Appunti da Genova - 12
Piove sul G8
Piove. Per il secondo giorno. Molto più che il primo giorno. Piove con insistenza, con determinazione. Piove, e tutto diventa più difficile. Perché, perché deve sempre piovere? Perché perché. Perché sono in ferie.
C'è poco da fare i fighetti con la tenda ben piantata stasera. Questo non è un acquazzone qualunque. Già tanto se riesco a fare un pezzo di strada con un sacco di nylon addosso, due buchi per le braccia e uno per la faccia. A piazzale Kennedy hanno fatto di tutto per fare il concerto, cinque o sei pezzi li hanno pure suonati, ma il pubblico è rimasto stipato sotto il capannone, nel fragore dei bonghi e delle danze irlandesi.
Lì sotto ho raccolto qualche voce senza riscontro, come quel gruppo di tedeschi alla manifestazione che avrebbe menato un infiltrato della digos. Molto più divertente è il comunicato stampa che annuncia l'iniziativa "Garlic for peace": una distribuzione gratuita di aglio ai presso i check point della zona rossa. Pare infatti che nelle scorse settimane si sia sviluppata una leggenda metropolitana secondo la quale sarebbe stato impossibile trovare aglio durante il G8 nella zona proibita. Leggenda che aveva portato all'accaparramento e all'effettiva scarsità di questo fondamentale ingradiente del pesto.
Molto più brutte le notizie dai campi. Il Carlini sembra una pozza di fango. La gente è rimasta bloccata al Piazzale, gli autobus non passano più e la linea dei taxi è sempre occupata. Io passo a scaldarmi presso il Centro Media, e decido di restare lì come volontario. La mia tenda è piuttosto umida...
Fatte le debite proporzioni, mi è venuto in mente un passo di Fenoglio, dove racconta della piena del fiume durante l'assedio di Alba. Cito a memoria: "Smisero di avere paura dei tedeschi e cominciarono ad avere paura del fiume".
Domani è la giornata più difficile, lo sappiamo tutti. Ma ora il problema è passare la nottata. E a domani ci penseremo domani.
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