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mercoledì 12 giugno 2024

Dalle urne solo buone notizie (le cattive le avete già lette)

Il Post

– Lamentarsi dei risultati elettorali è pratica molto diffusa, evidentemente appagante per chi si lamenta e forse anche per chi questi lamenti li ascolta o li legge. Lo dico perché continuo a vedere gente che si lamenta ancora prima di aver letto i risultati definitivi: e quando i risultati definitivi smentiscono le previsioni di catastrofe, continuano a lamentarsi perché il copione è quello, mica puoi aspettarti che improvvisino. Non è che non li possa capire: è difficile rinunciare a un bel frame quando te lo prepari da mesi. L'Europa doveva spostarsi a destra; un po' effettivamente è successo, ma non così tanto. Non importa, ormai nei cassetti c'è tutto un fior di riflessioni sullo spostamento a destra e devono pubblicarle. Non è un vero problema, tanto non le leggiamo più.

– Non leggiamo più, quindi perché lamentarci di una stampa asservita ai potenti di turno. Personalmente ho smesso di indignarmi per Vespa, per Mentana e per tutti gli altri tromboni che si ostinano a mettersi tra noi e le notizie in tv: pensionati che intrattengono pensionati, lasciamo che si seppelliscano da soli. I giovani non li conoscono, se non come feticci da evitare. I social, nel tentativo quotidiano di farmi litigare con qualcuno, nei mesi scorsi mi hanno mostrato dallo specchio un pezzo d'Italia particolarmente sgradevole, guerrafondaio, filosionista, ben rappresentato sui media, qualcosa che poteva realmente farmi preoccupare. Poi si va alle elezioni e quel pezzo si rivela un pezzetto, un pezzettino che non valeva il mio tempo e la mia preoccupazione. I giovani non sono guerrafondai, non sono filosionisti, e crescendo spesso in scuole multietniche non sono neanche particolarmente razzisti. Certo, hanno tutto il tempo per diventare stronzi come i loro genitori, ma non deve succedere per forza di cose. Quel che è chiaro è che non guardano la tv, non leggono, non si informano; e finché tv e giornali sono messi come sono messi continuerò a dire: meno male.

– La gente non legge, non si informa, e in molti casi non va a votare. I vecchi personaggi (Berlusconi) sono morti o in pensione, i personaggi noti (Renzi, Salvini, Conte) sono tutti a fine ciclo o in ciclo calante (compresa aa Meloni, che in termini assoluti ha perso voti), i personaggi nuovi non forano particolarmente malgrado si diano da fare (Schlein) o godano dell'attenzione morbosa di una stampa in crollo di vendite (Vannacci sempre in homepage su Corriere e Repubblica). Più che delusi, credo che molti non elettori siano annoiati o semplicemente non interessati. I talk televisivi sono una zuppa sempre più respingente, i social un labirinto di specchi che invece di metterci in comunicazione con gli altri ci restituisce versioni caricaturali di noi stessi: possono convincere qualche mitomane di avere un seguito nazionale sufficiente a candidarsi, ma non lo mettono in contatto con gli elettori che dovrebbero scoprire di avere interessi in comune con lui. La gente è mediamente meno informata che dieci anni fa, ma quando era più informata votava anche peggio. Almeno si è capito che non abbocca agli ami. 

– Io a lamentarmi non mi diverto, e da queste elezioni riesco a trovare solo notizie positive. C'è gente che pensava di fare campagna elettorale sugli insetti fritti, o sui tappi delle bottiglie di plastica. Questa gente per lo più Bruxelles la vedrà in cartolina. C'erano una volta i no euro, ve li ricordate? Erano una legione. Hanno concentrato i loro sforzi su un ufficiale in congedo che ora può ripassarsi tutti i gay bar di Bruxelles a spese loro (e nostre). Nunc est bibendum, per dirla come i vecchi politici.

 – Dopodiché, certo, aa Meloni tiene: ma non sfonda come sfondò Renzi dieci anni fa, e ora dovrebbe giocarsi tutto con una riforma istituzionale come Renzi dieci anni fa. Scopriremo in quest'occasione se è persino meno avveduta di quanto fu Renzi dieci anni fa. Io la credo un po' più furba, se non altro perché fa politica da prima di Renzi, e lo ha visto passare: possibile che voglia davvero commettere lo stesso errore? Quindi i casi sono due: o dopo queste europee rinuncia al premierato, o va avanti e casca come cascò Renzi. C'è persino una terza ipotesi, piuttosto hard: mettiamo che riesca a realizzare il premierato, con o più facilmente senza referendum confermativo. Le europee ci dicono comunque che è in fase calante, e la storia di questo decennio postberlusconiano ci dice che nessun leader ha un secondo ciclo a disposizione. Grillo non lo ha avuto, Renzi nemmeno, Salvini nemmeno, Conte nemmeno. Non c'è nessuna buona notizia all'orizzonte paa Meloni, solo guerre e tasse e debiti, e sempre meno margini per incolpare la gestione precedente. Persino se riuscisse a coronare il sogno almirantiano di una repubblica semipresidenziale, aa Meloni starebbe semplicemente confezionando gli stivali che qualcun altro indosserà, ma chi? Chi è l'unico personaggio politico in fase crescente? Ecco, questo è buffissimo, perché mi guardo in giro e vedo solo Elly Schlein. E mi viene da ridere, non dite che non sarebbe divertente, ritrovarsi Elly Schlein super-premier d'Italia, grazie al suo impegno ma anche alla ciclopica ottusità degli avversari. Non succederà, ma se succedesse, oh beh. 

3 commenti:

  1. Grazie Leonardo, è sempre rincuorante leggerti. Vorrei riagganciarmi a quello che scrivi sulle nuove generazioni, sostanzialmente migliori delle vecchie, forse meno propense ad essere prese per il naso. Anche in queste elezioni il 'partito dell'astensione' è l'unico vincitore, immagino parecchi giovani siano tra le sue fila. Ritengo profondamente ingiusto, antidemocratico, regalare una maggioranza parlamentare a partiti che, nei fatti, rappresentano al massimo il 15% del totale della popolazione; quanto ancora potrà durare questa forzatura? Non credi che sia possibile, con il passaggio generazionale, ragionare su un nuovo modello di partecipazione democratica? Da anni si dibatte della democrazia partecipativa e di come si possa affiancare a quella rappresentativa. Non credi che sarebbe più onesto assegnare i seggi in proporzione ai votanti, e sorteggiare i restanti tra la popolazione Italiana? Magari si potrebbe creare un registro pubblico di persone interessate ad essere sorteggiate. Credi sarebbero poi peggio di un Vannacci? Chissà, forse questo riavvicinerebbe le persone alla politica, magari si parlerebbe di cose reali e non di supercazzole che interessano a questo o quel gruppo di potere, magari avremmo maggioranze trasversali e legislature più stabili, forse meno odio sociale. Per assurdo questo potrebbe spingere i partititi ad offrire un servizio migliore. Mi rendo conto che può sembrare una boutade, ma francamente non vedo all'orizzonte soluzioni migliori. Grazie

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    1. Per carità, il blog è tuo e ci fai quello che vuoi. Oltretutto è già cortese da parte tua lasciarci liberi di scrivere, con educazione, quello che ci pare. Non capisco, però, questa repellenza verso il sorteggio, che non merita neanche un moto di scherno. Che male c'è a voler mandare in parlamento gente normale, che non passa il tempo a mentire in tivvù, che non se la fa con i lobbisti, che non ha i conti offshore, che non deve baciare i piedi al segretario di partito che gli ha regalato il posto in parlamento, che non deve salvare nessuna 'ditta' (Cit. Bersani 2014)? Quale irrinunciabile vantaggio mi procurerebbe avere un parlamento composto da 5 segretari di partito che col bilancino selezionano cacicchi, influencer, lobbisti, e fenomeni vari? Seriamente, mi interessa il tuo parere. Grazie, (un altro Leonardo)

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    2. Il sorteggio l'abbiamo già provato (i parlamentari m5s erano in sostanza vincitori di una lotteria) e ci ha prodotto, tra le altre cose, la riforma che ha ridotto il numero dei parlamentari.
      Continuo a trovare più sensato che chi ha voglia vada a votare, e chi non ha voglia si fidi di chi ne ha.

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