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martedì 28 marzo 2017

Bambini, attenti a Nonno Superman!

Qualche giorno fa ci ha lasciato Cino Tortorella: attore, regista, giornalista, pioniere della televisione italiana, e in particolare della televisione per bambini; per più di trent'anni una presenza ubiqua su Rai e canali locali, sul Corrierino e sul Giornalino, ovunque un bimbo mettesse il naso, di lì Tortorella era passato, lasciando spesso un segno. Ma tutti lo ricorderanno soprattutto per lo Zecchino d'Oro, la rassegna canora che s'inventò dal nulla e che presentò per cinquant'anni, prima vestito da mago e poi in borghese. Lo Zecchino è stato uno dei tanti modi in cui gli italiani si sono raccontati, dagli anni Sessanta in poi. Tra una strofa e l'altra c'è il boom, la guerra fredda, la distensione, la crisi della prima repubblica e tanto altro. Qui sotto qualche appunto, e qualche dritta per chi ama il genere o deve imparare a conviverci (può succedere a chiunque).

1965: Dagli una spinta
Di scena sono i missili e i razzi a propulsion, qualcuno entra in orbita, qualcuno fa eccezion; poi quelli che ricadono in fumo se ne van: son cose che succedono, ma si rimedieran. Le generazioni centrali del Novecento sono nate col treno a vapore e hanno fatto in tempo a vedere l'uomo sulla luna: l'osservazione che altrove avrebbe ispirato epici inni al progresso, qui ottiene l'effetto contrario. Verga rovesciava positivismo e darwinismo e voleva raccontare la storia dei Vinti; Dagli una spinta finge un po' di ottimismo ma condivide lo stesso punto di vista. Non importa cosa inventeranno domani di eccezionale, vedrai che a noi si guasterà comunque. Noi siamo quelli che scendono e spingono... no, in effetti noi siamo già un po' troppo furbi, un po' troppo cinici, noi siamo quelli che dicono agli altri di scendere e spingere.



1967: Per un ditino nel telefono
Sette-sette-sette arrivò la polizia, e invadendo casa mia portò via il mio papà... La tecnologia è il male. Il bambino cerca di infilarci un dito perché è piccolo e perfido. Non ne potranno seguire che sventura e vergogna. Ci metteranno le manette i carabinieri. La polizia ci porterà in prigione. La mamma in manicomio. Ogni volta che sui giornali leggete un pezzo sgomento sugli orrori di internet e sui social network - covi di spacciatori e stupratori seriali - e vi domandate: ma questi giornalisti da dove saltano fuori?, beh, è difficile dirlo, ma forse nel 1967 seguivano lo Zecchino d'Oro (continua nientemeno che su Rivista Studio! Qui sotto lascio i video).
























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