Sapete in cosa sono cambiati i blog, disse l'anziano del villaggio? Una volta parlavano molto più di sé stessi. Oltre che ovviamente dei loro autori. Quest'ultimo aspetto più o meno è rimasto, si chiama autoreferenzialità ed è ciò che tuttora fa girare la blogopalla. Quella che invece è venuta un po' a mancare, e bisogna essere un po' maniaci per sentirne la mancanza, è la meta-referenzialità. Non tanto il parlare di sé stessi blogger, ma il parlare di sé stessi blogger in quanto blogger blogganti.
Ne sento un po' la mancanza. Dibattiti sui commenti: è meglio averli o no? I feed rss sono il futuro o un gadget per trascurabili minoranze? L'etica dello scambio di link. La Storia del blogroll nei secoli. Sembra impossibile, ma abbiamo passato anni a scrivere di queste cose, e poi ce le leggevamo e ci facevamo i complimenti. Tutto questo è finito, ormai bloggare è una cosa normale, magari un po' demodé, ma neanche abbastanza da meritarsi quei bei titoli del tipo “il blog è morto” che scatenavano lunghe discussioni sulle chances di sopravvivenza di un medium scritto quando ormai era a tutti chiaro che il futuro di internet era, era, Second Life. Ormai è andata, scrivere qui sopra è una cosa normale, persino da noi. Si fa se si ha voglia di farlo, e quasi sempre si raccontano cose su di sé e sugli altri – niente più riflessioni sulle implicazioni della partecipazione a un ipertesto collettivo. È da un po' che nessuno pubblica il solito scarabocchio gigante con la galassia dei blog vicini e lontani, uniti da lineette che non si capisce mai con che algoritmo siano state tracciate ma in fondo anche chi se ne frega, l'importante è trascorrere una lieta mezz'ora a misurare la distanza tra noi e Beppe Grillo. Neanche le classifiche fanno più litigare nessuno. Siamo diventati grandi?
Eppure i rischi di ricaduta esistono. Io per esempio sono riuscito a tenermi per anni lontano da Google Analytics. Intuivo che sarebbe stata la mia fine, come gli alcolisti di Zola davanti al distillatore di assenzio. Poi Liquida mi ha costretto a iscrivermi, in cambio di due spicci (sui quali non sputo, eh, anzi grazie Liquida, gli altri hanno parole, solo tu hai ricevute per compenso occasionale).
Di fronte a Google Analytics, ogni altro contatore di accessi è da considerarsi droga leggera, caramella al liquore. Ci puoi perdere le notti, su Google Analytics. Il giochino che mi ha preso di più, e forse ha contribuito a cambiare il mio modo di scrivere on line, è la classifica dei post più letti. Non è un mistero che bloggare sia un'attività competitiva. Però competere con gli altri è frustrante, specie quando perdi. Invece competere con sé stessi è stimolante, c'è sempre un traguardo da battere, e vi libera anche dall'annuale incombenza di scrivermi qual è il pezzo che vi è piaciuto di più dell'anno scorso: ce l'ho già la classifica dei 2000 pezzi più letti, me l'ha data Google Analytics, e io qui sotto vi allego soltanto i primi dieci posti. L'intervallo è quello tra 25 gennaio 2010 e 25 gennaio 2011: il decimo anno.
10. Le fette, non troppo sottili
Novembre è stato un mese di passione, come vedremo. La ciliegina è questo pezzo, in cui arriva per la prima volta su Leonardo una storia piuttosto complicata e delirante che è cominciata quest'estate. Qualcuno ha preso il pezzo per un attacco agli Autistici/Inventati. Non è esattamente così, volevo soltanto raccontare come l'anonimato totale (che è quello offerto da A/I) può oggettivamente mettere nei guai una persona, in questo caso me. Potevo essere più chiaro? sì. E non mi avrebbe letto nessuno. Che volete, un blog è anche un posto dove la gente viene a litigare.
9. Film per adulti
L'unica recensione cinematografica nella top ten. Tra l'altro è un pezzo lungo, e non semplice, dedicato a un film coraggioso come Noi credevamo, scritto a fine novembre quando ce n'erano ancora poche copie in giro (sono andato fino a Mantova, maledizione, la settimana dopo era all'Eden qui dietro). Insomma, un pezzo di cui andare fieri, non tanto di me stesso quanto dei lettori che premiano pezzi così complessi... anche se in realtà io so, e voi lettori sapete, che sotto questo titolo ci avremmo anche potuto mettere frasi a caso, capitoli di Alfonso Luigi Marra all'incontrario, sure coraniche e versetti dell'Upanishad tradotti da Melissa P, perché quello che fa veramente il traffico in questo caso è il titolo: Film Per Adulti. Sì, Google ha indicizzato. Tuttora arriva gente che sta cercando dei porno, e invece si trova davanti una riflessione didattica sull'opportunità di proiettare un film di tema risorgimentale nelle scuole medie. Potrei anche dire che l'ho fatto apposta. Però è triste, no? possibile che siamo ancora qui nel 2011, ad aumentare gli accessi con questi mezzucci da SEO anni Novanta? Che senso ha cercare di scrivere pezzi sempre più interessanti, quando potrei raggiungere più lettori semplicemente aggiungendo le parole Cacca o Culo nei titoli? E perché no, in fondo? Smettereste di leggermi, se in cima al solito articolo su Berlusconi o Veltroni ci trovaste la parola “Culo”? E coi venti euro in più che ci raggranellerei in capo al trimestre, potrei offrire una pizza a mia moglie e mostrare che avevo ragione io, che un giorno o l'altro tutto questo scribacchiare mi avrebbe fruttato. Andiamo avanti.
8. I funerali della volpe
Un pezzo di classica berlusconologia, scritto a metà novembre. Ci terrei a far presente che scrivere di Berlusconi è meno semplice di quel che sembra: il mercato è assai inflazionato, bisogna avere idee lucide e originali. E poi sapere arrivare nel momento giusto: quando tutti lo danno per spacciato far notare che no, non è così, ha ancora tutte le corazzate al loro posto. Sono pezzi che già dopo qualche mese non dicono più molto, ma se appaiono al momento giusto esprimono lo stato d'animo di un sacco di gente che poi ti ringrazia, ti scrive, ti fa delle proposte, e per un po' ti sembra di aver fatto qualcosa d'importante. Poi passa.
7. Dalla parte del consumatore
Il titolo neutro nasconde uno dei più esplosivi flame mai nati su questo amabile sito amatoriale. Il flame, per chi non lo sa (beato lui, comunque se vuoi provare il primo tiro è gratis) è una lunga polemica che nasce nei commenti e a volte si propaga in altri siti. In questo caso – era novembre, primo round del caso bunga-bunga – dopo una settimana di severe riflessioni su dignità, decoro, corpo della donna, io pensai che considerare Berlusconi un semplice puttaniere era un po' come inserire Marchionne nell'insieme degli operai della fiat, una forzatura: e che in fondo i primi a non apprezzare l'accostamento avrebbero dovuto essere i puttanieri stessi. Andai anche su un paio di forum a controllare, ma non trovai molto (quei ragazzi hanno un chiodo fisso), e allora il pezzo lo scrissi io, in prima persona. Perché malgrado tutti i miei sforzi per trasformarmi in un padre di famiglia responsabile e prudente, io sono così: quando fiuto la cazzata, quando punto la cazzata, quando sento il richiamo della foresta in fiamme, nulla può più trattenermi. Ora le femministe mi odiano – no, aspetta, mi odiavano già da prima per la storia di Saratoga, ci arriveremo. Alcune hanno anche scritto a Concita De Gregorio affinché mi licenzi, per una cosa che, notate, non ho scritto sull'Unità, ma su un sito di fatti miei. E magari, ecco, se avessero letto le cose che scrive la De Gregorio sull'argomento, si sarebbero risparmiate la fatica.
Comunque ho capito cosa significhi vivere in una società laica. Grosso modo, si tratta di dividere il mondo con gente che non vede le stesse cose che vedi tu, tu unisci i puntini e vedi una cosa, loro li uniscono in un altro e vedono altro; al punto che è come se appartenessimo a religioni diverse, e in fondo è proprio così. C'è gente che cammina nelle stesse strade in cui cammino io che ha scritto che in Italia non esiste, non può esistere, prostituzione senza sfruttamento; che se anche una ragazza volesse provare a metter fuori un annuncio, sarebbe subito preda del racket, qualsiasi cosa ciò significhi (credo che significhi che arrivano quelli del racket, ti incatenano e poi ti sfruttano). Ma il migliore resta sempre quel signore che mi scrisse “Il mercato sono i puttanieri come te. Fatti una sega la prossima volta. E pensa che te la sei fatta con una mano insanguinata”. Che è una cosa che mi è rimasta dentro, la sega al sangue, eccone un altro che poteva diventare poeta o pubblicitario e invece si è perso nei meandri del blogging. Ma soprattutto: dopo dieci anni che mi prendo del segaiolo in quanto blogger, finalmente qualcuno che mi rimprovera per non farmene abbastanza – anche se in realtà non c'è niente da fare, l'apologia del puttaniere è una colpa indelebile, di una religione laica che non ha ancora messo a disposizione confessionali, per cui nessuna sega laverà il sangue dalle mani che scrissero questo post. Poi come fai a prendertela coi cattolici? Sul serio: il giorno che in Italia non ci fossero più preti, mi assicurate che non vanno al potere questi qui? Coi preti almeno ci discuti, loro hanno dei vizi e tu hai i tuoi, ci sono i margini per trovare compromessi. Ma questi nel giro di una generazione le mani ce le tagliano, l'Iran è più vicino di quello che ti aspetti (e soprattutto non arriva dalla parte da cui te lo aspetti).
6. Se i bimbominkia sapessero
A settembre Berlusconi sonnecchiava e passavo il tempo scrivendo pezzi contro la lingua italiana che hanno avuto un insperato successo – ma no, in realtà nel pazzo mondo dei blog italiani la grammatica è sempre stata sexy. E Google Italia mi vuole bene, per cui se scrivo un pezzo sui bimbominkia, esso arriva subito nella prima pagina dei risultati per bimbominkia. E poi basta, non avrei molto da aggiungere. Ah, sì: un pezzo come questo non sarei mai riuscito neanche solo a concepirlo se non fossi diventato negli anni un lettore compulsivo di Malvestite, uno dei pochi blog che mi hanno davvero insegnato delle cose, cose importanti (Twilight, il vecchiettismo) che addirittura mi sono state utili sul luogo di lavoro, e che oggi mi manca tantissimo, ogni volta che leggo qualcuno che cerca di sfottere i libri di Alfonso Luigi Marra senza essere Betty Moore.
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Se gli accessi si erano ingrossati, pensa a quanto si ingrosseranno adesso che hai parlato di "sega al sangue".
RispondiEliminaMa no, non è che basta scrivere le parolacce, bisogna lincarle.
RispondiElimina(E poi non c'è su internet tutta questa gente desiderosa di seghe al sangue, o c'è? Palesatevi, non abbiate vergogne).
il mio post più visitato è quello dedicato allo "sbincamento anale", tanto per dire, per il resto non sapevo che Liquida pagasse, si possono chiedere gli arretrati?
RispondiEliminaBeh Mazzetta se vogliamo aiutare questo post dobbiamo citare correttamente. Hey ragazzi sapete: il post più visitato di Mazzetta è quello dedicato allo sbiancamento anale! :)
RispondiEliminaAl
meledetti refusi http://mazzetta.splinder.com/post/19545561/tremate-arriva-lo-sbiancamento-anale
RispondiEliminaecco, rimediato, è ancora lì in cima a gugòl, tutta colpa della Litizzetto che in poche ore mi procurò 10.000 accessi citandolo in TV e invitando la gente a guardare in rete :D
le statistiche sono una droga.
RispondiEliminaio non ho mai avuto accessi decenti (del resto non è che abbia mai scritto grandi cose (o almeno le avessi scritte decentemente), però mi ricordo di aver tolto le statistiche un giorno, quando in seguito a un no mi ricordo cosa dei tizi mi volevano linciare e fecero salire il contatore a palla e io... decisi che potevo smettere quando volevo e allora smisi. non c'era altro modo di sapere che veramente ce la potevo fare a smettere.
perchè c'è una cosa più brutta di un tipo di talento che controlla gli accessi troppo spesso: una mezza sega che controlla gli accessi molto spesso e pensa (chissà?!) se io ho più accessi di te allora sei tu la mezza sega!
si può essere delle mezze seghe con tanti accessi o viceversa o come ti pare. se tanti leggono influenzi, se pochi leggono non influenzi... ma la qualità è indipendente dai numeri.
però se grillo si sente 'stocazzo per avere millanta accessi (gratis) al giorno come dovrebbe sentirsi un eziomauro, ma anche un vittoriofeltri (puà che schifo!) con centinaia di migliaia di copie vendute ogni giorno?
Caro Leonardo, ho appena letto due dei tuoi scritti.....umanissimi e, per me, Bellissimi. I commenti o, alcuni di questi, mi hanno fatto cadere le braccia.Mi e' sembrato che molti "lettori" ,non solo non prendono sul serio ciö che dici-scantonando su altre cose, ma pare abbiano la "sindrome" del bastian contrario. E' solo la mia impressione.Ps.Dell'Egitto Noi, non abbaimo ancora la "disperazione del :-un giovane su due disoccupato....forse.....G. Cara, emigrante
RispondiEliminaÈ stato grazie ai "Bimbominkia" che mi sono innamorato del tuo blog. Approfitto dell'occasione per ringraziarti!
RispondiEliminaE poi… complimenti per la nuova veste grafica: molto bella la scelta dei font, permessa dal passaggio a HTML5!
Davvero, "vecchiettismo" è una cosa che ti resta dentro, una parola che mancava e di cui avevamo bisogno (come bimbominkia, del resto). Che fine ha fatto Betty?
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