[Siete pronti al 95mo incontro della Gara delle canzoni di Franco Battiato?, oggi con una canzone scritta per tappare un buco che è una delle sue più ascoltate, e con Mal d'Africa che alla fine ha prevalso su Scalo a Grado per un voto appena, sì, il mio].
1981: Sentimiento nuevo (#11)
"A volte capita di dover completare un lp. Hai scritto sei canzoni che ritieni riuscite e te ne manca una sola per arrivare alla conclusione. Allora non aspetti l’ispirazione, ti metti d’impegno e ne vieni a capo. Quando l'hai finita senti che non è una canzone riuscitissima, al livello delle altre. Poi esce il disco, e quella canzone, a cui tu avevi dato meno peso, ha un suo successo, forse proprio perché l'hai scritto con più superficialità. L'hai scritta in fretta, pensavi che fosse così-così, e invece è solo un po' leggera, e anche la leggerezza può essere un pregio. Ne ricordo una, inserita nell'lp La Voce del Padrone, che s'intitolava Il sentimiento nuevo: ebbe un grandissimo successo. Per me era stato un riempitivo divertente. L’avevo composta con una certa spensieratezza, ma anche con freschezza, era una cosettina leggera. Ma quando la cantavo, il pubblico rispondeva". La cosa più incredibile di questo passo di Tecnica mista su tappeto, per me, è che Battiato afferma candidamente che quando ha inciso La Voce aveva pronte sei canzoni. E basta. Non le ha scelte da una rosa, non ha dovuto selezionare le migliori, anzi gliene mancava persino una, l'ha scritta all'ultimo momento e gli è venuta meglio di interi dischi suoi. Per dire lo stato di grazia di quel 1981.
Anni passati ad ammirare il finale della Voce, l'eleganza di finire con un inno all'amore corporeo, come dire: avete ascoltato abbastanza musica, ora è tempo di darsi da fare – e invece niente, è l'ultimo brano semplicemente perché l'ha scritto per ultimo e lo considerava meno riuscito.
(Tom Waits, parlando di In the Wee Small Hours, il primo vero LP 12 pollici americano, lo considerava anche il primo concept album perché "lo metti sul piatto dopo cena e alla fine sei esattamente dove dovresti essere". Ecco, non credo che nessuno abbia mai messo sul piatto La voce del padrone per lo stesso motivo, ma forse è un esperimento che andrebbe fatto).
Mi pare che Sentimiento sia l'unico titolo spagnolo del suo catalogo italiano. Battiato, com'è noto, amava sfoggiare lingue straniere con notevole sprezzo del ridicolo. Ogni lingua evoca una cultura abbastanza delimitata: l'inglese è la modernità, l'arabo le radici ancestrali, il tedesco la cultura europea, il greco antico la cultura classica, il francese le belle canzoni di una volta. Lo spagnolo non è associato a niente. Non è nemmeno una delle lingue che Battiato incontra nei suoi viaggi, come il portoghese o il mongolo; lo spagnolo è neutro. Forse non è una coincidenza che sia anche l'unica lingua – oltre all'italiano – in cui Battiato è riuscito a essere un interprete credibile.
1983: Mal d'Africa (#75)
MIKE BONGIORNO: "È un po' come l'ultima cena, eh?"
FRANCO BATTIATO: "No, per carità!"
"Qualcuno", ammette Battiato in Tecnica mista, lo "considera uno dei pezzi più belli della mia carriera. In effetti, il testo soprattutto, ha qualcosa di toccante, di speciale". Non sapremo mai chi è quel qualcuno, ma in testa abbiamo tutti Pippo Baudo che per qualche settimana volle il video di Mal d'Africa come sigla finale di Domenica In, in quello slot preziosissimo dopo il termine di 90° Minuto. Sul rapporto tra Baudo e Battiato si potrebbe scrivere un libro, qui annoto soltanto il mio stupore per il fatto che Mal d'Africa fosse considerata la canzone-traino di Orizzonti perduti: non il singolo perché Battiato e/o la Emi non ritenevano che valesse la pena farne uscire, ma il brano da portare in tv, da Baudo o da Bongiorno. Il sospetto è che non fosse la canzone più accessibile, ma quella con cui Battiato si sentiva più a suo agio: con La stagione dell'amore avrebbe dovuto atteggiarsi a crooner, magari replicare dal vivo la buffa coreografia del videoclip. Mal d'Africa era meno catchy ma consentiva messe in scena come "l'ultima cena" di Superflash, un'idea semplicissima ma abbastanza efficace. E intanto si portava in tv un po' di vagheggiamento dei vecchi tempi preindustriali di grandi famiglie patriarcali al tavolo della domenica, qualcosa che sia Baudo sia Bongiorno non avevano ancora idea di quanto sarebbe piaciuto ai telespettatori. Nell'intervista Battiato riesce a rispondere a Bongiorno senza sembrare detestabile: spiega che oltre al nuovo disco ha in cantiere l'Eurofestival in coppia con Alice e poi un tour negli USA (Bongiorno ha il guizzo di specificare che non è un tour dedicato agli emigrati italofoni). Dalla Voce del padrone sono passati due anni, Battiato in mezzo ci ha messo altri due dischi diversissimi tra loro. Continua a sorprendere, non si ferma, sembra inarrestabile.
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