Non si legifera abbastanza in fretta.
È un punto di vista condiviso da esperti e studiosi, per esempio l'altro giorno sul Corriere Franco Bassanini spiegava che "la storia ha subito in questi anni un’accelerazione straordinaria". Adesso i legislatori devono scontrarsi con realtà nuove come "Globalizzazione, climate change, terrorismo globale, internet, digitalizzazione e cybersecurity". Non si può più perder tempo a rimpallare leggi tra Camera e Senato: non si può. Vedi cosa fanno all'estero. Cosa fanno all'estero?
Da: Valerio Di Porto, I numeri delle leggi. Un percorso tra le statistiche delle legislature repubblicane. |
Scrivono meno leggi di noi.
Il nostro bicameralismo perfetto, che senza dubbio ha tanti difetti e si poteva riformare (ma con un testo decente, non con questo sbrago) produce più leggi dei bicameralismi imperfetti di altri Paesi. Nota che anche loro stanno scoprendo la globalizzazione, i cambiamenti climatici, il terrorismo, e addirittura l'internet. Ma legiferano meno di noi. Come spiegare questo fatto?
Comincerei intanto a levarci le maschere. Quello che sta chiedendo Bassanini, dal Corriere, è un regime emergenziale. La Storia è di fronte a un'accelerazione improvvisa: da qui in poi ogni mese, ogni settimana, ogni giorno richiederà leggi nuove, e quindi è irrealistico immaginare di farle scrivere a due camere, a centinaia di persone. Quanto durerà quest'emergenza? Siccome quando la Storia accelera poi difficilmente rallenta, temo che per Bassanini i regimi parlamentari siano un relitto del passato da superare di slancio.
Quello che in generale né Bassanini né molti di noi sembra cogliere con chiarezza è la differenza tra potere legislativo ed esecutivo. Confesso, è sempre stato il concetto più ostico quando mi interrogavano su Montesquieu. Tra giudiziario e legislativo non avevo difficoltà, ma la differenza tra le mansioni di governo e parlamento mi ha sempre lasciato un po' perplesso: alla fine la mandavo a memoria e amen. Ho il sospetto di non essere stato l'unico - forse è una tendenza storica. Pensate a quanto ci siamo rimasti male perché Obama non ha rivoltato gli USA come un calzino. Non poteva: era esecutivo, non legislativo. Ci sembra un'ingiustizia. In Europa del resto abbiamo sempre pensato che l'esecutivo debba avere la fiducia della maggioranza del parlamento. Non solo, ma in Italia a un certo punto abbiamo dato per scontato che uno dei compiti più importanti del governo fosse inviare al parlamento decreti legge da approvare con una certa urgenza. È una tendenza che addirittura la riforma cerca di contrastare - però l'idea rimane potente: le leggi vanno scritte in fretta. Forse non è giusto che le scriva direttamente il governo, ma allora il parlamento deve darsi una mossa, perdio, basta ping pong.
Anche qui i numeri ci dicono una cosa diversa. Il ping pong si sta sensibilmente riducendo: le leggi che hanno il sostegno di una solida maggioranza vanno abbastanza spedite. Se invece questa maggioranza non c'è (vedi il ddl Cirinnà, o quello della Kyenge sulla cittadinanza), la legge si blocca. Senza dubbio togliere una camera risolverebbe il problema, ma non nel modo in cui a volte ci auguriamo: ovvero, senza Senato certe leggi non partirebbero nemmeno. Quelle leggi che magari all'inizio alla Camera lasciano perplessi i cani più sciolti di una maggioranza, che però alla fine la votano lo stesso perché "tanto poi la cassano al Senato"; al Senato invece ne riscrivono un pezzo e alla fine quando torna alla Camera è diventata una legge più votabile. Quelle leggi a volte diventano leggi grazie al ping pong, non malgrado il ping pong. È una mia sensazione e magari mi sbaglio; ma poi uno va a vedere e scopre che l'Italia produce più leggi di altre nazioni. Forse semplicemente perché abbiamo più parlamentari, e più camere dove proporle?
(Taciamo qui di tutti i disegni di legge che alla prima approvazione della Camera erano indecenti: tutti quei casi in cui il ping pong ci ha salvato da leggi scritte coi piedi e altri organi del corpo).
Ma facciamola più semplice. Nel Regno Unito legiferano meno di noi. Nel Regno Unito stanno peggio? Hanno il fianco più scoperto nei confonti di Globalizzazione, climate change, terrorismo globale, internet, digitalizzazione e cybersecurity? In un libro di qualche secolo fa, meno conosciuto di quanto dovrebbe essere, un romanziere con la stoffa di storico si perdeva in una lunga digressione sul proliferare di editti e di grida nella Milano spagnola del Seicento. C'era in quel periodo un'emergenza criminalità: le strade pullulavano di bande armate, perlopiù assoldate da nobili per difendersi da altre bande armate assoldate da altri nobili. Di fronte a una situazione del genere, l'autorità costituita reagiva prontamente emanando non una ma due, tre, quattro, sei leggi, tutte un po' diverse, tutte un po' uguali.
Se ne doveva dedurre - sosteneva il romanziere - che nessuna di queste leggi era stata applicata. A volte si legifera molto perché non si esegue niente. Se fossi ministro dell'istruzione renderei quel libro obbligatorio nelle scuole, perché è davvero molto chiaro e istruttivo. A un certo punto c'è un avvocato che solleva dalla sua caotica scrivania un foglio appena stampato e dice al suo cliente: ecco. Questa è la legge che fa al caso nostro: è la migliore perché è la più recente. Le leggi più fresche fanno più paura. Lo rileggevo un mese fa, nel mio comune era appena passata un'ordinanza molto restrittiva sulla circolazione delle automobili nel centro - del resto abbiamo più piombo nell'aria che a Città del Messico. Stavamo quasi pensando di rottamare una vecchia utilitaria. Poi ci siamo accorti che nessuno fa le multe e niente, ce la siamo tenuta. Però vedete com'è rapido il mio comune a legiferare quando c'è un'emergenza.
Per farla breve: pur concedendo che la Storia stia accelerando, io non credo che un regime emergenziale sia una buona idea; non penso che nel futuro ci serviranno continuamente leggi nuove, leggi fresche, leggi che fanno più paura perché quelle vecchie non le rispetta nessuno. Penso che abbiamo bisogno di poche leggi e buone, scritte bene ed eseguite con fermezza. Non sono un fanatico del bicameralismo perfetto, ma quello imperfetto disegnato dalla riforma non mi piace, e in generale trovo la Fretta una consigliera troppo ascoltata da Matteo Renzi. Senza contare che dopo di lui verranno altri, e chissà che leggi manderanno alla Camera, chissà che roba ne salterà fuori. Mi sembra un rischio da evitare e quindi voto No.
(Gli altri motivi:
1. Non si riscrive la carta costituzionale col martello pneumatico.
2. Non si usa una brutta legge elettorale come moneta di scambio.
3. Non mi piacciono le riforme semipresidenziali.
4. Meglio un Renzi sconfitto oggi che un Renzi sconfitto domani
5. Mandare 21 sindaci al senato è una stronzata pazzesca
6. Mandare sindaci al senato è davvero una stronzata pazzesca.
7. Nel nuovo Senato alcune Regioni saranno super-rappresentate, ai danni di altre
8. Si poteva scrivere meglio, ma non hanno voluto.
9. Di leggi ne scriviamo già troppe: non abbiamo bisogno di scriverne di più e più in fretta, ma di farle rispettare).
"Poi ci siamo accorti che nessuno fa le multe e niente, ce la siamo tenuta."
RispondiElimina...ma non preoccuparti! appena starai abbastanza sul cazzo a un caporale (che poi giuridicamente sia un assessore o un vigile cambia poco) te le faranno!!
tu farai ricorso al prefetto!!!
che tu vinca o che tu perda, il tuo avvocato emetterà parcella!!!! e sarà contento anche lui!!!!!
Potrebbe essere anche il contrario, che le leggi passando fra le camere vengano peggiorate. Comunque nel mio piccolo ho anche io la sensazione che in Italia ci siano troppe leggi e che alla fine non vengano applicate o aggirate dai cittadini altrimenti si rischia di bloccare tutto. Un pò come avere troppe password e poi doverle disabilitare tutte per poter usare il PC.
RispondiEliminaA suo tempo dovevano averle semplificate o rottamate, forse anche questa emergenza si è esaurita.
In linea di massima concordo con l'articolo, però bisogna notare che il numero di leggi prodotte ha poco ha che fare con la velocità con cui si legifera. Un fiume largo che scorre lentamente può portare la stessa acqua di uno piccolo veloce.
RispondiEliminaQuesto è in assoluto l'argomento più debole a sostegno del no. Lo scopo della riforma è precisamente quello di migliorare il procedimento legislativo: renderlo più agile, meno sbavato, più efficace di quello attuale. Avere meno leggi e più efficaci è un obiettivo possibile solo quando il potere legislativo non è viziato come è adesso.
RispondiElimina"quando il potere legislativo non è viziato come è adesso."
EliminaPer ridurre i vizi quindi i senatori devono essere scelti dai partiti e i deputati vanno eletti su liste bloccate dai partiti.
Cioè per Piero il vizio è la democrazia e la virtù è l'oligarchia (una volta si diceva partitocrazia).
Cosa devo dirti: per me è preferibile questo all'avere due camere che legiferano solo su mandato fiduciario del governo o per decretazione d'urgenza. Ma se ci piace così, teniamocelo pure
EliminaForse su questo posso essere d'aiuto: siamo in media più veloci (o molto più veloci, a seconda dell'iniziativa) della Francia e più lenti (o poco più lenti, a seconda dell'iniziativa) della Spagna http://www.lavoce.info/archives/43595/vizi-e-virtu-del-bicameralismo-alla-prova-dei-fatti/
RispondiEliminaLeonardo ma è proprio necessario questo florilegio di post a sostegno del no? Sono d'accordo su tutto, per carità, ma trovo che stai evitando di affrontare il problema vero. Bisogna votare no, va bene, per le ragioni che scrivi, ma più in generale perchè, come dicevi anche tu tempo fa, è un tentativo patetico di fare l'occhiolino alla Ggente, al gentismo, e andrebbe rispedito indietro. Benissimo. Ma il no sembra già avere vinto. Sembra che il gentismo da cui Renzi voleva pescare abbia già detto no alla riforma, sulla base della meravigliosa argomentazione che Renzi è un politico, quindi malvagio e non deve essere creduto. Il gruppo sociale verso cui Renzi voleva accreditarsi ha già respinto lui e la sua riforma, e questo mi dice molto di quanto corta sia la furbizia politica di Renzi, e di quanto sia un leader abbastanza mediocre. Il problema in cui Renzi ci ha ficcato però mi sembra molto più grosso: la scontata vittoria del No non sarà una vittoria CONTRO i pupulismi, sarà la vittoria di Salvini e Grillo. Tu mi dici, evitiamoci di mandarli al governo con queste riforme in piedi. Io invece direi che con il no a queste riforme ci ritroveremo a breve questa gente al governo comunque, e la certezza che faranno danni ancora più gravi. Abbiamo Trump, gli inglesi impazziti, Putin,casini in mezzo mondo, Le Pen che potrebbe vincere in Francia, ma dobbiamo per forza far porcate anche noi? Non possiamo saltare un giro? E' una riforma fatta male, ma gli americani, i francesi e gli inglesi vanno avanti da sempre con sistemi ancora più bislacchi: non è che il mondo finirà se il senato diventa il dopolavoro dei sindaci, dai. E non te lo dico da sostenitore del meno peggio, perché sono arrabbiato anche io, altrimenti andrei a votare sì. Ma il no ha già vinto, i giochi sono già fatti e mi sembra che non saremo noi nella posizione per goderci la vittoria. Io credo che manco andrò a votare, per la prima volta in 15 anni.
RispondiElimina"ma è proprio necessario...?". In effetti dipende da qual è lo scopo che ci si prefigge. Quello che avrei io, e credo sia quello di Leo, sarebbe fare chiarezza nel merito e nei contenuti. Per questo sono importanti le argomentazioni razionali (pacate o meno) sia dei favorevoli che dei contrari. Il mondo non finisce il 4 dicembre. Comunque vada, e soprattutto se vince il no (non ne sarei poi così sicuro) ci vorrà qualcuno che faccia capire a chi vorrà proporre nuove modifiche alla Costituzione che, visto che i Salvini e i grillini ti sono comunque contro, magari scriverle BENE aiuta a convincere quelli come me. Se l'avessero scritta meglio e spiegata con più onesta, questa riforma, forse avrei votato sì. Non credo di essere l'unico.
EliminaLa riforma serve per far vincere te. Se vince qualcun altro è populismo (e gli inglesi che impazziscono). Dimostrazione che riforma serve proprio per ridurre spazi di democrazia e impedire il ricambio di questa classe dirigente e la messa in discussione delle sue politiche neoliberiste.
EliminaIn realtà accade con grande frequenza, per una semplice ragione, quando si allarga l discussione aumenta il numero degli aventi diritto (e molto spesso il PD del Senato mom è il PD della Camera, per fare un esempio). Quindi se dovessi dire così a spanna direi che mediamente la probabilità che un ddl esca peggiorato dai passaggi parlamentari sono maggiori di quelle che venga migliorata (mi spiace per la tesi di fondo Leonardo)
RispondiEliminaHanno hackerato Mantellini?, o ha sempre scritto con questo piglio anacolungarettiangiovanile?
EliminaAzzeccagarbugli ci insegna.
RispondiEliminaEbbene voterò anche questa volta; ho dovuto rifare la tessera elettorale gli spazi per i tmbri erano terminati, non ho mai disertato una votazione e sono contenta che questo dicembre si tratti di un referendum e non di elezioni politiche.
Ok è un referendum complicato, occorre pensare e studiare ma poi infine una decisione in coscienza la si può prendere (anche se credo che un grado di istruzione accettabile sia necessario, altrimenti tocca fidarsi di una qualche parte politica o di qualche opinionista).
Se fossero elezioni politiche credo che l'attuale panorama mi costringerebbe a nascondermi in un angolino a piangere.
Anche per me è un NO
Sono d'accordo con Mantellini. Mi sembra inoppugnabile che una delle fonti di deterioramento (e forse anche proliferazione) delle leggi sia il rimpallo Camera-Senato. Ogni modifica accresce il rischio che le leggi diventino piu` incoerenti e inefficaci. Insomma, come scrivere un romanzo in due, o peggio.
RispondiEliminaMa in effetti una domanda importante è: la riforma porta DAVVERO nella direzione che i suoi proponenti promettono? Io ho molti dubbi.
EliminaLe leggi non sono perfette di per sè. Le leggi servono per tutelare interessi e diritti. Il rimpallo fa emergere gli interessi (altrettanto meritevoli di tutela) di altre persone, altre categorie sociali. Si chiama politica, che è l'arte della mediazione. Il contrario della politica è la contrapposizione violenta tra chi deve vincere per forza e chi è destinato sempre a perdere.
EliminaIo ho la sensazione che in Italia ci siano molte leggi che semplicemente fingono di essere leggi. Prendo ad esempio la famigerata 366/98, che doveva imporre la realizzazione di sedi ciclabili su ogni strada di nuova costruzione. Di fatto ad oggi, a quasi vent'anni di distanza, più che disattesa risulta sostanzialmente inapplicata a prescindere, per il banale motivo che contiene, al suo interno, i margini per una assoluta arbitrarietà. Purtroppo le leggi italiane sono in genere dominate da una volontà di arbitrarietà. Scrivono 'obbligare', ma poi contengono qualche clausola con '...a meno che...' che manda a ramengo ogni reale efficacia. Sono, in moltissimi casi, fumo negli occhi per una popolazione fiduciosa e distratta, scritte per dilazionare sine die qualsiasi cambiamento dello status quo e rivoluzione dei poteri, legali ed illegali, che di fatto governano questo paese. L'attuale riforma non fa differenza, andando a toccare la forma (da chi viene scritta la legge) ma non la sostanza.
RispondiEliminaWow... i Promessi Sposi del Giornalino, nientemeno! Chapeau! :-)
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