Madamina, il catalogo è questo:
Non è mai dove te l’aspetti. La poesia, intendo.
Hai voglia a cercarla nei libri piccoli, dove si va a capo spesso. Lì è troppo facile. Ma la poesia non è facile.
Pensi: è solo una questione di regole. Imparerò a mettere punti e virgole, conterò le sillabe le e rime. Sbagliato. La poesia ama le regole solo per infrangerle. Taglia le rime. Taglia i punti e le virgole. Ecco, hai tolto tutto. Anche la poesia. Dov’è finita?
Pensi: è una questione di contenuto. Parlerò di qualcosa che conosco bene. Parlerò di me. Sbagliato.
Parlerò di lei: si farà ben vedere. Sbagliato, ancora. La poesia non parla mai di sé stessa. La poesia parla d’altro. La poesia cincischia, cambia argomento. Dove sono finite le nevi d’un tempo? E che ne so io, scusa. (Eppure piangerai per Silvia, per le nevi d’un tempo, per l’aratro in mezzo alla maggese, per gente che non hai mai conosciuto e che magari nemmeno è esistita).
C’è poesia nei blog? Può darsi, ma non dove la stiamo cercando. I blog sono simpatici, ma un po’ troppo verbosi, e a lei non piace. Angosciati dalla loro stessa libertà, si danno tutti schemi prefissati, c’è il seguace del link e quello dell’iperlink, la poesia nel frattempo è già fuggita in direzione scalo merci.
Ma soprattutto: i blog sono scritti bene (come disse una volta un tale).
Troppo bene. I punti giusti, le virgole giuste, i giochi di parole mai troppo debordanti, una sintassi impeccabile e mai troppo pesante.
Questo la poesia non lo può sopportare. Chi scrive bene può dire soltanto quello che è già stato detto. La poesia vuole qualcosa di più.
14)Turista francese
Era sexy smaliziata e stronza come tutte le francesi.
La portai dritto in spiaggia.
Ma al momento del bacio , scoprii che aveva mangiato cipolla e non uso nemmeno la cortesia di avvisarmi.
Giuro mi venivano gli sforzi del vomito ad ogni bacio.
Una cosa indecente.
Non la vidi +
E poi c’è Bart.
Tutte le mattine mi veniva a svegliare ed era in competizione con la Biondina al punto 15)
Una sera andammo in spiaggia sul tettino del Bagno Adriana in Valverde proprio di fronte al Bar Centrale.
Era il grande giorno.Lei un corpo da favola.
Ci provammo ma lei stava troppo ….e io non riuscivo ….poi faceva caldo e ..ci poteva vedere qualcuno …e .. insomma , lasciammo perdere e ci andammo a mangiare un gelato.
Rimasimo amici anche per estati seguenti , ma ci incontravamo sempre + raramente e alla fine se andava bene una telefonata all’anno.
[…]
Erano gli anni 90.
Bart è il tenutario di un blog intitolato Memorie di me medesimo. Lo citerò molto stasera, per due ragioni. La prima è che ho paura che il suo sito scompaia da un momento all’altro. È un inventario di tutte le donne che lui ha amato o anche solo sfiorato (ma per Bart, vedrete, non fa molta differenza). L’inventario comprende Kim Basinger, la Barbie di sua sorella (La rapii e la portai in una legnaia,la Baciaii , la strinsi forte a me provando un sentimento forte di amore e le promisi che l’avrei sposata. Poi la riconsegnai a mia sorella se no mi legneva), ma anche, e soprattutto, persone vere, con tanto di nome, cognome, attuale occupazione e stato civile. Lo stesso Bart fornisce nome, cognome, fototessera. Secondo me non può durare. E questo mi dispiace perché (seconda ragione) Bart è un poeta. O almeno, alcune memorie di lui medesimo sono pura poesia.
31) Lucrezia.
Internet che passione.
Chiattavamo per ore poi mentre guardavo la tv passo una scritta che cercavano persone che non si conoscevano e che si erano parlate in internet.
Gli mandai le foto mia e di Lucrezia from Naples , di Napoli quagliò ,il mio sito internet e mi contattarono.Lei ballerina , io attore.
Ma lei era innamorata di un ragazzo di Torino sposato e la trasmissione si teneva alla sede rai di Torino , la sede storica.Questa sfortunata coincidenza mi costo una notte di pasione alla Romagnola.
Ci tennero separati 4 gg per poi farci incontrare in trasmissione.
Mi sembrava meglio dalla foto.
Ma ci divertimmo.
Dopo in tram mi diede un bacio prima di andare dal torinese.Ma disse che ci saremmo visti dopo in camera da lei.
Cosa io il grande attore raccogliere gli avanzi , le frattaglie di un Torinese bizantino bianco e smunto per quanto regale.
No mai il grande attore è stanco e stanotte dorme solo.
Tanto ero famoso e fra l’altro innamorato dalle mia collega Manuela che esaltai in trasmissione.
Ma si mise con un collega piccolo e nero.
Che donna.
Maldestra, sì, la poesia è maldestra. Bart non ha frequentato corsi di scrittura creativa, non padroneggia la punteggiatura, ha un lessico impulsivo e impreciso. E allora? Io trovo che si spieghi benissimo. Voi no?
58) A. T.
Era completamente pazza lei ma anche suo fratello.Lui soffriva di attacchi di panico,stava per andare in spiaggia e gli vaniva l’attacco di panico e si andava a casa guidando a fatica.Poi si fece curare da un santone.
La sorella stava un po meglio si fa per dire.
Non guidava per la paura e allora per fargli superare il trauma gli feci guidare la mia spider nella via emilia (strada emiliano romagnola trafficata) che matto , pure io.
Poi era ipocondriaca aveva paura delle malattie e temeva l’aids visto che mi ero rombato mezza africa (protetto si intende).Era Apatica.Informatissima.Non riusciva a fare le cose per paura , gli esami , neanche andare in palestra.
Diceva che si era innamorata di me perché non aveva nulla da fare,come la canzone,potete immaginare l’entusiasmo.
Ecco: riscritto in buon italiano potrebbe essere un soggetto di Bevilacqua. Ma chi se lo legge, Bevilacqua. Al diavolo il buon italiano.
E se il minimalismo emiliano v’ha stracotto i coglioni (giustamente), ho una buona notizia per voi. Bart ha viaggiato più di tutti gli scrittori emiliani del Novecento messi assieme. Ha fatto l’attore, il barista, l’agente petrolifero, ha visto l’Africa, il Sudamerica, i Balcani (protetto, si intende). È il nostro Hemingway:
25)Ragazza israeliana.
Ero in grecia nella vacanza già descritta e conobbimo un gruppo di ragazzi israeliani.
Una specie di setta con loro regole controlli incrociati da parte dei maschi del branco per la religione che gli ordina di fare solo certe cose , quelle giuste per dio.
Ci appartammo a baciammo ma sbucò un ebreo che si raccomando con lei di fare attenzione.
Ma le mi baciava.
Ci decimo anche foto in spiaggia che ho ancora.
E’ l’unica ragazza che ho avuto e che ha fatto 2 anni di militare.
18) Era la ragazza dicolore + intraprendente che abbia mai visto.In africa conoscere una prostituta così vale + che conoscere un ambasciatore se ti trovi nei guai.
[…]
I miei colleghi dottori di bologna non apprezzavano che io sperperassi i soldi che l’agip ci dava per mangiare con le donnine allegre era immorale.
Preferivano darli ai ricchi colonizzatori francesi nei loro ristorantini chic.
Io facevo del bene a quelle povere ragazze,davvero.
La scoperta del diverso, senza tanta retorica ma nemmeno troppo cinismo:
Congo piattole,era una negretta piccolina sui 18 anni molto carina occhio e croce era in un bar ubriaca la portai nella mia suite la lavai per benino ma non si era depilata , dalle gambe sembrava una scimmia e si grattava di continuo.
Mi ha attaccato la scabbia.
Il giorno dopo mi imbarcai per un mese.
Non potete neanche immaginare come si sta un mese con la scabbia e non mi facevo sbarcare per la grana.
In un campo profughi bosniaco è tutto un piangere di orfani. Bart reagisce a modo suo, e a modo suo ritrova un Dio, e un motivo serio per ringraziarlo:
24)Ragazza di monza dalle suore nel cabinotto con tette enormi
Lavoravo alla S Maria sul Mare , una colonia di suore che ospitava Bambini Bosniaci fuggiti dalla Bosnia a causa della guerra.La sera era un coro di pianti.
Lei era di monza struttura robusta ma graziosa e seno enorme.
UN giorno in pausa pranzo lei rimase un po di + in spiaggia per sistemare i giocattoli dei bimbi.
Vicino alla doccia c’erano le cabine e io la spinsi dentro e la baciai appassionatamente e assaggiai la morbidezza di quel seno generoso.Viva le suore , viva dio.
Mettiamo in chiaro una cosa: a me non piace mettere alla berlina le persone. Per di più Bart non se lo merita, perché non ha nessuna pretesa di voler fare poesia. Proprio per questo la poesia gli si concede così di frequente. Io non mi prendo gioco di lui, io lo invidio. Invidio il suo personaggio, la sua disponibilità alle avventure e la sua tranquillità nel raccontare le vittorie e le sconfitte della vita.
La portai al porto in una barca attraccata e dopo averla baciata gli sfilai le mutande.
Non era il giorno adatto.
Da sobrio non la rividi +.
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Mi diede uno schiaffone tipo si contano le 5 dita e chise la portiera della macchina.
Invidio il suo trasporto, sincero, non per una donna sola e nemmeno per tante, ma per qualsiasi cosa sia anche lontanamente donna, ogni piccolo dettaglio, anche straniante:
Ci incontravamo al Rio di Pinnarella nei primi anni 90.
Ci baciavamo per delle ore e mi piaceva il fatto che si sentivano i baffi.
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Mi ricordo soprattutto di lei l’odore di piedi quando in macchina si levava le scarpe
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Aveva un po i dentoni ma mi piaceva.
Aveva quel velo di tristezza e di pessimismo
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3)Elena
Elena fu la mia prima ragazza di Macerone , da piccolina aveva perso un occhio con le forbici e l’aveva di vetro ma mi piaceva , anche se in realtà mi piaceva la sua migliore amica Chiara , ma era troppo bella per me , ache se poi la troverete al numero 8.
Ci baciavamo nel prato della parrocchia per ore ed era bello , se non che quando ci guardavamo negli occhi non era proprio come guardare ..con due , cioè non vorrei sembrare indelicato…comunque il culo compensava.
Adesso fa la logopedista ed ha sposato un oculista , giuro.
Quando la lasciai era estate , ma non era per l’occhio e andai al mare col mio motorino rosso e piansi , ma piansi che me lo ricordo ancora , mi sentivo in colpa , come era bello piangere.
Tempo dopo mi ferì dicendo che avevo le mani nodose.
Ma la capii.
Ho la netta sensazione di essere io il ridicolo, quello che sta attento ai punti e alle virgole e si perde l’essenziale. Ma fortunatamente Bart non si prenderà gioco di me. Ha di meglio da fare, direi
60) Verusca.
L’adoro quella ragazza , con le palle , bionda grassoccella con macchie bianche nella pelle ma lei diceva che non era contagioso.
Era divorziata , me la rombavo ripetutamente e stavo bene.Lavorava in banca.
Rideva sempre.
Che carina aveva comprato una casa vicino alla mia e quando rientravo la passavo a salutare.
Un giorno andai a casa sua ,piccina ma carina , e si mise a prepararmi le tagliatelle fatte in casa
In un epoca in cui ci si sente dire dopo cena dalla ragazza , “Non lavo i piatti perché non sono portata per i lavori manuali”
E allora si mise il grembiule , la farina , ruppe le uova e si mise a impastare e impastare con quelle mani con quella forza con quelle braccia e il sererotto,sembrava la mia nonna di campagna quando ci riunivamo con tutti i parenti a Gattolino.
Gli saltai addosso all’istante.
Ci salutiamo con affetto.
Ti auguro ancora mille di queste donne, Bart, anzi, mille e tre. Ho il sospetto che te le meriti.
(Però cambia i nomi e i cognomi, ti prego).
Grazie a Kristerica per la segnalazione.
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