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mercoledì 1 marzo 2023

Sono felice e poi sono preoccupato e poi boh

È da tre giorni che sono contento. Ma poi ci penso su e mi preoccupo, per un istante mi spavento addirittura. Però sono contento lo stesso. Insomma a quanto pare sono vivo. Era da parecchio che non mi succedeva, mi ero anche un po' scordato. Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito Democratico, e io sono contento, perché l'ho votata (è dal 2014 che la voto, a quanto pare). Ma ho anche paura, perché non me lo aspettavo. L'ho votata perché, sono un proporzionalista (una fede ancora minoritaria del Pd); per me ancora due giorni fa l'idea era a mostrare ai bonacciniani che esiste una sinistra del partito con un peso rilevante. Salta fuori che la sinistra pesa più di Bonaccini e soci: è una sorpresa per tutti, direi, e ci pone tutta una serie di problemi che almeno non sono i soliti problemi. Anche perché, per quanto possiamo festeggiare, dobbiamo sempre avere in mente l'obiettivo. 

Avvenire

Queste primarie la Schlein le ha vinte con seicentomila voti scarsi (il suo rivale ne ha presi ottantamila in meno). Alle prossime elezioni il Pd deve prendere almeno sette milioni di voti. La Schlein può arrivarci? Devo essere sincero: per quanto io l'abbia votata, per quanto mi ispiri una genuina simpatia, fino a domenica pensavo di no. L'ho trovata, forse la trovo ancora, un personaggio molto divisivo, un bersaglio ideale per gli hater professionisti e dilettanti – prendete quello che hanno scritto e memato su Rosy Bindi e Boldrini e moltiplicatelo per "bisessuale", "origini ebraiche", "Svizzera". Trovavo che facesse un buon contrappunto all'emilianocentricità di Bonaccini, ma se diventa la componente più importante del Pd, non rischia di ridimensionarlo? È probabile, ma d'altro canto forse stiamo prendendo il problema dal corno sbagliato. 

Oltre al fatto che la Schlein ha vinto, occorre notare che Bonaccini ha perso. Di poco: ma avrebbe dovuto vincere di molto. Sembrava una candidatura molto più solida, invece non lo era. La sua strategia per arrivare a quei sette milioni era lineare, e non molto diversa da quella che ha funzionato con aa Meloni lo scorso settembre: aspettare. Aa Meloni ha aspettato vent'anni – che Berlusconi invecchiasse, che Salvini si bruciasse – finché davvero doveva toccare a lei, a destra non c'era più nessuno possibile (del resto guardate con che ministri si ritrova). Sull'altra sponda, Bonaccini è sempre sembrato ispirato a un analogo attendismo. Lui stesso sembra essere arrivato a capire di avere delle chance per esclusione: bruciato Bersani, bruciato Renzi, restavano i presidenti di regione. Puglia fuori, Campania improponibile, Lazio è durato tre anni, a chi tocca adesso? Oddio, ma tocca a me

In controluce il solito errore di prospettiva degli esponenti del Pd, convinti di poter disporre dell'identità del partito senza preoccuparsi – come tutti gli altri politici, al giorno d'oggi – di registrare i nomi e i simboli; tutto il contrario, il Pd per Veltroni doveva essere un partito leggero ma già al tempo si dava per scontato che sarebbe stato il partito di Veltroni: si aprivano le primarie ai non tesserati dando per scontato che avrebbero plebiscitato Veltroni, ma poi si restava perplessi quando un sacco di sconosciuti entravano per votare, comprese persone non esattamente, come dire, bianche. Ma in un qualche modo le due classi dirigenti che si erano fuse nel Pd erano convinte che il partito sarebbe rimasto cosa loro per sempre, e più in generale che uno dei due poli della politica italiana sarebbe stato occupato da loro: un diritto di prelazione basato sull'anzianità. Ne erano talmente convinti che hanno lasciate aperte le primarie ai non iscritti, malgrado fosse chiaro ormai da dieci anni e più che si trattava di una sciocchezza. 

Altri si sarebbero preoccupati di individuare un blocco sociale di riferimento, ma Veltroni voleva piacere a tutti e i successori avevano paura di dispiacere troppo a qualcuno; altri si sarebbero preoccupati di mantenere un'egemonia culturale, ma in quel reparto a un certo punto è entrato Franceschini che si è baloccato con le sue piattaforme finché ha potuto. Bonaccini ha continuato a dare per scontato uno zoccolo duro di lettori dell'Unità, anche se nel frattempo l'Unità è fallita tre volte; la Schlein non è che potesse contare su chissà che mediatico fuoco di fila, eppure un po' di passaparola le è bastato per spostare il baricentro di un partito la cui massima aspirazione ormai era rappresentare il buongoverno di alcune regioni d'Italia: neanche tante. 

La Schlein in compenso ha tutto quello che serve per apparire la segretaria del partito delle ZTL, il famoso partito metropolitano che non riesce a ripartire dalle periferie. A proposito: chi vi dice che le elezioni si vincono nelle periferie, quasi sempre non sa di cosa sta parlando, è convinto che sia un sinonimo di "provincia". Non è che le periferie non siano importanti, ho molti amici periferici, però quanti milioni di italiani ci vivono? In provincia più della metà, fine della questione. In provincia, molto più che in periferia, il blocco sociale che si riconosce naa Meloni è definito con una certa chiarezza: si tratta della piccola-media impresa. Questo spiega l'importanza che assumono a ridosso delle elezioni questioni tutto sommato non cruciali, come l'obbligo del pos o il tetto del contante. Ma anche il reddito di cittadinanza che impedisce ai poveri ristoratori di sottopagare i camerieri, le rivendicazioni dei balneari, il miraggio della flat tax, e una serie di argomenti che persino aa Meloni non osava più toccare, ma i suoi elettori continuavano a crederci: l'uscita dall'Euro, l'antivaccinismo. La piccola-media impresa non è necessariamente fascista: vota per chi le promette di lasciarla in pace, quindi adesso vota Meloni, prima Salvini, qualcuno ha provato Renzi, ha preso anche una breve sbandata per Grillo; in sostanza chiunque le prometta che c'è ancora qualche margine in un mondo globalizzato che presto o tardi lo rimuoverà. Sotto sotto la Piccola Impresa Italiana lo sa, che non è equipaggiata per fronteggiare l'emergenza climatica, la nuova guerra fredda che allontanerà forse per sempre gli oligarchi orientali dai nostri alberghi e dalle nostre boutique, la smaterializzazione dei servizi, la globalizzazione logistica di Amazon, eccetera. Non sono scemi: sono soltanto disperati e quando si è disperati si sale su qualsiasi barcone. 

Ora questo stasera mi preoccupa: non solo la piccola media impresa non troverà motivi per votare la Schlein, ma in lei può individuare facilmente un nemico di classe. La borghese metropolitana che non vuole usare contante, non capisce perché non si possano raddoppiare le licenze dei taxi, e magari vuole tassare chi ha un patrimonio, una seconda casa, una barchetta. Con Bonaccini sarebbe stato diverso? Sì, se Bonaccini avesse dimostrato un carisma che queste primarie non hanno rilevato. Per come stanno le cose, forse questo Pd non ci deve nemmeno provare, e concentrare invece le sue energie sulle classi sociali che da questo Pd si aspettano di essere rappresentate: lavoratori dipendenti, giovani, minoranze. Tutto qua, e Calenda e Conte raccatteranno il resto. Qualcuno se ne andrà – qualcuno se ne sta già andando, ma è un partito aperto, non c'è nemmeno una porta da sbattere. Un'altra scissione sarebbe ridicola, con tutti i partitini che ci sono già, e forse a Bonaccini e co. conviene interpretare l'opposizione ragionevole, il ruolo interpretato con tanto successo da Giorgetti nella Lega. 

Se alla fine semplicemente ci troveremo un partito socialdemocratico al 15%, avremo almeno conquistato il diritto di votare per un partito socialdemocratico, che in tutte le altre nazioni d'Europa è garantito e non si capisce perché invece in Italia no. È il partito che può vincere alle prossime elezioni? Dipende molto da quanto aa Meloni avrà deluso – che succeda è sicuro, ma se delude troppo rischia di sgonfiarsi subito e sollecitare l'ennesimo governo tecnico; se invece delude poco ce la potremmo tenere pure dopo il '28? Non ne ho idea. Sono sempre quello che domenica sera era convinto che avrebbe vinto Bonaccini. Invece ha vinto la Schlein e le dico, in bocca al lupo (ma si può dire? Non lo so). Non credevo che vincesse, ma ho votato per lei. Ho votato per lei, ma non ero sicuro che fosse il candidato più adatto. Comunque ha vinto, e ora sarà bersagliata a 360°. Mi stava già simpatica prima, nei prossimi mesi non credo che riuscirò a essere oggettivo nei suoi confronti. Non è paternalismo: la stessa reazione l'ebbi con Bersani. Spero che le vada meglio. Lo spero per tutti noi. 

37 commenti:

  1. Mai una gioia eh. Secondo me con Bonaccini il 15% era assicurato, un po' perché era chiaro che avrebbe continuato la strategia dell'oppossum che è stata predominante da Zingaretti in poi, un po' perché basta vedere l'età media degli iscritti/votanti del PD: a ogni tornata elettorale ne rimangono sempre meno. Schlein almeno garantirà un po' di rinnovamento della base e sarà molto più combattiva su alcuni fronti su cui il PD si è annacquato in questi anni (diritti, lavoro, wrelfare...). Peggio delle ultime elezioni non può andare, se è in grado di vincere non è possibile dirlo ora (chi lo avrebbe detto di Meloni 5 anni fa?) ma non facciamoci prendere dallo sconforto anche quando arriva una bella notizia!

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  2. Girano video di estremisti di destra che hanno votato Schelin più e più volte.
    Io ho già preso i pop corn.

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    1. mi domando se sei lo stesso scemo che postava queste sciocchezze al tempo dei grillini (e mastica amaro da allora) o se in fondo tutti gli scemi tendano a scrivere contenuti simili.

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    2. Sii più sereno e più indulgente, hai puntato sul cavallo vincente...goditi la vittoria

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    3. In realtà sono più di dieci anni che non posto un commento su questo blog. Quindi non so a cosa o chi Tu Ti riferisca.
      Desidero comunque ringraziarTi per la gioia che mi procuri quando citi "aa Meloni". Mi pare percepire fisicamente il Tuo disappunto per la presenza della "aa Meloni" a Palazzo Chigi.
      E' in momenti come questo che mi convinco di essere dalla parte giusta.

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    4. Dalla parte di Minniti, giusto? Quello che andava a nuoto a mani nude a salvare i naufraghi, giusto?

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    5. Fino a quando continueremo a guardare la pagliuzza nei nostri competitors (cit. Uolter) e a non vedere la trave nel nostro occhio, non andremo da nessuna parte...

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  3. Leonardo. Uno su cui si può sempre contare per un pensiero bempensato. E scritto meglio.

    ps. Da qualche parte c'è scritto "se è una scemenza, posso cancellarla". Ma non lo fai mai.

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  4. Forse molti hanno pensato: tanto vince l'altro, però voglio mandare in segnale che la vecchia dirigenza si deve svegliare,quindi voto per la novità. Un po' quello che è successo alle penultime elezioni, quando i 5 stelle hanno preso più del 30% dei voti quando tutti li davano intorno al 25. Comunque ora i giochi sono fatti e vedremo cosa Elly sarà in grado di fare, o le permetteranno di fare.

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  5. Gagliarda, diretta e... danzante!
    Così mi piaci 😀

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  6. Bersani era un candidato forte: era apprezzato nel partito, era credibile per l'opinione pubblica, aveva esperienza di governo. E ha perso, oltretutto in un contesto molto favorevole. Peccato - una possibilità se la meritava - ma è andata così.

    La Schlein è un candidato debole: non ha dato prova di sé nell'amministrazione, viene identificata con proposte che in genere non piacciono all'elettorato (nemmeno ai dipendenti pubblici) e si è iscritta al partito tre mesi fa.

    Non vedo un grande futuro per la sinistra. Ma non sono così dispiaciuto, certe anctiche fedeltà sono ormai immotivate. Del resto, fino a un certo punto la classe politica di sinistra è stata nettamente migliore rispetto a quella di destra. Si metteva la croce su Pds/Pd ecc. e si eleggeva una persona in media più colta, più responsabile, più decente (anche nei modi). Dal 2013 in avanti questa discriminante è caduta e, in generale, del partito non è rimasta nemmeno l'ombra. Di sostenere l'ennesima effimera cordata di giovanotti non ho proprio voglia.

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  7. Nadia e Ballerina si lisciano il pelo a vicenda, beata gioventù! Non hanno capito che siamo nel bel mezzo di una guerra tra globalisti e antiglobalisti.

    Pronte a mangiare insetti anche se non glielo chiedono, pronte ad essere rinchiuse in Smart city da 15 minuti, pronte a farsi un "vaccino" sperimentale all'inseguimento di una fantomatica immunità di gregge, pronte ad avere la libertà come concessione, sempre per il fantomatico bene comune, umiliando prima ed annullando poi la propria identità. Però si sentono buone e altruiste.
    Beata gioventù, io voglio bene ad entrambe!

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  8. Gustavo, si era deciso che tu da qui in poi non scrivevi, non parlavi, la bocca la usavi soltanto per pulire il pavimento dove io cammino

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  9. Nadia&Ballerina han perso la favella...?

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  10. In effetti nadi e ballerine rovesciano in maniera pressocchè perfetta l'istud morettiano in "con questi elettori (anzi costì-tuensì, elettori è troppo carnivoro e/o poco europeo) non vinceremo mai" — qualunque cosa siano noi e vincere.

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  11. Diciamo che con Bonaccini non sarebbe cambiato nulla.
    Il punto è cosa cambia con Schlein.
    Finchè collocazione internazionale, economia globale, nato, guerre sceriffe, europe "unite", armi ai nazisti e quant'altro restano temi intoccabili, su cui il cittadino è un bamboccio, e non ha diritto di pensiero, se l'unica differenza con monti, draghi, meloni, e calende è l'eventuale appassionantissimo dibattito se avere cessi diversificati per cada geneder, o un unico grande cesso inclusivissimo, allora, molto giustamente, non si vincerà nè nelle periferie, nè in provincia, e forse neppure nelle ztl.

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    1. Grande atlantropa, hai detto bene. Ci stanno trattando come bambocci...

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    2. A Boka', come vorresti essere trattato?

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    3. Da persona intelligente, perché tu no?

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    4. "Armi ai nazisti"

      Io sento questi commenti e capisco che non posso criticare NULLA al russo medio che crede alla propaganda o è connivente ai crimini commessi dal suo paese.

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    5. È arrivato il genio della lampada con tutto il suo armamentario.

      C'è un aggressore e c'è un aggredito.
      La guerra è iniziata il 24 febbraio 2022.
      Prima dell'invasione Ucraina era una splendida democrazia .
      Si può ottenere la pace solo alimentando la guerra.
      Ecc.

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    6. Eppure le armi sono armi, e i nazisti sono nazisti.
      Puoi negare quanto ti pare, ma è stupido.

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    7. È cristallino.

      I nazisti sono il gruppo Wagner e le armi sono i finanziamenti che noi, come Occidente, indirettamente gli forniamo.

      Ci avete fatto caso che l'Europa ci ha messo un intero anno a realizzare un timidissimo embargo sul petrolio russo?
      E, giusto per scavare un po' indietro, cosa ha fatto l'Europa contro Kadytov? Nulla.
      Non è un caso, non può essere un caso; la verità è che questa Europa è collusa coi nazisti e se da una parte si scarica la coscienza concedendo due spicci all'Ucraina, dall'altra arma i nazisti di Wagner.

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    8. Magari ci saranno anche altri nazisti, per carità; ma ciò non toglie che uno che si dichiara orgogliosamente nazista e che grida sieg heil ad una fiaccolata in commemorazione delle waffen ss, facendo il saluto con baccio teso e tatuato di svastiche, è nazista, e tale resta, a prescindere da quanto tempo tu perda a negarlo.

      Detto ciò, nessuno avrebbe alcunchè da ridire se gli spicci ai nazi per proteggerti da "kadytov" li davi di tasca tua; ma si ha come l'impressione che in quel caso sì che sarebbero stati davvero due spicci, da cui la necessità di fregarli dai soldi di tutti.

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    9. Chi difende Kadyrov è egli stesso un nazista e merita solo di finire in uno dei campi di concentramento da lui organizzati, perché insegna più la pratica della grammatica.

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    10. Negli anni 70 gli americani giustificavano Pinochet dicendo che non era veramente fascista fascista e che il vero pericolo era Allende, lui sì che era cattivo: tutte scuse per fare affari con Pinochet.

      Oggi c'è chi dice che gli scagnozzi di Putin non sono proprio fascisti fascisti e che il vero pericolo sono gli Ucraini, loro sì che sono cattivi: sono passati 50 anni, ma le scuse dei capitalisti per fare affari non cambiano.

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    11. L'unico che nega che un nazista sia un nazista qui sei tu.

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