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lunedì 16 giugno 2003

Fu un fulmine a ciel sereno, che colse alla sprovvista i commentatori più navigati.
Il quorum mancato, chi avrebbe mai potuto immaginarlo?

Eppure qualcuno lo aveva previsto.
Intelligenza politica? Calcolo delle probabilità? Intuito femminile? No. Preveggenza. Nessuna teoria scientifica era in grado di spiegare le premonizioni dei soggetti-Cassandra. Si trattava di persone normali, dotate di una certa razionalità e un sano buon senso, che durante i mesi dell’eroica campagna elettorale avevano avuto una sorta di illuminazione. D’un tratto avevano saputo che il quorum non sarebbe stato raggiunto.
Molti soggetti-Cassandra, essendo attivisti o simpatizzanti del movimento referendario, si erano tenuti l’illuminazione per sé. Ciononostante, la voce era si era diffusa. I soggetti-Cassandra forse erano dei menagrami, in ogni caso perché non schedarli e studiarli approfonditamente? Chissà. Potevano essere perfino una risorsa per la prossima, eroica battaglia.

Si apri’ un dossier riservatissimo. Ma la redazione di Leonardo, veramente una spanna sopra qualsiasi cosa, è in grado di pubblicarne alcuni stralci: le testimonianze di qualche soggetto-Cassandra. Oltre le soglie della realtà. Siete pronti?


Cassandra Connection

Testimonianza di XXX, assistente universitario al Dipartimento di Scienze Inutili di Vetulonia:

Allora, quella c’era la riunione del comitato della mia città, e io ci sono andato, anche se avevo già deciso di votare Si’. La riunione era nella sede di un Partito che non era d’accordo sul referendum, ma questo lo sapevamo già e non ci preoccupavamo.
Quando sono entrato nell’ampia sala ho visto che al tavolo dei relatori c’erano 15 persone: uno dei verdi, uno del sindacato, un altro del sindacato, uno del partito, un altro del partito, uno del movimento, ecc.. “Minchia!”, mi sono detto, “questo si’ che è un Comitato”.
E… in platea?
In platea? Quando sono arrivato io c’erano tre persone, e cioè: io, la mia ragazza che mi aspettava, e un mio amico idiota, che era l’unico li’ dentro a non aver ancora deciso cosa votare. Per cui nella sala eravamo 17 Si’ e un indeciso! Non c’era storia, capisce.
E poi cos’è successo?
A un certo punto stava parlando uno dei relatori, spiegava perché era importante votare Si’, e si doleva perché nella nostra Città eravamo stati costretti a fare due comitati. E io pensai che se da qualche parte in città c’era un’altra tavola con altre 15 persone che si riunivano, la maggioranza era ancora più schiacciante! In quel momento c’è stato un gran frastuono.
Un fulmine? Un monito divino?
No, la macchinetta da caffè nell’ingresso. Il mio amico idiota si stava facendo un caffè, sa, quelle macchinette sono assordanti. Insomma, il rumore di un caffè copriva totalmente il dibattito di 15 persone ragionevoli e convinte. In quel momento ho capito che non avremmo raggiunto il quorum. Lo so che è irrazionale, ma non sono più riuscito a togliermelo dalla testa.


Testimonianza di YYY, supplente di Scuola Media.

Beh, ero appena arrivato alla festa di fine anno della mia scuola, quando m’imbatto nel genitore di uno dei miei alunni, che mi fa:”Ehi! Ciao, capo!”
I genitori dei suoi alunni la trattano cosi’?
No, di solito no, ma lui è originario del Ghana, ha modi un po’ spicci, ma è simpatico. Stava confabulando con altri genitori, un capannello multietnico.
Nel senso che gli altri erano italiani?
Marocchini. Beh, mi salutano, mi chiedono come sto, se sono contento che adesso vado in vacanza… gli spiego che la mia non è proprio vacanza, è disoccupazione, sa, io sono precario. Per cui non so nemmeno se ci sara’ il prossimo anno, coi loro ragazzi, anzi, quasi sicuramente no. E loro scuotono la testa.
Il più scuro di pelle fa: “Eh, perché è a Roma che decidono”.
E uno più chiaro: “E’ che a Roma non lavorano, fanno solo i comodi loro”.
E poi: “Ma si’, e adesso, poi, con ‘sto articolo 18…”
Io ho balbettato qualcosa, ho sorriso e ho cambiato argomento, ma in quel momento il Dubbio si è impossessato di me.
Il Dubbio?
No, volevo dire, la Certezza. La certezza che il 16 giugno avremmo fatto una brutta figura. Irrazionale, lo so: quella gente probabilmente non ha il diritto di voto, anche se lavora da più di dieci anni e ha i figli alla Scuola Media. Ma sentirsi fare un discorso da Roma Ladrona proprio da loro, beh, mi ha scombussolato un po’.


Testimonianza di ZZZ

Fu una settimana prima, stavo facendo una vasca al centro col mio ragazzo, di sinistra anch’esso. Ricordo soprattutto un gran caldo. Avevo appena formulato un pensiero: “Il prossimo week-end al mare!”, vergognandomene un po’. D’un tratto un camioncino sferragliante imbocco’ via Farini. Sul cassonetto c’era un tale col microfono. Diceva… non si capiva nulla di quel che diceva. Altri due distribuivano adesivi col SI’.
E fu in quel momento che…
Ho pensato: che modo rozzo, disperato, per convincere la gente. Tutt’intorno i negozi più cari della città. Butic, gioiellerie. Un solo slogan, ovunque, senza bisogno di cartelloni: Compra. Fa’ girare l’economia. Puoi sembrare ricco, se compri cose da ricco. Puoi essere ricco. E in mezzo alla strada un camioncino sferragliante che ti dice: “Sei povero. Non hai più sicurezze. Il massimo che puoi chiedere è di tornare al tuo posto dopo che il capo ti ha umiliato di fronte ai tuoi colleghi”.
Ha cambiato idea sul diritto al reintegro?
No. Ma ho pensato che il referendum non se lo sarebbe filato nessuno. E non sono più riuscita a cambiare idea. Irrazionale, lo so. Era solo un camioncino, tutti fanno campagna come possono. Mi dispiace avere avuto ragione.


Dispiaceva a tutti.
Sul fenomeno dei soggetti-Cassandra il Movimento (stranamente) si spacco’. Per alcuni le Cassandre rappresentavano una risorsa: come avevano annunciato una sconfitta, avrebbero potuto annunciare presto le nuove mirabolanti vittorie. Per altri le Cassandre erano solo dei pericolosi deviazionisti, che invece di darsi da fare a convincere il vicino di casa preferivano affidarsi alle loro sensazioni borghesi, e probabilmente portavano anche sfiga. Il dibattito fu acceso. Faceva caldo.
Poi qualcuno comincio’ a parlar d’altro, gli altri lo seguirono, il dossier si infilo’ in un cassetto che nessuno più riapri’. A settembre venne un grande acquazzone e nacque un comitato per un altro referendum.
La vittoria era sempre più vicina.
Potevi quasi toccarla con le dita.

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