in Grecia e San Marino. Il ballottaggio, poi, che in sé non è un'idea cattiva, ha senso in una repubblica presidenziale, non in una parlamentare. Gli stessi Renzi e Berlusconi sembravano volerlo evitare fissando una quota ridicolmente bassa - all'inizio il 35, poi il 37%. Una minima competenza aritmetica, nel 2013, mi suggeriva che se il 37% degli elettori vota per te, il 63% - quasi il doppio, non ti vuole. Se in barba a questa aritmetica tu governi lo stesso, e disponendo di una larga maggioranza fissata per legge, ebbene, forse non è più esattamente democrazia: questo io pensavo tre anni fa e sospettavo anche che la Corte Costituzionale, appena interpellata, avrebbe fatto di questa legge pezzettini, come della precedente di cui tutto sommato era una versione più fantasiosa e pastrocchiata.

Nei mesi successivi l'Italicum divenne una specie di simbolo di Renzi: una legge pasticciata, probabilmente incostituzionale, che lo avrebbe danneggiato, e che però doveva assolutamente passare perché... ci aveva messo la faccia. La contiguità strettissima tra l'italicum e la faccia-di-Renzi era tale che chiunque osasse parlar male della legge veniva accusato di farlo per puro odio antirenziano: uno stimato editorialista a un certo punto propose l'esperimento mentale di immaginare la stessa legge inventata da Bersani. Ci provai: mi faceva schifo lo stesso. Perché è proprio brutta, capite. E non è vero che la trovo orrenda perché l'ha inventata Renzi. Piuttosto il contrario: come posso non trovare orrendo Renzi, che ha avuto la possibilità di scrivere una legge elettorale decente e invece ha partorito questa merda? L'Italicum resse anche la fine del patto del Nazareno. Dopo la botta di ottimismo delle europee, la soglia per il ballottaggio fu spostata al 40%, un numero che si potrebbe anche considerare ragionevole, se esistesse un'altra democrazia seria al mondo dove i ballottaggi scattano sotto al 50%, quella quantità che è tradizionalmente considerata la metà di 100.

Sono passati altri due anni, e adesso l'Italicum non lo vuole più nessuno, neanche al Pd. Lo stesso presidente emerito Napolitano ci ha fatto capire che sì, andrebbe proprio cambiato. Non passa fine settimana senza che qualche esponente del Pd non ci comunichi la sua proposta che, bisogna ammetterlo, quasi sempre è peggiorativa: e ci vuole impegno a peggiorare la schifezza che è l'Italicum. Però di questo parliamo magari un'altra volta. Questo non è un pezzo serio, non è un pezzo in cui si fanno proposte operative. Quando ho iniziato a scriverlo, questo pezzo voleva descrivere un senso di vertigine. Mi chiamo Leonardo e non m'intendo di niente in particolare. Una cosa che seguo proprio male è la politica, non guardo neanche i talkshow, non leggo più gli editoriali e i retroscena, insomma, non ne capisco niente. Com'è possibile che sull'Italicum abbia avuto ragione sin dal primo momento, quando tutti si spellavano le mani e salutavano in Renzi il principe della Governabilità?

Cosa vi è successo per due anni, dove avevate messo gli occhi per vedere, e soprattutto le nari per annusare l'enorme cagata che quel ragazzo - in buona fede, per carità - stava facendo? Stavate nel Pd e dicevate sì, beh, si può migliorare ma sembra una buona base di partenza, 'sta cagata immonda: perché non andate a nascondervi? Scrivevate sul giornale che la governabilità, eh sì, la governabilità, e ci avete messo due anni per accorgervi che ops!, l'Italicum rischia di regalare il parlamento alle forze meno predisposte per governare: con che faccia riuscite a mettere ancora la vostra firma in calce alle vostre colonne di pensierini ponderati? Non ci avete capito niente, nessuno ci sta capendo niente. Io meno degli altri, ero solo un tizio che tre anni fa vedeva Renzi nudo in mezzo alla strada, con in mano un'enorme stronzo a forma di legge elettorale. Ma sapete una cosa? Anche questo ruolo mi ha stancato, comincio ad avere un'età per questa cose.

Mi piacerebbe vivere in un Paese dove gli esperti, i professionisti, non corrono dietro alla prima bandiera che accenna a sventolare. Renzi alle europee prese 11 milioni di voti - tre milioni in meno di Veltroni, che sembrava sconfittissimo nel 2008: uno in più di Bersani, che sembrava bollito nel 2013. Quel milione in più vi è salito al cervello, per due anni non avete più capito niente. Pensavate che fosse irresistibile e per carità, è una proiezione come tante, per qualche settimana forse l'ho pensato anch'io. Ma anche ammettendo un Renzi invincibile, anche immaginando un'improvviso boom economico che poi, disdetta, non c'è stato, l'Italicum continua a essere una brutta legge che con la scusa patetica della Governabilità crea un presidenzialismo di fatto: persino chi crede Renzi il migliore dei leader nel migliore dei mondi possibili, avrebbe potuto riflettere sul fatto che non è eterno, che prima o poi dovrà cedere il suo scettro, che il rischio di regalare il Paese a un futuro Uomo della Provvidenza con quella legge è altissimo, e che questo tipo di Uomini di solito la Provvidenza ce li fornisce pessimi. Tre anni in cui i renziani sembravano piovuti dalla Corea del Nord, Renzi Leader Eterno, Renzi Sole dell'Avvenire. Adesso dice che non si ricandiderà dopo il secondo mandato, si crede Obama, nessuno che gli faccia presente che un mandato presidenziale e un incarico espresso da una maggioranza parlamentare sono due cose proprio sostanzialmente diverse. È da tre anni che pasticcia con l'ordinamento costituzionale, uno spettacolo imbarazzante, e ancora più imbarazzanti sono gli osservatori laureati e addottorati che fan finta di trovare la cosa degna d'interesse. È come se la mia generazione fosse ancora all'asilo, facciamo un brogliaccio col pennarello giallo e le maestre ci applaudono, c'è senz'altro un po' di Van Gogh, in questo ragazzo, riconosciamoglielo sennò si rimette a piangere, pesta i piedi, poi si lamenta coi genitori, per carità, per carità, è un genio.

13 commenti:

  1. Diciamo che il discorso fila e non c'è niente da aggiungere.

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  2. Ancora sull'italicum stai?
    Secondo me ciò che favorisce il M5S non è il sistema elettorale, ma il fatto che prenda voti.
    Secondo me non ti fa schifo l'italicum, ti fanno schifo in generale le cose in cui alla fine vince qualcuno. L'eterno pareggio è più fertile dal punto di vista dialettico. Lascia più spazio a discussioni, equilibrismi, analisi politiche, articoli sul blog. Le vittorie e le sconfitte chiare sono semplici e banali. Come il risultato di una partita. Cosa vuoi discutere su un'1-0? Su questo ti do perfettamente ragione, solo, ammetti che è così.

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    1. Ci ha un po' fregato la metafora calcistica. A me onestamente interessa poco chi "vince": interessa chi governa, e che dovrebbe rappresentare la maggioranza assoluta dell'elettorato.

      Il m5s non prende la maggioranza assoluta: non ci va neanche vicino. Se sei il suo avversario politico, e spinto da una frenesia pre-politica di "vincere", ti inventi un sistema elettorale che rischia fortemente di dare la maggioranza assoluta in parlamento a un partito che non ha la maggioranza assoluta, e per giunta è il tuo avversario, tu stai aprendo il libro della Storia apposta per scrivere con caratteri incerti "sono stato un coglione".

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    2. Non la vedo così. Ragioni con un'ottica temporale limitata. Il M5S oggi c'è e domani non si sa. Una legge elettorale invece dovrebbe avere vita più lunga. Non è che ogni volta che cambia il quadro politico italiano devi studiarti una legge ad-hoc per far sì che l'avversario di turno non vada al governo.
      Il premio di maggioranza amplifica la volontà popolare? Ok, se la volontà popolare è di merda c'è poco da cambiare regole. Non puoi proteggere il popolo da sé stesso. Almeno si prenda la responsabilità di aver votato di merda. Sul "libro della Storia" non ci sarà scritto "chi ha deciso le regole è un coglione", ma "il popolo è un coglione".

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    3. il punto di heavymachinegun è chiaro e condivisbile: il problema non sono le regole ma i giocatori.

      Puoi avere la legge elettorale migliore del mondo, ma se dei coglioni devono eleggere dei pupazzi, cui prodest?

      Va detto però che il punto di Leonardo comunque tiene. A un popolo di coglioni condannato ad eleggere dei pupazzi vuoi dare pure una legge di merda?

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    4. Io non ho ancora capito perché questa legge sarebbe "di merda". Secondo Leonardo ormai "lo dicono tutti". Io una cosa più la dicono tutti e meno la capisco, scusate, è un limite mio.

      Cerco di raccogliere qui un po' di motivazioni che ho letto:
      1. "Favorisce il M5S". -> Non è vero. Favorisce chi prende più voti. Se sarà il M5S a prendere più voti, buon per loro.
      2. "Col tie-break non è democrazia". -> Va be'. Opinioni.
      3. "Dà la maggioranza a chi prende il 40%". -> Esatto. Si chiama premio di maggioranza.
      4. "Il premio di maggioranza lo inventò Mussolini." -> Non lo sapevo. Interessante. Ma andiamo avanti.
      5. "Il premio di maggioranza lo usano solo in Italia, in Grecia e a San Marino [e, aggiungo io, nelle regionali francesi]." -> Anche questo è interessante. Meriterebbe uno studio approfondito. Ma non è sufficiente a rendere la legge di merda.

      Postate per favore altre motivazioni, queste sono insufficienti.

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    7. Non è che lo "dicano tutti", ma se provi a cercare "italicum" con google news noterai che c'è una certa fibbrillazione, tipica di chi si accorge di averla fatta grossa.

      Mi sembra onestamente che tu non abbia intenzione di capire, per cui provo a spiegarti due cose un'altra volta e poi basta.

      1. Il ballottaggio non favorisce "chi prende più voti": come si è visto alle comunali - ma non era una novità - si può vincere il primo turno e affondare al secondo, perché il ballottaggio favorisce il voto contro. Al primo turno voti il tuo candidato, al secondo (se il tuo candidato non è passato) voti contro quello dei due che ti sta antipatico. È una specie di clausola anti-renzi che i renziani erano forse un po' troppo dabbene per capire due anni fa. Pian piano ci arrivano.

      In Francia il ballottaggio è fondamentale perché taglia le estremità, soprattutto il Fronte a destra. In Italia non c'è nessuna clausola antifascista di questo tipo, anzi.

      2. Vedi sopra, ma per favore prendi atto che il tie break non esiste in nessuna democrazia al mondo: l'hanno inventato Renzi e Berlusconi una sera. Adesso non lo vuole più nemmeno Berlusconi. Resta un tizio col cerino in mano.

      3. Lo so che si chiama "premio di maggioranza", e l'hanno inventato i "fascisti". Pochi altri a parte loro l'hanno usato. Sarebbe auspicabile che le maggioranze fossero espresse dall'elettorato, non da un algoritmo che non garantisce comunque la "governabilità".

      4. Son nozioni che si dovrebbero dare per scontate quando si discute di queste cose. L'antifascismo passa anche da qui.

      5. Nel frattempo in Grecia l'hanno tolto.

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    8. È una legge del cazzo in primis per il motivo spiegato da Leonardo: democrazia è 50%+1 (50 perchè per consuetudine ritenuta la metà di 100, il più uno in realtà è una specie di abuso di notazione, la formula corretta sarebbe [N/2]+1, con [·] parte intera), il resto è democrazia quanto la pizzeria Giulio Cesare è o semplicemente ha a che fare con Giulio Cesare.
      Siccome con questi chiari di luna della democrazia importa poco, vediamo se una motivazione "economica" va meglio: lo scenario della "paralisi" è "socialmente preferibile" a quello del "pazzo alla guida".
      La presunta ingovernabilità della prima repubblica — i governicchi di mezzo mese di cui ragliano ogni tre per due i solerti scherani di Renzi, specie quelli il cui primo ricordo, se va bene, sono le ragazzine di Non è la Rai — ha provocato un po' di debito (ma meno del Giappone), un po' di corruzione (ma non così tanto più alta del resto del mondo ricco, e sicuramente non più alta degli altri paesi mediterranei), in cambio sei arrivato ad essere la "quarta potenza industriale" (sebbene con una certificazione farlocca del farlocchissimo Economist, e per un pugno di settimane), ed anzi, forse attualmente vivacchi proprio sulla scorta di quella rendita lì.
      Il Belgio, poi, è stato senza governo per quanto?, un anno e mezzo?, insomma quella che senza un esecutivo forte va tutto a ramengo è "una narrazione" (ai miei tempi si diceva storiella; in ogni caso la condizione non è nè necessaria, nè sufficiente).
      Con l'Italicum il rischio è di dare "pieni poteri" non solo (e non tanto) a buffoni autocompiaciuti, ma proprio a pazzi, idioti, irresponsabili; già con i 5 stelle al timone non è detto che non vada a finire come in quei comuni israeliani in cui vincono gli ultraortodossi; con la differenza che qui nel caso ti commissaria qualcun altro; visti i precedenti non sembra una bella prospettiva; e secondo me può andare anche molto peggio.
      L'idea sottesa magari è di tipo più generale, meglio "minimizzare i possibili danni" che "massimizzare i possibili benefici"; non so se quando si stava meglio/peggio i treni arrivassero davvero in orario, ma è verosimile che a far fuori la mafia sia andato più vicino il prefetto Mori che non il pool (anzi: magari con la presunzione di colpevolezza la società sarebbe molto più sicura); [altri esempi più o meno calzanti]; di sicuro, almeno per me, meglio il burosauro poco smart e poco 2.0 che non dover sperare che il dittatorello pro tempore sia almeno in parte illuminato.

      PS: non credo che i fascisti abbiano mai avuto bisogno di ricorrere al premio di maggioranza; credo che nel '24 il "listone" superò il 60, dopo di che temo fu solo sì o no.

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    10. Rispondo velocemente ad Atlantropa e poi passo al commento di Leonardo che come sempre è il più interessante.

      > vediamo se una motivazione "economica" va meglio: lo scenario della "paralisi" è "socialmente preferibile" a quello del "pazzo alla guida".

      (Penso che tu volessi scrivere "economicamente preferibile".) Non mi pare. Forse la "paralisi" funzionava ai tempi d'oro, quando l'economia girava alla grande da sè. Ma adesso con l'economia ferma lo scenario "paralisi" è il peggiore.

      > La presunta ingovernabilità della prima repubblica — i governicchi di mezzo mese [...] ha provocato un po' di debito (ma meno del Giappone), un po' di corruzione (ma non così tanto più alta del resto del mondo ricco, e sicuramente non più alta degli altri paesi mediterranei), in cambio sei arrivato ad essere la "quarta potenza industriale"

      Queste le prendo come battute.

      Arrivo a Leonardo:

      > [...] il ballottaggio favorisce il voto contro. Al primo turno voti il tuo candidato, al secondo (se il tuo candidato non è passato) voti contro quello dei due che ti sta antipatico.

      Ooooooh. Che piacere. Questa di fatto è l'unica motivazione che sembra reggere un minimo. Il problema dunque è il ballottaggio, non il premio di maggioranza. Abbiamo paura che i rimontoni grillini delle comunali si ripetano su scala nazionale. E' qui che sta tutta la "fibrillazione". Tutta la "merda".

      Tuttavia non è ancora convincente. Cosa distingue un voto "a favore" da un voto "contro"? Perché un partito che prende più voti (primo turno o ballottaggio che sia) NON dovrebbe governare? Secondo quale definizione di democrazia?

      Inoltre, anche se fossero tutti voti "contro", tu stesso mi insegni che se un partito prende solo il 40%, vuol dire che ha il 60% "contro" e quindi non dovrebbe governare (da solo). Usi questo argomento (i voti "contro" vanno rispettati!) per attaccare il premio di maggioranza, ma poi usi l'argomento opposto (i voti "contro" vanno evitati!) per attaccare il ballottaggio. Qual'è il vero Leonardo?

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