Ma si'
(ma perché no).
Lo so che le metafore guerresche sono antipatiche, e prometto di usarle meno, ma stanotte mi è venuta in mente questa:
Mettiamo che tu sia un fantaccino in guerra, e mettiamo che i tuoi superiori facciano un errore strategico ficcandoti in un guaio: che fai, non combatti? Metti il broncio?
Io il 15 giugno votero' Si' all’estensione dei diritto al reintegro nelle aziende con meno di 16 dipendenti. Anche se credo che questo referendum sia stato un errore strategico: pero' non è più tempo di lamentarsi. Piuttosto, se si puo' dare una mano a mandare a quel paese la retorica della flessibilità, volentieri.
(E questa, per quanto contorta, piu' o meno è anche la posizione della cgil).
Votare si' non cambia il mondo, non risolve i problemi del mobbing e del lavoro nero; pero' è un’opportunità e sarebbe sciocco non tentarla. Con la legge delega n° 30 del 14.02.03, Maroni ha reso possibile frammentare le società in piccole imprese con meno di 15 dipendenti (trucco che dalle nostre parti era già stato sperimentato con successo). A questo punto i casi sono due: o togliamo a tutti la giusta causa (e allora il 23 marzo 2002 cosa abbiamo sfilato a fare), o proviamo a estenderla. Io preferisco la seconda.
Non cambia il mio giudizio sui superiori. In un bel guaio mi hanno cacciato, per ingenuità o per calcolo. Se alcuni di loro cadessero proprio in questa trincea, non ne farei un dramma. Ma non succederà. Lunedi' si conteranno i voti e si scoprirà che tutti hanno vinto, come da copione. Io metto le mani avanti:
– se la percentuale votanti oltrepasserà il 40%, dico che è un successo.
– se sarà scesa sotto il 30%, disfatta.
Tutto qui.
(Sull’altro referendum ho tuttora le idee confuse, ma mi trovo d’accordo con Livefast: quando domani busseranno alla vostra porta chiedendovi di far passare il traliccione sulla vostra testa, abbiate il buon gusto di dire "signorsi'" e stare zitti.)
(Questo pezzo viene pubblicato nel mattino inoltrato per intercessione divina).
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