Frank Miller, 1983. |
È sempre stato così, anche sui fumetti: gli altri eroi in costume possono anche fingere di non essere assassini, Logan questa ipocrisia non se la può permettere. Quante volte ha accostato un pugno al torace o al volto del suo nemico, quante volte abbiamo letto "SNIKT" nella vignetta successiva, senza che il disegnatore si mettesse nei guai mostrandoci i dettagli della macelleria? Ma se Wolverine è sempre stato così difficile da gestire, a chi è venuto in mente di farne un eroe in carta e pellicola? Ai lettori.
Logan non era nato per fare l'eroe. All'inizio era una comparsa in una storia di Hulk, uno di quegli antieroi esotici dai nomi buffi e dai poteri bizzarri che devono prenderle dal titolare della serie. A metà degli anni Settanta si trova inquadrato quasi suo malgrado in una banda di personaggi di secondo livello riciclati nel tentativo abbastanza disperato di salvare una testata. La testata è X-Men e nel decennio successivo diventerà anche grazie a Wolverine la più fortunata dell'universo Marvel, eppure già nei primi numeri Logan rischia il licenziamento: viene salvato da uno dei disegnatori, Byrne, per una questione di mero campanilismo (è l'unico eroe canadese). Ma all'inizio davvero non si sa come gestirlo: c'è anche qualche tentativo di utilizzarlo come una spalla comica, il tappo incazzoso che si arrabbia per primo e le prende più di tutti. Paperino. Poi piano piano il personaggio rivela delle potenzialità.
I lettori scoprono che è più vecchio degli altri; che sotto la maschera ha due basette d'altri tempi; che gli artigli non sono un gadget, ma parte del suo scheletro, per quanto questo sia anatomicamente impossibile; che le sue origini sono molto più intricate di quelle di qualsiasi altro eroe, e forse per sempre occultate da multipli lavaggi del cervello; che tutte le persone a cui vuol bene finiscono male; che guarisce da qualsiasi ferita con una velocità che varia a seconda delle esigenze di sceneggiatura, da pochi minuti a qualche giorno: quanto basta per renderlo protagonista di una serie di storie in cui prima viene massacrato da qualche nemico prepotente, poi risorge cristologicamente per vendicarsi con operazioni di chirurgia sommaria senza anestesia. Erano ancora i primi anni Ottanta e i lettori della Marvel non avevano mai letto o visto cose del genere. Wolverine, a una certa distanza è più facile capirlo, è il primo eroe americano post-Vietnam: è un reduce, è un mostro, si vergogna ma è pur sempre il migliore in quello che fa. Più vicino a Rambo che a Capitan America, Wolverine era l'eroe perfetto per far annusare un po' di sangue ai lettori preadolescenti che non potevano più riconoscersi in un Superman perfettino o uno Spiderman Bello di Nonna. Dopo di lui i fumetti si sarebbero riempiti di cloni, cyborg e ninja, tutti un po' troppo sbilanciati rispetto all'originale: con Wolverine la Marvel aveva azzeccato per puro caso il mix migliore tra umanità e ferinità.
Questo tipo di cose. |
Si chiama Dafne Keen: non è un amore? |
Il passo successivo della Fox è stato convincere Jackman a rimettersi per un'ultima volta quei maledetti artigli, ma stavolta per usarli davvero (Continua su +eventi!)
Logan è il primo film in cui Wolverine può mostrare quello in cui è il migliore: mutilare, decapitare, infilarti tre artigli nelle parti più molli del cranio e strappartelo via in scioltezza. Il fatto che sia stato annunciato come l'ultimo cinecomic di Jackman non dovrebbe lasciare molti dubbi su come andrà a finire: al suo fianco una bambina che sembra già pronta a prendere il testimone, e un memorabile Patrick Stewart: anche per lui non è solo il film d'addio a un personaggio impersonato per due decenni (il professor X), ma anche l'occasione per farci piangere più di rimpianto che di nostalgia: che grande attore, che eroe fantastico avrebbe potuto essere, se dal 2000 in poi la Fox ci avesse creduto un po' di più, se avesse messo in scena storie appena un po' più potenti. James Mangold dirige una cupa storia di riscatto e macelleria con lo stesso presagio di fine incombente: quando gli ricapita di avere un Wolverine con gli artigli in fuori? La sua idea migliore è aver stravolto completamente la storia a fumetti a cui il film in teoria si doveva ispirare. Qua è là c'è finalmente qualche idea originale che non rende Logan un capolavoro, ma probabilmente il cinecomic più interessante che vedremo quest'anno, e forse l'unico caso in cui la pellicola funziona meglio del fumetto. Se negli altri film la violenza veniva censurata, qui è talmente esibita che dopo un po' viene a noia - il che è perfettamente in linea col personaggio, un vecchio felino che non ne può più di ammazzare ma non riesce a starne fuori: e comunque è sempre il migliore. Logan è al Cityplex di Alba (19:00, 22:00, 21:00); al Cinelandia di Borgo San Dalmazzo (20:00, 22:45); all'Impero di Bra (20:00, 22:30); ai Portici di Fossano (18:30, 21:15) all'Italia di Saluzzo (21:30); al Cinecittà di Savigliano (21:30)
Hai fatto una bellissima disamina di Wolverine oltre che una recensione condivisibile. Ma io sono precisino e ti rompo lo stesso.
RispondiElimina1)Non è stata la Fox a convincere Jackman, ma Jackman a volere a tutti i costi un progetto per Logan in cui mostrasse più violenza (con conseguente abbassamento dell'età consigliata per vedere il film), a costo (si dice) di dimezzare parte del suo cachet per convincere la Fox ad assumersi il rischio. Peraltro non sono d'accordo con te sul fuori ruolo, è proprio il suo essere un bravo attore a renderlo capace di interpretare Logan anche se ha un aspetto meno trasandato e brutale del suo.
2)I Wolverine (Orsi ghiottoni) non sono felini ma mustelidi.
3)Va citato Chris Claremont, il padre putativo di Wolverine (il creatore vero è Len Wein, anche se nella versione stupida da cattivo-punching ball per Hulk), colui che ha lavorato nella caratterizzazione di Logan all'interno di quella lunga soap opera che sono stati i suoi X-men, sviluppandolo come lo conosciamo. E sempre lui, assieme a Frank Miller, nella prima miniserie di Logan gli ha dato la forma, le battute e i cliché che tutti conosciamo.
4)I film Fox non sono violenti come questo Logan, ma Wolverine comunque uccide anche ferocemente i suoi avversari. Vedi per esempio la scena dell'irruzione dei soldati in X2, quando si getta addosso a un soldato urlando e trucidandolo, se non ci fosse il sangue sarebbe una buona anticipazione di quel che poi abbiamo visto in questo Logan.
Hai ragione su Claremont, ma ne avevo già parlato un'altra volta e ho paura di ripetere sempre le stesse cose. Non è che Jackman non sia un bravo attore, ma non è mai riuscito a dare quella sensazione di bestialità che dava il personaggio nei fumetti migliori.
EliminaOggi ho visto lo chiamavano jeeg robot e poi sono andato a leggere la tua recensione. mi piace molto questa cosa di leggere la recensione dopo aver visto il film (qualche anno dopo l'uscita al cinema)
RispondiEliminale tue recensioni sono divertenti e - va detto - stimolanti
naturalmente quando guardo il film non ricordo niente della recensione letta mesi o anni prima
quindi, oh, per quel che vale - per me - continua. poi, se te dovesse anda', potresti continuare anche coi santi...