Brancati is not amused. |
A San Vitaliano capitò, verso la fine del settimo secolo, di svegliarsi molto presto, come tutti i giorni, per il servizio mattutino; di intonare i salmi in cattedrale con gli occhi probabilmente ancora incispati di sonno; e di cominciare a udire, negli intervalli tra inno e responsorio, qualche risolino sempre meno imbarazzato, finché non capì che stava succedendo qualcosa di veramente terribile; e solo in quel momento aprì gli occhi davvero; e solo in quel momento si accorse che era vestito da donna.
Da donna come?
La leggenda non lo dice! e quindi siamo liberi di sfrenarci: reggicalze, guêpière, eccetera. Anche se più probabilmente era un semplice sottanone: ma siamo nel settimo secolo, quasi ottavo, qualsiasi indumento femminile in quella situazione sarebbe risultato piuttosto conturbante. Bisogna anche dire che il mattutino si cantava molto presto: prima dell'alba. Con tutto questo, per arrivare vestiti da donna in cattedrale ci vuole una certa disattenzione. Vale la pena di ricordare ancora una volta che il travestitismo fu ritenuto per tutto il medioevo un peccato gravissimo (carnevale a parte), e che a Giovanna d'Arco alla fine bastò mettersi in pantaloni per farsi bruciare come eretica. In seguito Vitaliano riuscì a dimostrare che si era vestito così a sua insaputa: alcuni suoi nemici, preti invidiosi che mal digerivano la sua popolarità presso i fedeli capuani, gli avrebbero sostituito nottetempo i paramenti sacri con abiti femminei; Vitaliano poi era uno di quelli che al mattino si vestono alla cieca, senza neanche accendere il lume, e così... in fondo sempre gonne sono, no? Devo dire che non è così implausibile. Meno di un vescovo col fetish degli indumenti femminili? Non saprei.
La prima reazione di Vitaliano fu darsela a gambe in direzione Vaticano, dove il Papa lo avrebbe senz'altro capito e sostenuto... (continua sul Post).
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