Questo allargamento dell’Unione ci ha colto un po’ tutti di sorpresa, ammettiamolo.
Dovevamo ancora abituarci alle scritte in alfabeto greco sulle nostre banconote (sì, è greco), ed ecco che ci arriva un’altra infornata di popoli, lingue, alfabeti, capitali… E tutta una serie d’interrogativi angosciosi: perché i polacchi vogliono tanti deputati? Viene prima la Slovacchia o la Slovenia? Mangiano ancora i bambini? Non è che poi si scopre che sono tutti, come si dice, euro-islamici, vero?
Non demoralizzatevi, amici utenti. Anzi, passate al contrattacco. Stupite gli amici con qualche nozione inutile memorizzata a bella posta! In occasione della Festa dell’Europa (*), la Redazione di Leonardo è fiera di presentarvi il
Basic Culture Simulator – The EU Files.
Europeisti in cinque minuti!
1. Tutto quello che serve sapere sulla… Polonia.
La Polonia fa 38 milioni di abitanti, uno in meno della Spagna.
Una particolarità della Polonia, è che nei secoli si è spostata. Giuro: se guardate sugli atlanti storici, notate che col tempo è scesa in direzione sudovest. Se continuasse a questo ritmo, tra otto secoli scavalcherebbe il Portogallo e sprofonderebbe nell’Atlantico. L’Unione Europea è nata anche per risolvere questo tipo di problemi.
Sin dal Settecento, al termine delle guerre, era usanza consolidata stringersi la mano e dividersi la Polonia. Due secoli più tardi Hitler e Stalin ripresero la tradizione, con esiti meno felici.
I polacchi, si sa, sono cattolici. Attualmente sono i maggiori esportatori di preti cattolici in Europa.
La lingua polacca desta ammirazione in tutto il mondo, per l’enorme varietà di vocali e consonanti. Ascoltare un polacco al telefono è strepitoso. Magari per due o tre minuti non fa che dire “palalla madalla facalla”, e poi comincia a ingranare una serie di “wrotskghsdfz, ghjfhg, rftsaf”. Resta il dubbio che ti stia prendendo in giro.
(I polacchi hanno un senso dell’umorismo molto diverso dal nostro. Io me ne sono accorto quando ho visto una ragazza polacca guardarsi un film di Kieslowski. Rideva a crepapelle. Magari Kieslowski è per loro quello che Benigni è per noi. Magari loro credono che Benigni sia un regista drammatico. Sono supposizioni inquietanti).
I polacchi sono abituati a trovare fortuna all’estero: Joseph Conrad, Marie Curie, Chopin…In ogni caso, il polacco più famoso del mondo è Karol Woityla. E il calciatore polacco più celebre è Zbigniew Boniek. Insomma, cosa sarebbero i polacchi senza di noi? Del resto, l’automobile polacca più conosciuta in Italia è la Fiat 126 Polska.
In polacco Vodka si scrive Wodka, e si pronuncia uguale.
2. Tutto quello che serve sapere sull’… Ungheria
Gli ungheresi (“magiari” è altrettanto corretto) sono dieci milioni, uno in più della Lombardia. Nell’Indice dello Sviluppo Umano sono al 47° posto: noi al 21° (dati di quattro anni fa).
Una cosa importante: gli ungheresi non sono slavi. Tutti gli altri popoli della zona sono di origine slava, ma gli ungheresi no. Sembra una sciocchezza, ma è come dare del tunisino a un lombardo.
In effetti gli ungheresi non appartengono al ceppo indoeuropeo, “caucasico” (una volta si usava dire “ariano”). Sono invece imparentati coi popoli delle steppe, Unni, e Tartari. Ora che lo sapete, ogni volta che vedete un ungherese vi sembrerà di notare gli zigomi sporgenti, ma se ragioniamo così, dovremmo porci degli interrogativi anche su Sofia Loren.
Non essendo indoeuropea, la lingua ungherese è ancora più impossibile del polacco. Attualmente c’è solo un popolo europeo imparentato alla lontana con gli ungheresi: i finlandesi. Ma possibile che in qualche vallata d’Italia non sia rimasto neanche qualche discendente delle genti di Attila? Il che spiegherebbe certi aspetti del dialetto bergamasco. (Ripensandoci, avete notato che alcuni bergamaschi hanno gli zigomi un po’… lasciamo perdere).
L’Ungheria è una grande pianura circondata da catene di monti, senza sbocchi sul mare. Il che ci pone l’interrogativo: dove vanno a finire tutti i liquami ungheresi? Nel Danubio.
Negli anni Cinquanta i magiari avevano la nazionale di calcio più forte del mondo, eppure non hanno vinto quasi niente (solo un oro olimpico). Nel 1954 si fecero rimontare tre goal dai tedeschi occidentali in finale di Coppa del Mondo. Due anni dopo vennero invasi dai sovietici, e i campioni della nazionale profittarono di un match in trasferta di Coppa dei Campioni per espatriare clandestinamente. (Ma di tutte le nazioni, dovevano scegliere proprio la Spagna di Franco?)
Credo di aver letto un solo libro ungherese in vita mia, ma fu una lettura fondamentale: il dramma dell’unico soldato semplice in un esercito di ufficiali, o se preferite, la storia di una gang giovanile che lotta per lo spazio vitale. Si chiama I ragazzi della via Pal. Lo ha scritto Ferenc Molnar, che si gioca col capitano della nazionale Ferenc Puskas la palma di ungherese più famoso del mondo.
In pratica gli ungheresi hanno la stessa bandiera che abbiamo noi italiani, credo di derivazione napoleonica. Loro si sono tenuti la versione a bande orizzontali, noi quella a bande verticali. Forse hanno avuto più gusto loro.
Nel dopoguerra abbiamo rischiato di essere invasi dagli ungheresi. Perlomeno, questo è uno delle motivazioni ufficiali per cui era stata creata la struttura clandestina Gladio. L’allargamento dell’Unione Europea dovrebbe ovviare anche a simili problemi.
Io non ci sono stato, ma mi hanno detto che a Budapest sono tutti bellissimi, magiari e magiare. Alla faccia di noi ariani. Chissà, magari anche Attila non era il bruttone che si pensa.
(Continua)
(*) La festa dell’europa è l’otto maggio. Al mio paese, una volta, era usanza calpestare la bandiera a 12 stelle.
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