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martedì 30 dicembre 2003

Karaoke esistenziale, ciak! 7.

E adesso, che cosa faremo?

Gli levano il turbante, dicono: “chi è questo, un ebreo?”
Lavorano per la Morsa.
Metton su i manifesti con scritto: “Noi guadagniamo più di te!
Noi lavoriamo per la Morsa!
Convinceremo i giovani credenti
coi nostri discorsi contorti.
Alleneremo i nostri uomini dagli occhi azzurri
A credere soltanto in Te”

Il giudice ha detto “da cinque a dieci anni”,
gli ho risposto: “raddoppia pure.
Io non lavoro per la Morsa”.
Nessun uomo che abbia ancora un’anima
Può lavorare per la Morsa.
Tira calci al muro, il Governo può cadere,
come puoi negarlo?
Dà voce alla tua furia, la rabbia è il tuo potere,
non capisci che puoi usarla?

Le voci nella tua testa ti chiamano:
“Smetti di sprecare il tuo tempo, non si arriva a niente.
Solo un pazzo spererebbe nella tua salvezza.
Gli uomini in fabbrica sono vecchi ed esperti
Tu non ci devi niente, per cui, aria”
Sono gli anni migliori della tua vita, quelli che ti vogliono rubare...

...E allora cresci e ti dai una calmata
– ora lavori per la Morsa! –
Cominci a vestire in blu e grigio,
e lavori per la Morsa.
Ora hai qualcuno a cui dare ordini,
ti fa sentire grande, vero?
Ti lasci andare finché non cominci a molestarli…
Coraggio! Ammazzane uno, adesso!

Questi sono i giorni dei malvagi Presidenti,
che lavorano per la Morsa
ma prima o poi qualcuno pagherà per tutto questo,
per aver lavorato per la Morsa,

(ma, ah, campa cavallo…)

E non sto mica rivelando segreti.
Vedremo chi è il più fesso.


(Clash, Clampdown, 1979).

Postilla:
Ci sono dei motivi per cui ai suoi tempi non riuscivo a leggere un testo di Joe Strummer, e adesso sì.
Uno di questi motivi è che ho imparato un po’ d’inglese, ma neanche tanto in realtà. Strummer tutto sommato non usa parole molto difficili. Dylan usava parole difficili. Jim Morrison usava paroloni difficili. Tutta gente che riuscivo a capire. Joe Strummer no.
Intuivo solo una grande energia, che era rabbia e allegria assieme (mi è tornata in mente una recensione di London Calling: “sembra che canti per tutto il tempo con un ghigno”) e comunque mi bastava.

Ma se provavo a leggere i testi… un ebreo col turbante? Cosa significa? Cos’è, esattamente, questo Clampdown da cui bisogna stare attenti a non farsi assumere? Il Ragazzini dava: “stringere i freni nei confronti di, dare un giro di vite a q.”. Più tardi l’Oxford avrebbe precisato: “sudden policy of increased strictness in preventing or suppressing sth.”. Dunque alla fine sarebbe meglio tradurre “stretta”, o “giro di vite”. (Invece ho messo “La Morsa”, perché questo è il mio karaoke). E quegli uomini in fabbrica, devono qualcosa a qualcuno o è qualcuno che deve qualcosa a loro? Perché a un giudice che ti dice “5 a 10” gli rispondi “raddoppia”? Insomma, non poteva essere più chiaro Joe Strummer?

Ci sono dei motivi per cui non riuscivo a capire Joe Strummer, anche se intuivo che era bravo e aveva cose importanti da cantare. Un motivo credo fosse l’attualità. A Dylan non interessava troppo. A Jim Morrison, men che meno. Alla fine un ragazzino italiano a metà ’80 riesce comunque a trovarci delle cose. Ma Joe Strummer usava parole che non si trovavano ancora del tutto a loro agio nei dizionari, parole che nascevano sui tabloid dei drugstore, e ci avrei messo molto tempo prima di vederne uno. E poi Strummer rimase sempre, ferocemente, 1977. Anche nel 1979. E probabilmente già un paio di anni dopo stava diventando incomprensibile. Ma gitalong, diceva lui: campa cavallo.

Ci sono dei motivi per cui un pezzo scritto da Joe Strummer, nel 1979 diventa comprensibilissimo nel 2003, quasi '04, in Italia. Basta accendere la tv: scioperi dei trasporti, allevatori alla frutta. A un certo punto oggi davanti a un servizio mi è venuto spontaneo dire: “piovono pietre”. Per l’appunto. L’Italia del 2004 sembra l’Inghilterra del 1978. (Ma almeno loro prima erano un Impero). Di gente col turbante ce n’è fin che vuoi. E gente che è felice di guadagnare più di te e ci stampa anche i manifesti. E gente che a questo punto trova più dignità in prigione che fuori. Vecchi in fabbrica: sia che se ne debbano andare perché la fabbrica chiude, sia che debbano restare da vecchi perché Tremonti non li fa andare in pensione. La canzone funziona lo stesso. La canzone funziona talmente bene che fa piangere.

C’è un motivo, alla fine, per cui Joe Strummer ci manca, ancora più oggi che un anno fa. Ci manca perché a un certo punto ha creduto che la rabbia fosse potere, e che si sarebbe potuto usarla: e che il governo sarebbe caduto, e che qualcuno avrebbe pagato. Ci manca per quel momento, che è stato breve anche per lui. Perché alla fine, pare che avessero ragione “le voci nella testa”: non si arriva a niente, non ci si salva. La Storia se n’è fregata della sua rabbia, è proceduta trottando come la canzone, che finisce nel modo più brutto del mondo: non finisce, i suonatori continuano a suonare sempre meno convinti, l’inno diventa filastrocca: Gitalong, gitalong. Sì, d’accordo, la Morsa, ma bisogna pur sempre lavorare…

(Ora però posso dirlo: se ad antenna 1 in questi giorni non la smettevano di metter su pezzi dei Clash, io restavo senza occhi per piangere).

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