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giovedì 2 gennaio 2003

Maestri di vita (4) – Giorgio Gaber (1939-2003)

Margherita,
lo sai che tu sei tutta la mia vita?
Lo sai che ormai il mio cuore ti appartiene?
Ti voglio tanto bene, e invece tu…

E oggi un anno nuovo ci regala il calendario
si accendono le luci e si tira su il sipario
ognuno fa la sua parte e incomincia il blablabla
alla moda
alla moda
alla moda del varietà

E alle 8 e mezza mi presento puntuale
lavoro tutto il giorno e non mi trattano mica male
si spera nell'aumento che la vita risolverà
alla moda
alla moda
alla moda del varietà

Margherita,
lo sai che tu sei tutta la mia vita?
Lo sai che ormai il mio cuore ti appartiene?
Ti voglio tanto bene…

…e invece tu mi guardi storto
e mi dici una parolaccia
poi mi carichi a corpo morto
e mi tiri due pugni in faccia
ahi ahi ahi ahi

Se io non so di un fatto la versione originale
ci sono i quotidiani, c'è la radio e il telegiornale
mi basta seguire un momento e ho già chiara la verità
alla moda
alla moda
alla moda del varietà

non può risolver tutto neanche la democrazia
ma è l'unico strumento che ci dà una garanzia
viviamo finalmente con una certa dignità
alla moda
alla moda
alla moda del varietà

Margherita,
lo sai che tu sei tutta la mia vita?
Lo sai che ormai il mio cuore ti appartiene?
Ti voglio tanto bene…

…e invece tu non sei clemente
e mi picchi in un ginocchio
io mi piego perché sofferente
tu mi morsichi in un orecchio
ahi ahi ahi ahi

a scuola ai buoni un premio, ai cattivi la punizione
ma in seguito nella vita è meno chiara la divisione
si parla di giustizia, di uguaglianza e blablabla
alla moda
alla moda
alla moda del varietà

e quando sarò morto mi faranno il funerale
per una volta ancora sarò l'interprete principale
finita la triste funzione poi la vita continuerà

alla moda
alla moda
alla moda del varietà

(A la moda del varietà, 196?)

Un buon proposito per il 2003 potrebbe essere: basta coccodrilli, almeno per un po', eh?

1 commento:

  1. Quando morì Gaber, fu chiaro che per tutti gli italiani (bloggatori compresi) l'ex simpatico mattatore televisivo aveva scritto soltanto "Ma cos'è la destra / cos'è la sinistra".

    Bellissima canzone, per carità. E' da quel giorno che la odio.

    Questo pezzo invece è quasi introvabile (grazie speciali alla fonoteca di Nonantola). Non fa parte del repertorio teatrale: è ancora una canzoncina anni Sessanta. Eppure dentro mi sembra che ci sia tutto il Gaber che è venuto dopo, nel bene e nel male.

    A volte mi immagino Gaber come questa Margherita, che mentre cerco di tirarmi su il morale mi carica a corpo morto e mi tira due pugni in faccia. Ahi ahi ahi ahi.

    Quando è morto Gaber, gli hanno fatto il funerale. Per un momento ancora è stato l'interprete principale.

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