Detto tra noi, non sarebbe bello se si potesse scegliere per chi soffrire? buttar giù una lista delle priorità, in cui infilare magari tra famigliari, amori e amici le vere grandi Emergenze dell'Umanità? Insegnare al proprio cuore a preoccuparsi più per la falla nel Golfo del Messico che per le figuracce della Nazionale. Evidentemente non si può, e questo ha risvolti grotteschi, come ad esempio soffrire per Taricone. Non lo conoscevo, non c'è nulla che mi avvicinasse a lui, dai reality alle fiction italiane agli sport estremi. Non ha senso. È il cuore, se così vogliamo chiamarlo: in realtà è un dispositivo mentale intermittente che avrebbe bisogno di una seria messa in discussione. Magari un altro giorno.
Oggi si sta male per Pietro Taricone. Con la sensazione di non aver perso un grande attore, ma una persona che avevamo conosciuto. È evidentemente un'illusione indotta dal medium televisivo, ma diamine, funziona. Non ho nemmeno acceso la tv, non voglio saperne niente, eppure mi vengono alla testa centinaia di sequenze in cui Taricone non è un carabiniere o un poliziotto o un pompiere o il pusher di Maradona, ma è semplicemente Pietro Taricone. Taricone sul divano che le spara grosse, Taricone che tacchina la prima che ci sta, Taricone che pianta una tenda nel soggiorno. Taricone che fa gli addominali, ma soprattutto Taricone che si vergogna. Questo è importante. Taricone ha fatto tutto il peggio che poteva fare per vincere al Grande Fratello e trovarsi un posto al sole, ma non ne andava fiero.
Verranno a spiegarci che il primo Grande Fratello è stato diverso da tutti gli altri, grazie tante. Gli mancava ancora la possibilità che ha cavalcato in seguito, di essere la parodia di sé stesso. Ci diranno che Taricone da subito aveva capito cosa non voleva diventare: un Pietro Del Grande Fratello. Può darsi che sia andata così, in effetti questa intervista dimostra una lucidità sorprendente. È del 23 dicembre 2000, le Torri Gemelle sono ancora al loro posto e Maurizio Costanzo non ha ancora collaudato il famigerato meccanismo che trasformerà gli ex concorrenti del GF in vip istantanei da pompare e sgonfiare alla bisogna. Eppure Taricone, appena uscito da una gabbia dopo 99 giorni, ha già capito. Non era un fesso.
Questo lo si era intuito subito: non per i quiz di cultura generale in cui surclassava tutti i suoi compagni di prigionia. Non perché avesse compreso prima e meglio degli altri le regole del gioco, la necessità di buttarla sul sesso, l'autoironia con cui era opportuno sfoggiare addominali. Taricone non era un fesso perché istintivamente aveva fiutato la Bestia e si era reso conto (come pochi, anche in seguito) che era troppo grossa per lui; che valeva la pena di fare un passo indietro. Studiare recitazione, fare curriculum. In seguito sarebbe diventata una battuta ricorrente: il tale film o la tale fiction era così scarsa che "il migliore è Taricone". Ogni sua apparizione era una breccia nella quarta parete, ma non era tutta colpa sua. Il fatto è che non lo conoscevamo come si conosce un attore, maledizione. Lo conoscevamo come si conoscono gli amici. E ogni volta che metteva il naso davanti allo schermo, veniva voglia di salutarlo: aho', ma che ci fai lì.
Ci diranno che il primo GF non era il circo di freak che è diventato in seguito (tant'è che quando finisce, al suo posto fanno lo show dei record coi nani, i giganti, i mangiatori di spade, i tatuaggi e i piercing. Un succedaneo). Ma forse la strada era già segnata. Quello che per me farà sempre la differenza, l'ho scritto sopra, è stata la vergogna. I giovani d'oggi, si dice, non la conoscono. Calciatori, tronisti, Taricone somaticamente non appariva diverso, salvo che la vergogna la conosceva, io me ne ricordo abbastanza bene. La vergogna sincera, non recitata, per aver voluto estromettere Roberta Beta con una prova di forza, salvo pentirsene pubblicamente nel giro di pochi giorni. Più che la tensione erotica per Cristina, rammento la vergogna per averla simulata o addirittura provata davvero; la vergogna assai poco telegenica del down postcoitale, la vergogna per essere stato quello che tutti ti chiedono di essere, te stesso, quando te stesso in fin dei conti non è un granché. Taricone è stato sé stesso per 99 giorni, in tv; poi ha passato dieci anni a cercare di essere qualcosa di diverso, magari migliore. Non so se ci stesse riuscendo davvero. Quel che ho scoperto ieri, è che io tifavo per lui.
Si può trovare la morte con i propri hobby?
RispondiEliminasi.
credo che morire in questo modo sia indescrivibile per chiunque,
avere l'impressione di volare,
mi dispiace, non l'ho mai seguito come personaggio pubblico,
come essere umano ,si,mi dispiace.
ciao Leo.
Amelie anna
E'la prima volta che trovo il titolo di un tuo post più efficace del post.
RispondiEliminaOh nooooooooo! anche qui!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaQuesto cosa sono? radici? piedi? sedere stanziato stabilmente davanti alla tv (le conosce tutte le serie, i film...) aurgh..
Il povero Taricone era tutt'altro che un mio idolo.
RispondiEliminaPerò mi spiace per la figlia soprattutto perché io da genitore eviterei di rischiare l'osso del collo in simili cagate (in generale, non vedo alcuna utilità nel lanciarsi da un aereo che non sia l'atterrare dietro le linee nemiche, e tenere il crocicchio finchè non arrivano i carri dalla spiaggia, ma non divaghiamo) perlomeno in un mondo dove il mettere in mostra i bicipiti non ti esenta dall'assumersi qualsivoglia responsabilità nei confronti di alcuno.
uhm... non mi accodo al coro di buuu che sicuramente fioccheranno per questo post poco "elitistico". perchè anche a me, inaspettatamente, ieri dispiaceva un sacco per taricone.
RispondiEliminaforse è vero quello che dici nel tuo post, che lui a differenza di tutti gli altri una vena di umanità e di realismo ce l'aveva. forse è vero quello che dico io nel mio, cioè che quando sei giovane e vedi qualcuno diventare un personaggio (ed esserci quando succede) e poi vederlo morirne, bé, forse ti dispiace perchè cominci a capire meglio un sacco di cose.
forse.
claudio
Sono d'accordo col post di Leonardo, ed anch'io leggendo l'intervista mi sono stupito di quanto fosse "avanti" il ragazzo.
RispondiEliminaPoi mi dispiace anche perchè (giuro, non è snobberia, non ho MAI visto UNA puntata di un qualsiasi GF)aveva la faccia simpatica, poi è molto triste quando muore una persona giovane.
"È il cuore, se così vogliamo chiamarlo: in realtà è un dispositivo mentale intermittente che avrebbe bisogno di una seria messa in discussione"
Leonardo, come al solito è un genio.
Zagabart
Si vive e si muore, anche così. E' la vita
RispondiEliminaA me, la prima cosa che viene in mente è l'attenzione, assolutamente spropositata, che la stampa e la TV ha offerto a questa morte. Sono in realtà molto incavolato come un personaggio mediocre, tutto frutto dei media, abbia ottenuto la prima pagina. Piuttosto che parlare di lui, fate piuttosto un confronto con una vecchia signora che ha svolto al meglio le sue funzioni di lavoratrice, di madre e poi di nonna in una vita del tutto anonima, ed è morta magari per un banale tumore: vuoi mettere una morte spiaccicato cadendo con un paracadute?
RispondiEliminaLa verità è che siamo conformisti, e quindi la nostra mente si occupa di ciò che i media ci propongono. Poi, certo, la pietà umana verso i morti non fa esclusioni, questo è perfino ovvio.
Ma la morte è morte non c'è Media che tenga
RispondiEliminai personaggi pubblici ,hanno una eco diversa,
dalla gente comune.
l'impatto è più crudele,se si può usare questo termine in questo caso,in effetti è morto anche Aldo giuffè in questi giorni,non gli è stato dedicato molto spazio,perche personaggio,indietro nel tempo,il futuro era lo scrivo traparentesi ( quelli che escono dal grande fratello),e altri programmi detti trash,
che la gente segue come drogati,questo fatto dimostra che ci sono gli incidenti,di percorso,possono succedere a chiunque.
la Vita è accidente
o incidente.
è emergenza.
continua.
insomma il successo ,
è effimero
nei confronti della vita.
vera.
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Amelie anna
Titolo del post penoso; testo discreto.
RispondiEliminaPeccato: vi state scatenando un po' tutti, e male (anche Rocca e Saviano).
Ciao,
Alessandro
chiunque fosse morto mi sarebbe dispiaciuto ,i concorrenti del gf non li abbiamo condannati a morte la vita di taricine vale quella di un operaio morto sul luogo di lavoro ne più ne meno
RispondiEliminaper me Saviano ha scritto un bel pezzo,in ricordo di un amico,che ha frequentato.
RispondiEliminadal Vero.perche il succo sta tutto
QUA.o Qui.
Vero e Falso
specchio e reale.
quello che si vede:e quello che si è_
ciao
Amelie anna
il titolo e' cinicamente geniale.
RispondiEliminaBe' mi dispiace moltissimo che sia morto! io facevo il tifo per lui ...
RispondiEliminaBuon viaggio Pietro!
Condivido pienamente sul piano emotivo. Condivido la dimensione indotta e quasi inevitabile di questo dispiacere.
RispondiEliminaIl tuo "é il cuore, se vogliamo".
Per l'appunto.
Il titolo è di pessimo gusto e, tutto sommato, scontato. Nel merito, nessuno obbliga nessuno a soffrire per Taricone, o per chiunque altro.
RispondiEliminami piace quando parli di quel cavolo che vuoi fottendone dell'"immagine" di leonardo blogspot, e apprezzo questo post, e mi dispiace per Taricone.
RispondiElimina@Vincenzo Cucinotta
per caso scrivi battute su Spinoza?
fottendoTEne
RispondiEliminahttp://www.minimaetmoralia.it/?p=2574 Sulla vergogna, e sulla sua assenza.
RispondiEliminaIl potere della Tv appunto. Forse più che la particolarità della persona qui si dovrebbe valutare l'errore nel casting di quell'anno (rispetto ai casting successivi).
RispondiEliminaIl reality, come il documentario del resto, ha le potenzialità di illuminare personaggi interessanti. Pensiamo anche all'inglese, quello poi finito alle iene. Stesso percorso, praticamente stesso personaggio. Se fosse morto ci sarebbero state ancora più commossi "veri" che in questo caso, perché ancora più "autentico" e meno "venduto". Insomma, forse è una logica vetusta, che abbiamo già visto ad esempio nel rock, con personaggi che diventavano "veri" dopo una rissa o qualsiasi altra cazzata, o semplicemente rinunciando a sputtanarsi per un pugno di dollari.
Aveva capito la TV e aveva domato il suo personaggio mantenendo la dignità. Non esistono giocani così? Forse appunto sono finiti gli errori nei casting. Nel GF ci siamo completamente dentro, e non sappiamo nemmeno quanto.
@Anonimo delle 21.37
RispondiEliminaSe poi tu volessi farci sapere chi sei e che diavolo vorresti significare con le parole che metti giù uno dietro l'altra, penso che te ne saremmo tanto grati. Che diavolo c'entri Spinoza col presente contesto, è un mistero su cui scriveremo un giallo. Allo stsso modo, io potrei chiederti se preferisci vestirti di azzurro o di verde. Io dico: ma commentare un post è un dovere, quando non si ha nulla da dire nel merito non sarebbe più dignitoso astenersi?
Ho riletto la sua intervista con Maltese e mi sono commosso. Come davanti alla tv. Non so bene perche' e, alla fin fine, non lo voglio nemmeno sapere. Mi dispiace. E basta. Mi dispiace, cazzo.
RispondiEliminaFranco
Mi sono imbattuta in questo post per una combinazione. Un commento di Marco Simoni su Il Post. E sono rimasta sorpresa, e contenta, di averci trovato un impasto di quelle stesse sensazioni che ho provato io, già alla notizia dell'incidente: anch'io mi sono quasi sentita in difetto per il dolore che mi è esploso dentro. Ma, per una volta, ho gettato via sensi di colpa, autoanalisi, rimorsi... Perché anch'io ho scoperto quanto tifassi per Pietro. E quelli come lui.
RispondiEliminaC'è una guerra civile in atto in Italia.
RispondiEliminaNon l'abbiamo iniziata noi.
La stiamo subendo.
E una guerra silenziosa giocata con armi "che + bianche non si può".
E' stata dichiarata contro la parte umila e volenterosa del popolo italiano.
Punta ad uccidere ogni velleità di chi vorrebbe essere produttivo, innovativo, progressista.
Vuole eliminare meritocrazia, lavoro, giustizia sociale, conoscenza.
Non siamo + utili, non solo come lavoratori, ma nemmeno come risparmiatori o neanche consumatori.
La ricchezza vuole separarsi totalmente dal mondo reale (produrre, vendere) e rimanere solo finanza virtuale globale.
Non vogliono che siamo + scienziati, maestri, artigiani, imprenditori, ma solo veline, tronisti, dj, vj, pseudovip.
Non vogliono darti + nessuna possibilità di miglioiramento sociale attraverso il lavoro e l'impegno, e quindi fanno in modo che tu non le voglia.
Con la cultura del colpo gobbo.
Chiunque sia utile a questo processo, mi ha dichiarato guerra. Se muore io festeggio e lo speffeggio, non ne faccio certo un eroe.
E meno male che il paracadute della moglie si è aperto... povera bambina!
Giulio
@Vincenzo Cucinotta
RispondiEliminami chiamo... w.jbidksl (contento?), il commento delle 21,37 voleva essere fondamentalmente un apprezzamento per leonardo e ti ho chiesto se scrivevi su Spinoza perchè c'avevo letto una battuta identica al tuo commento precedente.
Cmq io forse non avrò niente da dire ma tu avevi detto 4 ovvietà in croce; spero non creda che il tuo, di commento, fosse indispensabile
ripeto quello che ha scritto claudio, perché mi è parso il commento più profondo:
RispondiEliminaquando sei giovane e vedi qualcuno diventare un personaggio e poi morirne, forse ti dispiace perché cominci a capire meglio un sacco di cose.
Carlo M
@Anonimo delle 14.27
RispondiEliminaSe ho detto delle ovvietà, immagino che tu concordi con me, ne sono felice. ma visto che io non concordo con leonardo e con la maggior parte degli altri commenti, immagino che giudichi loro come stupidi: non concordano sull'ovvio!
Ringrazio da parte loro.
Scrivi: " È il cuore, se così vogliamo chiamarlo: in realtà è un dispositivo mentale intermittente che avrebbe bisogno di una seria messa in discussione." Il cuore non va seguito supinamente, ci mancherebbe. Ma non va nemmeno sistematicamente non compreso. Il tuo sbalordimento un po' professorale di fronte alla logica dei meccanismi emotivi un tempo mi innervosiva, oggi comincio a provare una sorta di tenerezza di fronte alla tua pedanteria razionalistica. Però non basta. Non puoi sempre startene lì attonito di fronte ai cripto-ebrei e a Taricone. Fai un passo avanti.
RispondiEliminaEd ecco il commento del genio.
RispondiEliminaEccolo il giulivo Giulio, che sproloquia di guerra e di festeggiamenti per la morte di un uomo di 35 anni.
Eccolo il fanatismo idiota di chi si vede circondato da chissà quale nemico e vive un disturbo mentale come fosse una guerra, che non combatte cos' da non vere neanche la dignità di chi si sporca le mani, di chi ci mette la faccia e affronta il nemico. Eccolo il coglione di turno, ignorante come un sacco di concime maleodorante che dall'alto della sua stronzaggine inneggia alla CULTURA... sto stronzo, che non è capace di scrivere 2 righe in croce senza commettere errori per i quali anche un dodicenne si vergognerebbe.
Sto beduino, che cerca meritocrazia non rendendosi conto che se ci fosse, e fosse realmente selettiva, a quelli come lui la possibilità di scrivere su una tastiera gliela darebbero solo dopo 15 ore di lavoro in miniera.
Lui che parla di UMILTA' e si erge a giustiziere morale.
Stai zitto STRONZO.
brandavide
Al di là della tragedia umana in sè, ciò che merità un approfondimento psico-sociologico è la impressionante varietà delle reazioni emotive che si sono scatenate nei blog e sui forum.
RispondiEliminaSi passa dal profondo cordoglio alla totale indifferenza, fino a giungere addirittura a sentimenti di perverso compiacimento per l'accaduto (!).
La mente umana è davvero un mistero.
Quanto dolore proviamo per la morte di un nostro congiunto?
E quanto per la morte di un bambino africano?
E quanto per la morte di un politico per cui proviamo disprezzo?
Quanto dolore proviamo per la morte di uno stupratore seriale o di un serial killer?
C'è una relazione tra il livello del dolore che proviamo e i legami sociali/culturali che abbiamo con la vittima?
E' possibile arrivare a fare satira di una ferocia inaudita con il cadavere di Taricone ancora caldo?
http://forum.spinoza.it/viewtopic.php?f=3&t=13594
E' "umano" tutto cio?
Tamerlano
non è umano fare (liste)
RispondiEliminadi qualunque tipo
questa è l'umanita
(secondo me).
l'indifferenza è sempre
degli ignoranti,in quanto ignorano.
ciao a tutti
Amelie Anna
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaLa morte di Pietro Taricone ci commuove (molti di più di quanto si sarebbe potuto pensare), perchè in lui vediamo quella parte di noi semplice, tenera e sincera che vorremmo essere capaci di far venir fuori come lui sapeva fare.
RispondiEliminaqui, come in altri post o nei commenti ai video su youtube mi stupisco, forse non dovrei lo so ma ho 'un cuore' che ancora soffre per una morte, per la cattiveria gratuita delle persone che quasi sottintendono 'se lo meritava...poteva starsene a casa quel giorno!' mi atupisco anche di questo 'presunto senso di colpa' nel provare dolore per una morte ... non so ... sarò fuori ma non capisco ... che tristezza ... e non solo per Pietro!
RispondiEliminadida
Brandavide è apodittico, Dio l'abbia in gloria :-D
RispondiElimina@leonardo: non sarebbero da evitare gli insulti? (commento di brandavide). O fa tanto grande fratello, allora teniamoceli?
RispondiEliminaGrazie
l.
Ah, mettiamoci anche l'odio razziale magari? "beduino", sempre nello stesso commento.
RispondiEliminaMa dico, uno che ha una figlia così piccola, non dovrebbe avere un pò più di responsabilità? E non fare una cosa così pericolosa come il paracadutismo? E per cosa poi? "per sentirsi liberi" (?) Ma se uno per sentirsi libero deve agire in modo pericoloso, cosa avrà mai capito della libertà? E quelli che vanno a rotta di collo in macchina o moto e poi si schiantano, sono fighi? Secondo me, la definizione giusta é: sono PIRLA!
RispondiElimina@ Cranio di pantera
RispondiEliminaSì, vabbe', allora uno se ha senso di responsabilità e dei figli non dovrebbe: fumare, mangiare carne rossa e formaggi grassi, scendere le scale di corsa, attraversare la strada, viaggiare in autostrada, prendere il treno, l'aereo, la bicicletta, lavorare alle Torri Gemelle, attraversare i binari, guidare mangiando, fumando o parlando al cellulare, prendere il treno, andare in barca, fare scalate, non pagare il pizzo, chiedere il pizzo, usare le scale mobili, camminare con l'ipod, mangiare pollo con l'osso, andare allo stadio, riparare la lavatrice, viaggiare in roulotte, sparare i botti e... Già, di modi di morire ce n'è a bizzeffe. E nessuna è particolarmente intelligente.
Non mi piace dare del pirla ad uno che è morto per un incidente. Siamo tutti dei pirla almeno trenta volte al giorno, e il più delle volte la sfanghiamo per puro caso o, se vuoi, per fortuna.
Grazie Leonardo, è bello sapere che ci sono ancora persone che hanno e ci mettono il cuore
RispondiEliminaleggendo l'intervista di repubblica, se possibile, mi dispiaccio ancora di più per la sua morte...
RispondiEliminaOgni volta che leggo "Taricone eliminato" mi sento un po' male. E non sono uno di quelli che pensa che non si possa scherzare sulla morte di qualcuno. Non lo so: sarà che per me "è troppo presto"; sarà che mi dispiace che, nonostante il suo impegno nella recitazione, venga ricordato solo per essere stato un animale nella gabbia del GF; sarà che è brutto veder morire una persona buona e ancora giovane, con moglie e figlia; sarà che, come dice Leonardo, non importa quanto lo avessimo seguito in tv: sembra che sia morta una persona di casa.
RispondiEliminaSarà che ti rendi conto dell'mportanza di qualcosa quando l'hai persa. Mi mancherà.
E' perfetto questo post. Hai messo per iscritto il sentimento di gran parte di noi, me compreso.
RispondiEliminaProva
RispondiEliminaprova
RispondiElimina