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sabato 17 ottobre 2020

Non ci saranno mai abbastanza bus

Premessa autobiografica (si può saltare): sono cresciuto in un paese molto piccolo, e per molti anni me lo sono portato dentro; nel senso che credevo che influenzasse molto il modo in cui vedevo il mondo. Avevo la sensazione di non riuscire a percepirne non tanto la complessità, quanto la grandezza. E pensavo di avere un problema coi grandi numeri: milioni, miliardi. Per esempio non riuscivo a figurarmi non dico una guerra di milioni, ma una battaglia di migliaia di persone. È stato un sollievo molto parziale scoprire, crescendo, che il paesino non c'entrava nulla; che del mio medesimo problema soffriva tanta gente che viveva in città affollate, anzi: più grande è la città, più difficile è il rapporto degli abitanti con la grandezza, la complessità del mondo; dal momento che se vivi a Sarcazzo di Sopra sai benissimo che è pieno di gente che la pensa in tanti modi ma comunque non paragonabili a quelli di Sarcazzo di Sotto: e che entrambi i Sarcazzi non sono che una frazione della provincia, della regione, del continente, dell'universo; laddove chi abita ad es. a Roma a volte sembra manifestare una chiusura, una tendenza a pensare che l'universo sostanzialmente sia circoscritto dal Raccordo. 



Ma insomma questa difficoltà a capire i grandi numeri, le grandi distanze, è una cosa che si può superare lavorandoci. Il problema è che la maggior parte di chi ne soffre non sa di soffrirne, ed è un problema enormemente sottovalutato. A volte mi chiedo se non sia IL problema, se non corriamo seriamente il rischio di estinguerci e trascinare nella catastrofe buona parte della biosfera proprio perché non riusciamo a visualizzare correttamente le quantità. Ma siccome della biosfera non interessa granché ai lettori, pensiamo all'Italia: gli elettori hanno appena scelto, a maggioranza, di ridurre la propria rappresentatività – com'è stato possibile? Molti di loro pensavano, in buona fede, che un centinaio di rappresentanti in meno avrebbero comportato un risparmio per le casse dello Stato. In altre parole: pensavano che un centinaio di parlamentari fossero molti. Sono convinto che è tutta gente che sa contare fino a cento; quello che invece sfugge a molti di loro è quante volte bisogna contare cento per arrivare a sessanta milioni di italiani; quanto sia minuscolo il quoziente della frazione e, di conseguenza, il risparmio per le casse dello Stato. 

La cosiddetta antipolitica nasce all'ombra di questa difficoltà cognitiva: i grillini dopotutto erano quelli convinti di poter risolvere i problemi della Repubblica dimezzando lo stipendio ai propri rappresentanti – ma a proposito, che fine hanno fatto? Nessuna fine, sono al governo. Rappresentano anzi in parlamento la parte più cospicua della maggioranza che lo sostiene. E benché molti loro ex sostenitori non vogliano crederci, sono ancora loro: non sono stati comprati da Bill Gates o Soros o qualche altro grande vecchio. Non hanno tradito i loro ideali, ma nella più parte dei casi hanno dovuto tradurli in prassi di governo: ed è qui che è cascato l'asino, anzi molti. Avevano promesso mari, ma pensavano che si potessero svuotare col cucchiaio; avevano promesso monti, ma i monti non si sono spostati. Tutto questo cosa ci insegna? Alla maggior parte di noi, nulla. La maggior parte di noi è molto arrabbiata con il governo che non ha fatto nulla per fronteggiare la seconda ondata del Covid. Devo ammettere che anch'io ho parecchie perplessità sull'operato del governo, ma forse partivo talmente prevenuto nei confronti dei m5s che sono perfino stupito dal fatto che non siano scappati incendiando i dicasteri; che Beppe Grillo non stia già suonando la lira sulle rovine fumanti. Invece vedo che molta gente si aspettava da loro una marcia in più. Ma vediamo il documento:





   
Chiedo formalmente scusa all'autore se prendo il suo post come esempio di un atteggiamento mentale che ho visto molto diffuso, ma che qui sopra a mio avviso arriva a livelli di comico involontario. Avevano sei mesi, dice, per raddoppiare il parco macchine. Qui credo che il pubblico si divida: da una parte quelli che annuiscono pensosi, dall'altra quelli che aggrottano la fronte e si guardano interdetti: abbiamo capito bene? Sì, abbiamo capito bene: in sei mesi il governo avrebbe potuto raddoppiare tutti gli autobus d'Italia. E tutte le corriere – ma a quel punto anche i tram e le metro, no? Mettiamoci anche i treni. E non l'ha fatto – maledetti, perché non l'avete fatto? E cosa avete fatto in tutti questi mesi invece di raddoppiare i veicoli e... "adeguare il personale scolastico"? La risposta è sulla bocca di molti: hanno comprato i banchi. Con le rotelle. Che criminali. 

Non andrò più avanti così a sfottere gente che alla fine soffre di un disagio che condivido: le quantità. Invece di prenderli in giro, perché non mi metto a cercare quanto sarebbe effettivamente costato raddoppiare i veicoli del trasporto pubblico, e a spiegare perché un raddoppiamento del genere non era non dico economicamente, ma fisicamente impossibile? Eh, ma sarebbe complicato. E i numeri comunque faccio fatica io a calcolarli e voi a leggerli. D'altro canto, basterebbe esercitare un po' di spannometrico buon senso – quanto costa un autobus? quanti autobus servono a una città? quante città ci sono in Italia? Ma forse, ecco, molta gente pensa che un autobus non costi molto più che un'utilitaria, e che di città in Italia ce ne siano cinque o sei; e che tagliando un terzo del Senato si possa ricavare lo spazio per uno o due licei della capitale, dopodiché forse il problema è quasi risolto (mica ci sarà bisogno di licei anche fuori dalla capitale).

La cosa paradossale è che in fondo chi ci governa non ragiona in modo molto diverso di così, e la questione dei banchi lo dimostra. C'era quest'estate una forte volontà di dimostrare che la scuola era al centro delle preoccupazioni del governo. Il che è fantastico, salvo che trent'anni di progressiva riduzione dei finanziamenti e demolizione del servizio educativo nazionale non è che si possono invertire in un giorno. Mi piace immaginare un pool ministeriale mentre cerca di capire dove concentrare il budget a disposizione: serve spazio, potremmo costruire nuove scuole? Sì, ma salta fuori che raddoppiarle è impossibile. Potremmo requisire altri spazi? Con quel che costerebbe renderli a norma si spende quasi più che a costruirli. Potremmo fare questo? Non ne abbiamo abbastanza. Potremmo fare quest'altro? Non ne abbiamo abbastanza. Ma ci sarà bene qualcosa che possiamo fare. Comprare i banchi. Tutto qui? Beh, non è che non abbia senso. Tanti banchi nuovi che arriveranno in tante scuole diverse, nessuno potrà dire che il governo non pensi a loro. Salvo che comunque non c'era il tempo di costruire tutti quei banchi. Nessuna fabbrica avrebbe potuto costruire tre milioni di banchi in così poco tempo, perché tre milioni... come posso dirvelo... sono tanti

A proposito, se dessimo un autobus in più a ogni comune d'Italia, quanti autobus ci servirebbero? Quasi ottomila autobus. Ma è evidente che a qualche comune ne servirebbe qualcuno in più. Secondo voi in sei mesi si potevano consegnare ai comuni una decina di migliaia di autobus? E chi li avrebbe guidati? Certo sarebbe stato un fortissimo impulso all'economia. Quindi, suppongo, il MES andava preso senza discutere. Invece abbiamo perso tempo a discuterne. 

L'altro giorno il presidente della Regione Campania, dopo aver esaminato i dati dei contagi, ha scelto di chiudere le scuole. Ha fatto bene, ha fatto male? Prima di dirlo, siamo sicuri di avere i dati che ha lui, e di saperli leggere? E lui, li avrà letti bene? Avrà qualche persona competente intorno a sé? Sarà stato abbastanza competente nel selezionarli? E i vostri presidenti di Regione, li avete scelti altrettanto competenti, o avete votato il tale per dare un segnale a talaltro? Se poi in generale vi state domandando come mai un presidente di regione abbia tanto potere (e tanta responsabilità): vi ricordate quando un parlamento riformò il titolo V della Costituzione, se eravate d'accordo o no, e perché? Ci fu un referendum confermativo anche quella volta. Vabbe', probabilmente molti di voi non votavano ancora. Qualcuno non era nemmeno nato. Inutile recriminare. Pensiamo al domani: quando dovremo scegliere un nuovo parlamento (dove saremo ancora meno rappresentati, visto che abbiamo deciso che ci sta bene così), sceglieremo rappresentanti competenti o preferiremo mandare qualche tizio simpatico miracolato da un sondaggio on line su una piattaforma privata, qualcuno che in cambio ci restituisca metà del suo stipendio (senza dubbio immeritato) e che poi magari si ritroverà ministro di una cosa che non capisce nella prossima emergenza? D'altro canto anche se volessimo votare dei competenti, dove li troviamo? I pochi che producono le nostre scuole difficilmente restano in Italia, e anche nel caso non hanno nessuna convenienza nel mettersi a disposizione della Repubblica – lo stipendio da parlamentare è ridicolo, una persona capace nel settore privato guadagna molto di più. Forse alla fine insistere sugli incapaci è l'unica opzione sensata – per prima cosa non rimani deluso, il che succede non di rado quando chiami un esperto. Anzi a volte l'incapace ti capita di rivalutarlo. Basta poco: che ci si metta un po' d'impegno, che stia attento a non fare troppi casini, che non racconti barzellette ai vertici europei, ecc.

19 commenti:

  1. Ecco, la frase clou è questa: "D'altro canto anche se volessimo votare dei competenti, dove li troviamo?" Perché è il centro del problema. La maggior parte dei politici che abbiamo avuto negli (almeno) ultimi 50 anni si è dimostrata altamente incompetente. Per non parlare della classe degli economisti, incapaci di capire la realtà e che hanno reso possibile questa caduta nel baratro.
    Ma gli incompetenti per antonomasia sono LORO: i "grillini".
    Come avrebbe dovuto funzionare la richiesta di aumento del trasporto pubblico? Facendo una corretta richiesta al governo: le regioni (che hanno una quantità incredibile di competenze in molti settori, pur se continuano ad affermare che quelle competenze sono del governo) avevano un sacco di tempo per avviare studi, fare calcoli (anche pensando che, per due mesi, il trasporto non è stato proprio utilizzato e c'è dunque stato un risparmio, almeno in termini di carburante). Ma no. Nessuno studio serio è stato avviato. E' stata solo manifestata rabbia nei confronti di un "governo incapace" di pensare a tutto. Ai trasporti pubblici, agli operai, agli imprenditori, ai bambini, alle donne, alle partite iva, ai musicisti, agli attori, agli intermittenti, ai sindacati, ai trasportatori, ai trasportati, alle scuole da ristrutturare, ai treni, agli autobus, ai padri di famiglia disperati, agli autisti, ai malati, ai sani, ai giovani che devono divertirsi, ai vecchi che non vogliono stare male, alle discoteche che chiudono, agli sportivi, agli stadi che vanno riaperti anzi no, che vanno tenuti chiusi, ai banchi, alle mascherine, ai teatri, ai cinema, ai cinefili, alle madri costrette in casa perché i figli stavano a casa, ai professori che si danno malati perché non vogliono tornare a scuola, ai produttori cinematografici, ai no-mask, ai si-mask, ai genitori che vogliono che le scuole siano chiuse, ai genitori che le vogliono aperte, a chi vuole la DAD, a chi urla "basta DAD!", ai negozianti, ai ristoratori, ai dirigenti scolastici che non vogliono responsabilità, ai sindaci, a chi vuole la bicicletta elettrica, a chi urla contro i monopattini, alle aule di ogni singolo paesino d'Italia, agli infermieri che hanno paura, a quelli che urlano contro il regime che crea paura... mi fermo.
    Il centro del problema è questo: è un mondo folle. E' folle tutto quello che abbiamo creato e il livello di disastro a cui l'amore per il denaro ha condotto questa società occidentale. Non so perché i parlamentari di maggioranza insistano a restare. Non so perché il Governo non si dimetta all'istante. Io, fossi in loro direi: prego, fate voi che io non ne sono capace. Tremo già, all'idea. Cordialità.

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  2. Il sistema scolastico è quello che impiegherà più tempo per manifestare le conseguenze concrete del suo annichilimento. Tra queste conseguenze brilla la lama tagliente della disuguaglianza che vedrà i più disagiati perdere ogni possibilità di crescita e di affermazione.
    La mia generazione, quella del dopoguerra, ha visto spalancarsi le porte dell'ascensore sociale. Era impegnativo; i programmi scolastici erano severi e severa era la scuola, ma per realizzare il proprio progetto di vita era sufficiente dotarsi degli strumenti che erano tutti a portata di... sacrificio. Qualcosa strideva in quel macchinario arcaico. Si scelse di distruggerne l'ingranaggio. A scuola si andava per imparare a imparare. L'Università era Accademia. Qualcosa strideva...

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  3. Il sistema scolastico è quello che impiegherà più tempo per manifestare le conseguenze concrete del suo annichilimento. Tra queste conseguenze brilla la lama tagliente della disuguaglianza che vedrà i più disagiati perdere ogni possibilità di crescita e di affermazione.
    La mia generazione, quella del dopoguerra, ha visto spalancarsi le porte dell'ascensore sociale. Era impegnativo; i programmi scolastici erano severi e severa era la scuola, ma per realizzare il proprio progetto di vita era sufficiente dotarsi degli strumenti che erano tutti a portata di... sacrificio. Qualcosa strideva in quel macchinario arcaico. Si scelse di distruggerne l'ingranaggio. A scuola si andava per imparare a imparare. L'Università era Accademia. Qualcosa strideva...

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  4. Ci saranno mai abbastanza aule? E docenti? Potremmo andare avanti ma il succo è che visto che non ci sarà mai un numero sufficiente di X allora... Allora cosa?

    Ecco, forse la conclusione l'ha formulata Raffaella: o così o prego, fate voi (che in effetti è quello che risponde Conte a ogni critica).

    Invece mi ha convinto di più quel blogger che scriveva:

    "In un primo momento sentivo che si parlava di occupare le aule solo a metà della loro capienza, per garantire il distanziamento sociale. Sarebbe stato costoso, ma efficace. Si parlava anche di fare più turni, o di alternare didattica a distanza e didattica in presenza. Si parlava di tante cose, diciamo, fino a giugno. Avremmo potuto fare scuola nei cinema, o nei teatri. Al limite per un po’ all’aria aperta, insomma l’unica cosa chiara è che non avremmo potuto entrare nelle nostre scuole, a settembre, come se niente fosse successo.
    E invece lo abbiamo fatto."

    Quindi (forse,) senza arrivare a strane iperboli di cui non ho colto quale sia la fonte qualcosa si poteva e doveva fare. Certo sarebbe stato "costoso" come evidenziava il blogger e il nodo è questo. Del resto non credo che nessuno pretendesse il doppio delle aule/bus/ insegnanti il primo di settembre.
    Si poteva dire (da aprile? Magari da maggio?): Avremo il 10% in più di X a ottobre e poi il 20 a gennaio, il 30 a marzo, etc. Magari non sarebbe stato sufficiente ma almeno un inizio.

    Di qui al delirio in cui versa la scuola ce ne corre.
    Magari chiedo anche a quell'altro blogger e vi faccio sapere.

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  5. Si potrebbe ripassare nell'imbecillitá di chi ha votato NO al referendum del 2016 e pure a quello del 2020.
    Ma sono esercizi di stile in cui rientrano "quelli rimasti" e che credono alla democrazia scolastica ma,stranamente,nn agli asini volanti. Al "consiglio dei docenti"come salvezza del reparto(dove si montano le menti,credo)educativo,per dire.
    Ma sono quisquilie in cui ognuno vede il propio declino.
    L'uscita è l'unica via mi par di capire,perché le soluzioni in Italia sono da estromettersi a priori.
    Un bel lockdown permanente con uno Stato che paga e crea debito infinito è il sogno che si autoalimenta nei "licei".
    Solo i "licei" hanno dignità di esistere tra l'altro,il resto è fuffa da plebei.
    Che poi vanno all'estero,ovviamente.

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    1. Capita e anche molto spesso,in generale

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    2. Hai mai pensato che potresti spiegarti meglio? Non si capisce neanche bene con chi ce l'hai.

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    3. Devo per forza avercela con qualcuno?
      Uno legge e,se vuole,capisce.
      Uno legge e,se vuole,nn capisce.
      Come mai questa richiesta,insistita?

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    4. Guarda, l'unica cosa che uno capisce (anche se vuole) è appunto che ce l'hai con qualcuno per questioni che non riesci a spiegare.
      Siccome scrivi qui forse ce l'hai con me, perlomeno non sei il primo che si comporta così.

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    5. Avercela con te nn rientra nei miei intenti.
      Tra l'altro ti stimo molto.
      Ovviamente nn dal punto di vista politico.
      Ma è tipico nei casi di conformismo comunardo che,le persone prese fuori dai contesti delle difesa dell'indifendibile(credo dettata dalla sublimazione mentale a cui sono state sottoposti negli "oratori laici")la si trovi intellettualmente preparati.
      Anche in Iran succede e sono sotto un "democrazia" teocratica.
      La cosa dovrebbe derivare,a mio parere ovviamente,dal fatto che ad uno puoi annebbiare il raziocinio,ma un Croce o uno Smith gli capita sotto gli occhi e sotto la coltre sedimenta.
      L'individuo è importantissimo,se lo si annulla diviene manipolabile.
      Carnazza da cannone.

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    6. Boh io quello che capisco è:
      Chi ha votato NO ai referendum 2016 e 2020 è un imbecille (ma perchè?)
      I licei sono fuori dal mondo e vi proliferano persone che hanno una visione idilliaca della realtà e che non considerano impatti economici e sociali (e su questo si potrebbe pure impostare una discussione seria)
      Molta gente di sinistra è bloccata intellettualmente da conformismi e sovrastrutture che però, una volta eliminate, lasciano spazio ad un intelletto che comunque c'è. (discutibile, ma un'opinione interessante)
      Se annulli l'individuo, generi una massa di automi manipolabili (condivisibile, anche se abbastanza banale)
      Conclusione: l'uscita (ma da cosa?) è l'unica via, perché le soluzioni in Italia sono da estromettersi a priori. Giuro che questa proprio non la capisco. potrebbe significare un'aperta polemica contro il malvezzo italiano di posticipare i problemi ed evitare di trovare soluzioni, e come unica alternativa si vede l'uscita, forse dal Paese, forse da altro.
      (ma forse sono annebbiato dal conformismo comunardo degli oratori laici)

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    7. Sfrutto l'empasse per cercare di dare delle risposte plausibili alle domande di Travis.
      Su "l'imbecillitá" della doppia votazione negativa colgo un supposto pregiudizio in cui lo status quo ha fatto leva. Il pregiudizio che vede in genere il "cambiamento" come divertissement nelle serate in compagnia in cui la sinistra ha sempre visto nella riduzione dei parlamentari un punto di queste allegre serate. Poi al dunque la pregiudiziale fascista entra in campo e mantiene il mazzo ben saldo nelle mani conosciute.
      Daltronde le cooperative cosidette rosse,si sono incuneate nel libero mercato con le spalle coperte facendo si che il nostro capitalismo fosse impersonato nella figurq "statalista" di un Agnelli.
      Il famoso "guadagni privati,perdite pubbliche",ma l'andazzo era di un comu-capitalismo che ha stroncato le nostre grandi aziende,altro che le sciocchezze del "Britannia" o la separazione tra tesoro e banca d'Italia.
      Teorie degne della nostra storia recente. D'accatto.
      Si è banale il dire che l'ammasso sia deleterio,ma è banale anche saperlo e lasciarlo senza correzione.

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  6. Vista la risposta data da Travis,deduco che il mio impianto potesse essere intelligibile.
    L'uscita,Travis,è quella che fanno i cosidetti "cervelli in fuga",che da mia esperienza personale che ovviamente è opinabile,raramente attuano la tale opzione avendo alla base un liceo(alcuni lo scientifico,nessuno dei miei conoscenti il classico)prima dell'univer

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  7. ...dell'universitá.
    Comunque si può discutere su tutti i punti,volendo.
    Un saluto

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  8. Ó fatto un pó di casino...
    Nn avrei voluto uscire dalla conversazione. Pardon

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  9. È evidente che un governo non possa ammetterlo ma ci sono dei problemi che non hanno soluzione. Già a maggio era evidente che l'edilizia scolastica e il trasporto pubblico locale, dopo 30 anni di tagli e disinteresse, non avrebbero potuto essere adeguati in modo significativo alle esigenze di settembre, per evitare la situazione attuale. Anche riversandoci un fiume di miliardi, le procedure, i bandi, i concorsi, i cavilli, i conflitti di competenze, le vacanze, avrebbero impedito una concreta azione. Una volta preso atto che il problema è senza soluzione, magari si sprecano meno energie e si punta subito al salvare il salvabile, affrontando lo scenario peggiore.

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  10. "...lo stipendio da parlamentare è ridicolo, una persona capace nel settore privato guadagna molto di più".
    Non ho capito se volevi essere ironico o se lo credi davvero.

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