Ma cosa succede quando si dice, o si scrive una cazzata?
Si può chiedere scusa, mi dispiace, non volevo… ma ci si fa proprio la figura di quelli che sempre lì coi mi dispiace, non volevo, ho detto una cazzata…
Se si ha carattere, si rimane fedeli alla propria cazzata: right or wrong, l'ho detta io. E allora? Me ne vanto anche. Voi ne dite di peggiori. Il tempo mi darà ragione, ecc…
(Dopo un po' la gente smette di rinfacciarti tue cazzate, anzi comincia a consultarti come quello che "adesso sentiamo che cazzate spara su questo argomento". E ti lasci vivere così, ingrassi, ti crescono i peli, cominci a puzzare, sei pronto per dirigere il Foglio).
Forse la cosa migliore quando si dice, o si scrive, una cazzata, è far finta di niente, negare di essere mai stato lì, e se possibile cancellare ogni prova.
Su un blog non è difficile (su un giornale è molto peggio).
Così si faceva in me lentamente l'idea di aver scritto una bella serie di cazzate sui diritti d'autore l'altro giorno. Dividere la musica in "stupida" e "intelligente" è abbastanza stupido. Dividere le persone in stupide e intelligenti è molto peggio. E poi chi sono io per discriminare? Io che ascolto I love to love di Tina Charles (e me ne vanto)?
In più, tutto il teorema è basato sul principio che le persone intelligenti sono naturalmente taccagne, e se possono ottenere buona musica gratis, lo faranno. Ma chi l'ha detto? Non è detto che tutte le persone intelligenti siano taccagne come me. Non è nemmeno detto che io sia una persona intelligente…
… E poi dove la mettiamo tutta la tradizione taroccara, un enorme corpus di musica st… di non elevato tasso culturale, che da sempre è prediletta da pirati e vuccumprà? Chi ha visto più volte negati i propri diritti (d'autore): Peter Gabriel o Nino d'Angelo? Chi a Sanremo quest'anno denunciò Napster? D'Agostino!
Insomma, ho detto una cazzata. Fino a ieri facevo in tempo a ritirarla. Magari nessuno ci aveva fatto caso. Però… esitavo. Insomma, era pur sempre una cazzata mia! L'avevo scritta io! My bullshit, right or wrong!
E così, sospeso nel dubbio, ho atteso, finché la cazzata non ha preso il volo. Date un po' un'occhiata Vita.it, il prestigioso portale del non profit.
Son cose che fanno piacere, non dico di no. Come quella volta che mi pubblicò la Gazzetta di Modena. Ma perché sempre quando mi scappa una cazzata? L'altra volta avevo augurato a Roberto Fiore di farsi impalare da un kebab. Non sono cose che mi facciano onore. Di solito sono molto più sensato. O no?
Un'altra cosa. Vuoi perché la rivoluzione digitale ci ha liberato dal giogo immondo della proprietà intellettuale, vuoi perché il non profit è il non profit, e sarebbe screanzato volersene approfittare, ma credo proprio che Vita.it non mi riconoscerà alcun diritto all'autore.
Adesso che ci penso, il direttore responsabile mi deve ben due caffè.
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