Il diciotto gennaio del 2014, il segretario del PD - non ancora presidente del Consiglio - Matteo Renzi incontrò Berlusconi e stilò con lui la bozza di una riforma elettorale (secondo i berlusconiani c'era anche una postilla, una riforma della giustizia, robetta). Un mese dopo Matteo Renzi si installava a Palazzo Chigi e annunciava "una riforma al mese"; in particolare la riforma del Senato era prevista intorno al 25 maggio, mentre quella elettorale sarebbe stata pronta per settembre. Entrambe erano state concordate con il presidente di uno dei principali partiti dell'opposizione, Silvio Berlusconi, e quindi non era così strano scommettere su un percorso parlamentare abbastanza breve.
È il 25 luglio del 2014. Sono passati cinque mesi, non tutti scanditi dall'approvazione di memorabili riforme. Renzi nel frattempo ha vinto le elezioni europee, ma il parlamento è ancora quello di prima, ed evidentemente maldigerisce il ritmo decisionista del nuovo arrivato. La riforma elettorale è impantanata in Senato, Grasso su pressione del Quirinale ha contingentato la discussione sugli emendamenti; il voto è previsto per l'otto agosto, ma Calderoli (che a questo punto è di quelli che la sa lunga) dice che tanto non passerà. Qualcuno potrebbe argomentare che l'idea di affidarsi a un parlamento vecchio per lanciare una serie di riforme rottamatrici e destabilizzanti non era, in partenza, molto brillante: ma è andata così, inutile recriminare. Piuttosto è interessante notare come ieri sera il ministro Boschi abbia buttato lì una notizia che, in effetti, cambia le carte in tavola: ha riconosciuto che una volta emanate le riforme si farà un referendum confermativo.
Lo ha detto come se fosse una cosa scontata, e invece no, scontato fin qui non lo era affatto. Il referendum confermativo (che non richiede il quorum) si può fare soltanto se una modifica costituzionale non ottiene una maggioranza qualificata in parlamento (due terzi). In sostanza, con molta serenità la Boschi ha ammesso una sconfitta: dopo cinque mesi che se ne parla, e ogni settimana è data per decisiva, alla fine la legge non ha ancora una maggioranza che le consente di camminare con le sue gambe. Berlusconi sembrava d'accordo, Alfano era d'accordo, eppure per una strana serie di circostanze la maggioranza necessaria non c'è. Bisognerà chiedere il parere agli italiani. Una prova di forza che Renzi è evidentemente sicuro di superare, anche se -
- c'è qualcosa che non ho capito, scusate.
Ma allora perché facciamo le riforme con Berlusconi?
Avevo capito che fosse una scelta, come dire, obbligata. Perché d'accordo, è un vecchio laido condannato ai servizi sociali, ma c'è ancora tanta gente che gli vuole bene, e chi siamo noi per giudicare. Soprattutto, era l'unico che poteva portarci in dote una maggioranza qualificata. Ora però si scopre che questa famosa maggioranza non c'è. E quindi, insomma, se la dote non c'è di solito il matrimonio salta. Nei matrimoni d'interesse, perlomeno funziona così. E questo è un matrimonio d'interesse, vero?
O è un matrimonio d'amore?
Ecco, magari prima di andare avanti verifichiamo questa cosa, che è importante. Qualcuno si è forse innamorato di Berlusconi ultimamente? Io no. Tu sì? Ammettilo, accettalo, anche perché sennò questa cosa non si spiega. Io ero rimasto che con Berlusconi si dovesse fare un affare: le riforme con la maggioranza qualificata. Peraltro, sono riforme piuttosto brutte - in sostanza è l'ennesima riproposizione di quella portata indigesta che non ci è mai andata giù, il presidenzialismo. Il patto di fidanzamento - per quel poco che si sa - prevedeva addirittura un ballottaggio-referendum tra i due candidati meglio piazzati, una cosa che in Europa non si è mai vista; un tie-break dove chi la spunta di uno 0,1% vince tutto. Più presidenzialista di così, senza metterci l'etichetta "presidenzialismo", è oggettivamente impossibile. Pure questo avevamo concesso a Berlusconi - però lui doveva portarci una dote in cambio. La dote dov'è?
Quindi, ricapitolando. La riforma faceva schifo, ma era l'unica che si poteva fare con una maggioranza qualificata, cioè Berlusconi - però si è scoperto che Berlusconi non vuol dire maggioranza qualificata.
Faceva schifo, ma se ne poteva discutere: non in commissione però, in aula. Poi si è arrivati in aula e si è scoperto che non si poteva discutere neanche lì.
Ora pare che si andrà al referendum. Mettiamo le cose in chiaro: sarà un referendum su Renzi - non c'è verso che si possa impostare diversamente. Ma sarà anche la cerimonia nuziale tra Renzi e Berlusconi. Quest'ultimo rimane, fino a prova contraria, un vecchio laido condannato ai servizi sociali. Dovrete portarlo sugli scudi, dovrete proclamare che lo amate e che la riforma che fate con lui l'avete scritta con un trasporto sincero. Magari gli elettori applaudiranno la schietta espressione dei vostri sentimenti e correranno alle urne a benedire la vostra unione. Magari andrà così.
Faccio presente un'ultima cosa: quel tizio laido in passato ha già fottuto persone più esperte di voi. Doveva portarvi in dote una maggioranza qualificata, e la maggioranza qualificata non c'è. Dovrebbe aiutarvi a portare almeno un po' di elettori alle urne per il referendum, ma chissà se lo farà. Chissà se gli interessano davvero queste riforme. Chissà se non preferisce mollarvi all'altare e far rimediare all'unico candidato PD ormai credibile una grottesca e irredimibile figura di merda. Chissà.
Si si, a questo punto le cose si stanno per mettere di merda. Il vecchio laido sembra avanzare di una mossa, daltronde quando mai, mentre lui era al governo si è sognato di chiedere il sostegno di un partito di opposizione, perlomeno in modo plateale? Sa che gli accordi col nemico al governo si fanno solo per distruggerli al momento giusto, è di una semplicità banale.
RispondiEliminaIn ogni caso il referendum, nonostante i tweet, potrebbe non esserci se spuntasse la maggioranza qualificata. E Renzi avrebbe il vantaggio che se non c'è una maggioranza qualificata, FI no è compatta, può introdurre le preferenze alla camera e demolire FI. Potrebbe. Penso ne vedremo delle belle. In fondo lui ha il coltello dalla parte del manico delle elezioni anticipate.
Riguardo all'Italicum continuo a capire Renzi, di tutti gli anni che sono passati, di tutti i grandi giuristi che ora sgranano gli occhi scandalizzati, qualcuno che sia riuscito a trovare una convergenza decente c'è mai stato? s'è mai sentita una proposta alternativa al porcellum nei media a parte l'Italicum?
MAI. Mai nemmeno nessuno che dopo la sentenza che abroga il porcellum dica: è meglio lasciare tutto così.
Ora si avventano sull'unica proposta fattibile (politicamente) proponendo migliaia di correttivi e polemiche, mi dispiace ma potevano, (potevamo) pensarci prima.
Non sono un giurista e non voglio nemmeno addentrarmi dentro le tecnicalità delle leggi elettorali, se fosse per me, farei inclusa alla legge elettorale anche una legge che imponga la democrazia interna ai partiti, in modo verificabile, che metta fuori legge movimenti intestati e controllati da una sola persona come il M5S o da un gruppo economico (FI).
Se dipendesse da me avrei abolito le giunte regionali e avrei potenziato quelle provinciali, le regionali sarebbero da costituire in modo non elettivo con i rappresentanti delle province, perchè gli sprechi restano lì, mentre le giunte provinciali sono più vicine ai territori e molto più controllabili. Le Regioni sono dei mini parlamenti incontrollabili, tanti senati arraffoni.
Ma non ho fatto niente per spingere questa idea, quindi accetto di malavoglia che le persone di cui mi fido di più facciano scelte valide per il futuro. Altrimenti smetterò di fidarmi di loro.
Non chiederti cosa Berlusconi può fare per te, chiediti cosa tu puoi fare per Berlusconi.
RispondiEliminaL'avete capito che il vostro rapporto di amore "odio" con mister b. ci ha portati a questa situazione?
EliminaAncora no eh....
Ma non è che si sono innamorati del Berlusca, è che, scartato lui, rimane solo Grillo e a conti fatti, diciamolo, chi mai si sposerebbe uno che fa il bucato con la biowashball?
RispondiEliminaAncora con questa storia della biowashball? cambiate disco, che questo è rotto! Quella è una storia vecchia, che risaliva a quando Grillo pensava si potesse ancora far qualcosa coi verdi, ma il M5S a differenza dei partiti tradizionali è in grado di innovarsi e di stare al passo coi tempi.
EliminaI tempi sono cambiati, gli argomenti cambiano, le idee nuove nascono, i verdi sono rimasti fermi, noi guardiamo al futuro! Il fatto che tu attacchi una strategia politica vecchia di anni e ormai superata dimostra che voi della partitocrazia non siete in grado di innovarvi: ti sembra che il M5S sia ancora assieme ai verdi? Noi ci innoviamo, perché siamo organizzati dal basso e coltiviamo le idee innovative della società in Italia e in Europa. Ma tu sei fermo all'ambientalismo vetero anni settanta.
A dire il vero hanno sempre detto che ci sarebbe stato un referendum confermativo, sin da quando è iniziata la discussione.
RispondiEliminaDiciamo che nessun matto si sognerebbe mai, con un parlamento come quello attuale, di dare per certa una qualsiasi promessa di maggioranza qualificata.
RispondiEliminaTantomeno se te la promette Berlusconi, appunto.
Io me la spiego così.
Poi è chiaro che il trappolone è lì che si staglia come il sole in un cielo terso, ma pur non avendo un giudizio di Renzi particolarmente positivo, non me la sento di liquidare la questione poggiandola sul dubbio che lui sia l'unico in tutta italia a non averlo visto.
Sta facendo un gioco decisamente (ogni giorno più) azzardato e questo è certo, ma a oggi non ha fatto altro e al momento gli sono riusciti praticamente tutti.
Può essere nello stesso momento l'unico a non conoscere Berlusconi?
Domanda (ormai ho perso un po' il conto): al Senato come siamo messi? Cioè, alla Camera Berlusconi ci serve per la maggioranza qualificata, perché quella semplice (grazie al porcellum) ce l'abbiamo già. Ma al Senato? Perché per passare una riforma - anche con referendum confermativo - bisogna pur sempre avere almeno una maggioranza semplice anche al Senato, e al momento, tra opposizioni interne, franchi tiratori e tutto il resto, non sono così sicuro che senza la "dote" di Berlusconi ce l'avremmo.
RispondiEliminaAl Senato manca.
EliminaSe il PD avesse avuto la maggioranza anche al Senato, Bersani non avrebbe implorato i cinquestelle nel Febbraio 2013.
Se il PD avesse avuto la maggioranza anche al Senato, Letta non avrebbe fatto l'accordo-della-morte col centrodestra.
Insomma: le grandi coalizioni non nascono per caso, ma da necessità numeriche ;)
- c'è qualcosa che non ho capito, scusate.
RispondiEliminaMa allora perché facciamo le riforme con Berlusconi?
Molto semplice: le riforme costituzionali devono fare due volte il giro delle due camere, con lo stesso testo. Questo significa che una volta passati al senato (entro settembre? la vedo dura...) si deve passare alla camera e poi si ricomincia col senato senza che la legge sia cambiata di una virgola. Questo percorso e' impossibile con una maggioranza come quella che si ritrova il baraccone della Maggioranza, a prescindere dai due terzi e dai referendum confermativi.
B3rlusc0n1 e' l'unico interlocutore possibile, vista l'affidabilita' e stabilita' delle posizioni di Grillo.
Davvero e' cosi' necessario in questo frangente incasinatissimo impelagarsi in una riforma costituzionale? La domanda e' legittima, e la risposta e' una spiccata scelta politica dell'attuale direzione del PD.
Il mio punto di vista e' che la faccenda serve a MR per affermarsi politicamente (il decisionismo, l'andare veloci e la retorica dello snellimento e risparmio), e al contempo produce una prospettiva al PD di presentarsi come DC postmoderna (lo stampo costituente e maggioritario).
Alternativa e' andare a votare subito, perche' un fallimento di questa riforma paleserebbe l'incapacita' di MR e del PD di far passare un proprio progetto politico in uno dei momenti piu' propizi per il centro(sinistra) da tangentopoli in poi.
Se per evitare di votare di nuovo (e incappare in rischio Grillo, o nuova paralisi legislativa) bisogna passare dal laido, si e' deciso di passare dal laido. Numeri alla mano B e' come un airbag che si apre se la "minoranza" PD non accetta la linea della maggioranza.
Comunque, son d'accordo con le critiche sul merito: purtroppo lo spazio per cambiare i dettagli non c'e' visto l'equilibrismo del percorso!
Quel che non mi spiego: perché questa prova di muscoli decisionale Renzi non l'abbia fatta per la riforma sul lavoro o per la P.A., insomma, una qualsiasi riforma che avrebbe avuto un pubblico più recettivo. Sinceramente, avere il Senato elettivo o non elettivo non coinvolge più di tanto, se devi dimostrare qualcosa almeno dimostrala su qualcosa di più "popolare", no?
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