Lui è Steve Coogan, è bravissimo, ma dopo 24Hours Party People gli vorrei bene anche se stesse di spalle per tutto il film. |
Lei è una timida orfanella lavandaia; lui è un bellissimo principe in incognito. Si incontrano alla fiera di Roscrea; ma come andrà a finire non lo potreste immaginare in un milione di anni...
Recentemente ho letto di un collegio, in Irlanda, dove tra il 1926 e il 1961 sono scomparsi più o meno 800 bambini. Erano tutti figli di donne non sposate, e possono essere morti per centinaia di motivi: parti finiti male, tubercolosi, denutrizione, eccetera. L'Irlanda aveva in quegli anni il tasso più alto di mortalità infantile in Europa occidentale. Una ricercatrice dilettante sta cercando di capire se siano finiti in una fossa comune. In paese qualcuno ricorda che da bambino aveva sentito parlare di ritrovamenti di scheletrini, in qualche fratta, ma sono storie vecchie, leggende ormai; non interessano a nessuno. Non interessano a nessuno?
La vera Philomena (si chiama davvero così), ricevuta dal capo della ditta. |
Avete sentito dire, poniamo, di Mauro Inzoli? (continua su +eventi!)
Sacerdote lombardo con incarichi importantissimi in area CL, sospeso dal sacerdozio due anni fa a causa di accuse infamanti che in giugno sono state confermate in un decreto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Inzoli, insomma, per la Chiesa ha abusato di un minore. Per la Chiesa è ufficiale, il vescovo di Crema sostiene che sono state "eseguite rigorose ricerche". Se non ne avete sentito parlare, consolatevi: nemmeno la giustizia italiana. Nessuno ha denunciato Inzoli a nessuna procura (solo un deputato di SEL ha annunciato che farà un esposto) e, forse anche per questo, nessun giornale ha insistito più di tanto sulla notizia: cioè in fondo che vuoi che sia, un prete in più un prete in meno.
Quando l'anno scorso uscì Philomena, qualcuno scrisse che di propaganda anticattolica non se ne può più. Magari anche in buona fede: a furia di battere il chiodo sulle lavanderie irlandesi o sui preti pedofili si finisce per annoiare il pubblico, per allontanarlo. In linea generale può darsi, ma insomma non mi pare che ci sia tutta questa attenzione sulla Chiesa, almeno qui da noi. Peraltro, Philomena è un film abbastanza grande da difendersi da solo: vuoi per la scrittura sobria, un po' scolastica soprattutto nei flashback iniziali, ma spietata; vuoi per la grandezza di Judi Dench, eroica e insopportabile, che sfinisce leggendo il menu del buffet e commuove anche solo sbattendo le palpebre.
Si meritava un Oscar per questo, non per quegli 8 minuti da Regina Elisabetta (ancorché notevoli) in Shakespeare in Love. |
(che è successo? t'hanno rifiutato il pezzo a cuneo e provincia quando sei vivo?)
RispondiEliminaè giù il sito.
RispondiElimina(ah.
Eliminamo allora me lo faccio io il film, con M irritata per chissà che, che va da Q e...)
Quello non è il capo della ditta, è il direttore Marketing.
RispondiEliminaForse le condizioni socioeconomiche non erano altrettanto drammatiche? Oppure in molti territori la fede nel sole dell'avvenire ha fortunatamente messo i più vulnerabili al riparo delle attenzioni di preti e suore?
RispondiEliminaLepidia