a proposito di Orgoglio:
Domenica era il giorno dell’Orgoglio Diessino (e voi magari ve lo siete perso).
Almeno, così era scritto su un trafiletto a pag. 19, sempre dalla Repubblica di domenica:
ROMA – è il giorno dell’orgoglio diessino, con tutto lo stato maggiore del partito e i segretari di sezione riuniti a Roma. Alla base Fassino dice: “Siamo il traino della coalizione e della lista unitaria”. E per sottolineare l’energia ritrovata sceglie due esempi dove candidati della Margherita hanno ricevuto un aiuto decisivo dai voti Ds.
Notate: da quando hanno ritrovato l’energia, un sacco di candidati della Margherita vincono le elezioni. Ma andiamo avanti.
“Alle ultime amministrative Gasbarra è diventato presidente della Provincia di Roma perché i Ds sono saliti al 25% […]”
Questo è l’Orgoglio Ds: poter dire siamo saliti al 25%. Non come nei tempi bui, quando si diceva siamo scesi al 25%. I tempi pre–D’Alema… a proposito, secondo voi poteva mancare D’Alema, nel giorno dell’Orgoglio Diesse? E poteva esimersi dal dire qualcosa di simpatico e intelligente?
D’Alema ridà fiato all’appartenenza partitica: “I movimenti non sono la freschezza. La grande mobilitazione popolare degli ultimi anni non sarebbe stata possibile senza di voi, che prenotavate i pullman e vi davate da fare”.
Ecco, in una sola frase, tutto il rinnovato Orgoglio Diesse. Il Movimento? Roba vecchia. Il futuro siamo noi, noi Prenotatori di Pullman. Senza di noi, il Movimento non sarebbe neanche arrivato al grande raccordo anulare. Sì.
(Poi, una volta prenotati i pullman, bisognava che qualcuno li pagasse, e secondo me molto spesso non sono stati i Diesse. Visto che, come ammette subito dopo il tesoriere Ugo Sposetti “Eravamo sull’orlo del tracollo finanziario”. Adesso pare che vada meglio (a riprova che non si sono svenati per il Movimento. Ma bisogna rimboccarsi le maniche: “Ogni voto vale un euro e venti”).
Dettagli economici a parte, c’è qualcosa che stringe il cuore in questa adunata di uomini di apparato, che a furia di lezioni di pragmatismo e buonsenso si sono convinti che l’attivismo politico consista nel “darsi da fare” a prenotare i pullman. Da partito di massa a servizio autocorriere. Poi succede che molta gente salga sulle corriere prenotate dai Diesse, scenda all’Eur, prenda la metro, e vada a ficcarsi in uno spezzone del corteo dove si fischia Fassino e si spernacchia D’Alema. E fidatevi, sono tanti.
L’Orgoglio Diesse ha i suoi profeti. Uno dei più ascoltati è Giampaolo Pansa. Famoso il suo pezzo sull’Espresso scritto a botta calda dopo il Corteo di Roma, “Di questi qui non ne posso più”
Parlo soltanto per me, come semplice elettore dell'Ulivo, anzi del Triciclo. In quanto tale, dichiaro che non ne posso più di certi personaggi, davanti ai quali dovrei inchinarmi ogni mattina. Perché, così mi si ripete, sarebbero indispensabili alla vittoria contro l'odiatissimo Silvio Berlusconi.
Non ne posso più di Gino Strada che, da eroe umanitario, s'è tramutato in un iroso capo fazione, capace di dare del "delinquente politico" a chi non la vede come lui sulla guerra in Iraq. Non ne posso più di Armando Cossutta e delle sue ipocrisie. E giù nomi di tanti altri “paracadutati corazzati” “eletti in collegi blindatissimi dai voti di quel centro-sinistra che sbeffeggiano ogni giorno.
Sembrava di sentire Fassino, dopo essersi preso un po’ di ortaggi e aste di bandiera. Eh no, scusa: mi hai contestato? E mo’ ti lascio a piedi. Non per niente sono quello che prenota i pullman…
Insieme a te non ci sto più / guardo le nuvole lassùùù
Con i pronostici bisogna andarci piano, perché si sbagliano, ma stavolta voglio giocare un po’ d’azzardo. Le politiche ci sono tra due anni: scommettiamo che, malgrado tutto il ritrovato Orgoglio Diesse, i “paracaduti corazzati” resteranno per la maggior parte nei loro collegi?
E più a breve termine: Gino Strada ha fatto molto arrabbiare Fassino e Pansa. Scommettiamo che quest’estate, ai grandi festival dell’Unità nazionali e regionali, troveremo i soliti banchetti di Emergency, le solite serate programmate da Emergency, le solite mostre e bancarelle di Emergency? Potrei anche sbagliarmi, eh? ma credo di no.
E sapete perché?
Perché gli orgogliosi diessini possono prenotare tutti i pullman che vogliono, con air conditioning, tv e ogni comfort: ma se alla manifestazione non c’è un Gino Strada o qualche altro paracadutista celebre, il pullman fa un giro a vuoto. E a rimetterci di più, alla fine, sono proprio loro, gli Orgogliosi Diessini. Basta guardare i Festival, che sono macchine organizzative ben oliate e spietate: se Emergency è presente, è perché funziona bene da richiamo. Fassino può brontolare finché vuole: il pullman parte. S’attacchi.
I Diesse e il Movimento. Sembrano due cose separabili. Non è così. I Diesse hanno bisogno del Movimento, (più di quanto il Movimento abbia bisogno dei Diesse). Il Movimento è il sale del consenso: senza un po’ di sale, un pizzico di Gino Strada, di don Vitaliano, di Casarini e quant’altri, gli Orgogliosi Diesse non saprebbero di niente. Almeno possono polemizzare con Gino Strada – addirittura minacciare di toglierlo dal cartellone. Cosa sarebbero questi sciapi riformisti se non avessero qualche ragazzaccio con cui polemizzare? Cosa direbbero? Cosa riformerebbero? Niente. Senza quel minimo gioco di sponda che gli consente il Movimento, i Diesse non avrebbero argomenti. (Dovremmo marciare per la risoluzione Nato? O per un nuovo pacchetto Treu?) E questo lo si vede a ogni grande manifestazione di primavera, a ogni patetico tentativo di andare a rimorchio prima del sindacato e poi del pacifismo, a chiamarsi fuori, a infilarsi dentro, col rischio di capitare nello spezzone sbagliato e prendersi mazzate. Episodio triste quanto si vuole. Ma significativo.
In Spagna c’è un socialista, Zapatero, che infischiandosene dei sondaggi ha vinto le elezioni. La maggioranza degli elettori gli chiedeva il ritiro delle truppe: e lui le ha ritirate. Un gesto piuttosto brusco, nei termini dell’etichetta diplomatica. Ma un leader democratico ha delle consegne da rispettare. All’annuncio del ritiro delle truppe, molti spagnoli sono scesi in piazza a festeggiare. Non c’è stato bisogno di pullman. È bastato seguire il popolo, per una volta. Senza minacciare, senza blandire, senza giocare di sponda, senza Se, senza Ma, in una parola: senza Orgoglio. (Orgoglio di che?)
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