Diario da Genova - 1
(contiene pubblicità occulta)
Pensavo di resistere di più, ma alla fine sono partito. Pensavo di avere molte cose ancora da fare a casa, molti amici da aspettare, ma alla fine non ho salutato nessuno e ho preso il treno. Scusate, ma non ce la facevo proprio più.
Se l'alternativa era starsene sbarrato in casa, col ventilatore al massimo e la tv accesa nel tentativo di capirci qualcosa... chiudono le stazioni? Le riaprono solo per i treni speciali? Il carabiniere ferito sta bene? Hanno trovato altre bombe? E intanto memorizzare lo spot di Megan Gale in bikini, vuvuvu... mi piaci tu... adesso poi, francamente...
Se l'alternativa era scendere al bar e farsi venire la gastrite coi titoli dei giornali ("Arriva la multinazionale del caos"!), insomma, tanto valeva mettere tutto in un sacco e partire.
Cosa mi mancava? La tenda ce l'ho. Mancano i picchetti. Pazienza. Cibo? Devo avere delle scatolette di tonno da qualche parte. E per il gas? (Io ho il terrore del gas). Ho sentito dire che ci si può proteggere gli occhi con gli occhialini da piscina... faccio un salto alla piscina e ne compro.
Il treno l'ho preso all'ultimo momento, naturalmente. E una volta dentro ho tirato fiato. E mi sono addormentato, placidamente, come non mi succedeva da giorni.
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