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martedì 15 luglio 2014

La Santanchè, i miei due centesimi

Se proprio vogliamo parlarne, assumendo che sia una cosa seria: io credo che l'acquisizione dell'Unità non sarebbe un affare né per Daniela Santanchè né per l'Unità. Lo direi anche se non avessi un piccolo blog sull'Unità; persino se stimassi le capacità imprenditoriali del personaggio e non avessi sentito dire che anche lei galleggia alla giornata, come tutti in fin dei conti.

Lo dico in astratto: il bene più prezioso che l'Unità si porta in dote è il suo brand, con tutta la storia e le storie che si porta dietro. Ma anche la Santanchè è un brand, e metterli assieme non gioverebbe alla credibilità di entrambi. Se la Coca Cola si comprasse una cantina di Chianti, immagino che il vino continuerebbe ad avere lo stesso sapore: ma forse qualcuno non lo comprerebbe più. A torto, a ragione, non importa: se c'è qualcosa di cui l'Unità non ha bisogno in questo periodo, è di perdere tacche di credibilità presso un pubblico che a una certa storia ancora ci tiene. La penso così e magari mi sbaglio; di mestiere non vendo giornali e ho il massimo rispetto per chi ancora ci prova: dev'essere durissima.

Comunque, se proprio vogliamo parlarne, vorrei spiegare cosa mi succederebbe se Daniela Santanchè acquistasse l'Unità, e conseguentemente il sito Unita.it dove da quattro anni ormai scrivo più o meno un pezzo alla settimana. Niente. Continuerei a scrivere quello che voglio, finché posso. Ovviamente mi capiterebbe di voler scrivere cose molto critiche su Daniela Santanchè e i suoi amici. Non solo, ma se domani l'offerta di Daniela Santanchè fosse scavalcata da una cordata Berlusconi-Grillo-Netanyahu, io farei lo stesso: questa è la mia politica. Se mi date uno spazio io lo occupo; se volete cacciarmi, dovete prendere l'iniziativa.

Faccio un esempio: qualche anno fa un editore, Chiarelettere, mi propose di scrivere un e-book. Per me era una buona occasione, però si trattava di lavorare con la Casaleggio Associati. Allora ho fatto così: ho scritto l'e-book e ci ho messo dentro quello che pensavo di Beppe Grillo, del suo movimento, del modo in cui nei giorni del terremoto emiliano avevano cercato di sciacallare consenso spacciando la bufala delle "previsioni dei terremoti" che secondo loro erano fattibili e secondo la comunità scientifica no. Me l'hanno pubblicato: buon per loro e buon per me. Se non me l'avessero pubblicato, avrei scritto da qualche altra parte che quella casa editrice non ammetteva più critiche su Grillo.

Per me è così che funziona. Non ho mai capito quelli che se la prendevano con Saviano o i Wu Ming pubblicati da Berlusconi: se riesci a farti pagare da Berlusconi per scrivere cose antiberlusconi, secondo me hai vinto (poi possiamo discutere di quanto Saviano o Wu Ming siano stati effettivamente antiberlusconi ma sarebbe lunga e tutto sommato non c'entra: quel che importa è che siano riusciti a scrivere quel che hanno voluto). Chi vuole difendere le sue idee e le sue creazioni ha il diritto-dovere di infilarsi dove può, strappando le condizioni migliori. L'unica fedeltà si deve, appunto, alle proprie idee e alle proprie creazioni.

In piccolo è quel che succede con le inserzioni: ogni tanto c'è qualcuno che mi scrive per mettermi in guardia dal fatto che compaiano su questo sito pubblicità di Forza Italia o della pro loco di Israele. Vale la pena di ricordare che le inserzioni sono personalizzate: ognuno ne vede di diverse, a seconda dell'opinione che google si è fatta di lui. Ma a parte questo, l'idea che anche solo due centesimi mi arrivino in tasca da Forza Italia o da Israele mi diverte: soprattutto perché continuo a scrivere quel che mi pare sia su Forza Italia che su Israele. Dal mio punto di vista, i due centesimi li hanno buttati via loro. Mi sbaglio? Mi sarò sbagliato su due centesimi.

Ne approfitto per esprimere la mia solidarietà ai lavoratori dell'Unità, e di salutare i redattori del sito che in quattro anni non hanno mai toccato una virgola di quel che scrivevo - anche quando avrebbero dovuto, non solo virgole ma accenti, frasi, interi pezzi. Se c'è qualcosa che fin qui non mi è mai mancata, è la libertà. Perfino troppa - ma finché continua, contatemi. Per quel poco che posso.

29 commenti:

  1. Leo, tu sei troppo serio e sincero per questo mondo ;)

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  2. l'Unità non dovrebbe accettare i soldi di chiunque per poter uscire, ma uno scrittore può accettare i soldi di chiunque per essere pubblicato... mi sembra un pò contradditorio a prima vista
    nello specifico daccordo con la prima idiosincrasia meno con la seconda convergenza...

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    1. Sono due questioni diverse. L'Unità potrebbe anche accettare un'offerta della Santanchè, però conviene? Conquisterebbe lettori o ne perderebbe? Secondo me ne perderebbe.

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    2. Ne guadagnerebbe e ti spiego perché: manterrebbe lo zoccolo duro delle feste dell'unità e in più avrebbe una buona fetta dei forzisti.
      Senza contare che l'unità verrebbe rilanciato al bilionnaire e al twiga.....

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    3. Guarda, c'è chi ama il gelato alla nocciola e chi quello al limone, ma un cono nocciola-limone non interessa a nessuno.

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    4. beh..è esattamente quanto sta accadendo all'unità con l'ingresso di danielona: un cono nocciola limone...poi ci sarà chi vorrà suggere solo il limone e chi solo la nocciola...e il brand diventa bifronte

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    5. Ora non è che si pretenda da te conoscenza delle dinamiche editoriale, ma almeno come si sugge un gelato.

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    6. è proprio questo il punto
      in questi anni mentre credevi di suggere un gelato alla nocciola..in realtà c'era anche il limone...e un po' alla volta (anche in maniera subliminale) ti sei assuefatto
      Vedrai che ti troverai bene con la linea editoriale della danielona che non si discosta poi troppo da quella attuale

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  3. Daniela, ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, proprio il massimo, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti!.

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  4. Non credo che cambierebbe granché sul giornale di gramsci...solita linea contro grillo e filo berlusconiana...

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    1. è la giusta doverosa prevedibile e inevitabile sublimazione del ventennio

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  5. "se c'è qualcosa di cui l'Unità non ha bisogno in questo periodo, è di perdere tacche di credibilità presso un pubblico che a una certa storia ancora ci tiene."
    Cavoli, proprio come Hamas.

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  6. "L'unica fedeltà si deve, appunto, alle proprie idee e alle proprie creazioni."

    E' l'atteggiamento di Battiato quando veniva criticato perché andava a far concerti alle feste di Alleanza Nazionale... Atteggiamento che ha rivisto col passare degli anni (e, incidentalmente, con la progressiva decadenza di Alleanza Nazionale, ma vabbè).
    Ma il problema nasce nel momento in cui l'ente terzo che critichi (anche aspramente) con le tue idee o creazioni guadagna qualcosa dalle stesse: è un'incoerenza, scomoda e fastidiosa - ma ineludibile. Nessun editore ti pubblica in un vuoto spinto, senza alcun guadagno (economico o d'immagine); pensare che la forza argomentativa delle tue critiche bilanci in qualche modo il conto è - ahimè - illudersi o, nel peggiore dei casi, giustificarsi.

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    1. Guarda, avevo presente l'obiezione (ad esempio Saviano ha fatto davvero guadagnare qualcosa a Berlusconi; e in effetti se n'è andato e secondo me ha fatto bene), ma mi sembrava ridicola nel mio caso specifico.

      Cioè è altamente improbabile che la Santanchè, investendo due centesimi in me, possa mai riaverli indietro. Neanche in termini d'immagine. Non le conviene e basta; se lo fa, peggio per me e meglio per lei.

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    2. Quanto all'esempio di Battiato, il suo imbarazzo credo derivasse anche dal fatto che, a parte casi sporadici (Povera patria) di politica preferiva non parlare; e quindi rischiava di passare come il fiore all'occhiello di una cosa che non lo rappresentava. Ma se Alleanza Nazionale ti invita alle feste, e tu nel repertorio hai canzoni contro Alleanza Nazionale, secondo me fai bene ad andare.

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  7. non leggo l'unità, non l'ho mai comprata regolarmente (solo quando in abbinamento c'erano film ganzi... in cantina ho uno scatolone di vhs di film abbinati all'unità) come ho fatto a periodi con lotta continua (ero giovane), repubblica e il manifesto (il manifesto l'ho tagliato definitivamente dopo la prima guerra del golfo)... ora leggo molto meno i quotidiani su carta, sarà una reazione alla lettura compulsiva di repubblica-corriere-stampa per tutti gli anni che arrivavano in abbonamento al nostro ufficio pubblicità...
    guardo l'unità quando passo a via dei giubbonari, dove c'è una sede del pd (storica del pci) e mettono il giornale fuori oppure a bologna a via duse (sempre giornale murale)
    per dire che sono molto dispiaciuto delle difficoltà dell'unità (ma anche del manifesto) e vorrei che non chiudesse
    riguardo gli scrittori... s'io fossi uno scrittore pubblicherei con chiunque mi offrisse le condizioni migliori (libertà, soldi, spazi), certo avrei le mie preferenze (meglio feltrinelli di mondadori, o mille anni fa meglio einaudi di rusconi, meglio laterza di...)
    naturalmente con le dovute cautele... con le giuste condizioni (mi chiamassi paolo nori) pubblicherei i miei pezzi anche su libero, per dire

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    1. Ma intendevi "Lotta comunista" e ti è sfuggito via il Continua (a me sucede sempre) o esisteva proprio una pubblicazione così tanto collegata a LC da recarne direttamente il nome nella testata?

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  8. Il problema non è banale.

    Se si considera l'Unità un'impresa giornalistica come un'altra, il cui fine è fare soldi, chi sia il datore di lavoro conta molto relativamente (basta che non sia un mafioso).

    Se la si considera invece un'impresa intellettuale, anzi, ideologica (in senso non dispregiativo), la cosa si fa più difficile.

    L'Unità propone valori che dovrebbero essere alternativi a quelli della Santanché (e spero bene); se la Santanché se la compra, l'Unità si trova a predicare un mondo e a campare dell'altro.
    Di qualsiasi cosa l'Unità si trovi a dire o a fare di buono, a quel punto, bisogna render grazie al mondo-Santanché. E questo non è un buon modo di essergli alternativo.

    Sì, certo, ci si può cullare nell'idea di essere anti-Santanché nel mondo-Santanché. Ma è una pia illusione: la Santanché i suoi conti se li sarà fatti, e non sarà certo per beneficenza che si compra l'Unità, neanche per i due centesimi di Leonardo Tondelli.

    Il problema si fa ancora più difficile, e a me dispiace davvero, nel momento in cui ci si renda conto che l'alternativa non è tra la Santanché e la perdita di qualche lettore, ma tra la Santanché e la chiusura.

    I riferimenti ad Israele confermano quel che stavo dicendo della tifoseria.

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    1. I conti la Santanchè potrebbe anche averli fatti male; non sarebbe neppure la prima volta.

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    2. Allora in quel caso la Santanché si ritirerà e saremo al punto di partenza.
      Se la Santanché compra l'Unità, l'Unità deve sperare che il suo acquisto si riveli una buona idea, non una cattiva.
      Non ci si può girare molto intorno, purtroppo.

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    3. Leonardo, io credo che questo blog debba chiudere e riaprire nel Giornale, se si vuole un po' di coerenza.

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    4. Mi auguro che il cdr dell'Unità abbia gli strumenti per capire se l'idea è buona o no. Secondo me non è buona.

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    5. beh il solo fatto di aver preso in considerazione la cosa non lascia presagire un futuro fausto....non ci vuole un genio per capirlo

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    6. Mi unisco al discorso di uq. che credo centri il punto.

      Temo infatti che in tutta questa analisi manchi la risposta alla domanda "Perché la S. ha avanzato la proposta?" e che l'analizzare la questione solo dal punto di vista dei vantaggi per L'Unità rischi di farsi trascinare in un trappolone i cui risultati, in termini politico/ideologici, non saranno mai compensati dagli eventuali problemi economici eliminati.

      L'unico motivo realistico per cui la Santanché possa aver pensato questa genialata è per portare in dote alla sua parte politica il caso definitivo da portare da quel giorno in poi su ogni tavolo intorno al quale si discuta la diversa efficacia delle reciproche ricette economiche.

      In termini di costi/beneifici lei il vantaggio lo avrebbe portato a casa persino se l'operazione dopo sei mesi si rivelasse in ogni caso fallimentare perché non sarà difficile a quel punto attribuirne la responsabilità alla qualità dei contenuti, dato che la parte economica era stata da lei risolta.
      Viceversa se il salvataggio si rivelasse effettivamente tale, i vantaggi sarebbero a quel punto due perché potrebbe direttamente vantarne anche il merito.

      E questo risolve anche il discorso della libertà di pubblicazione delle idee eventualmente critiche.
      Certo che chi scrive su L'Unità continuerebbe ad avere la libertà di farlo come preferisce e sarebbe proprio quello a rendere il gioco pressoché perfetto:
      Se su un giornale salvato dalla (maggiore efficacia economica del mondo della) Santanché scrivi critiche all'idea economica di un certo mondo imprenditoriale da lei rappresentato, è la stessa carta sulla quale hai la libertà di scriverlo che ne dimostrerebbe l'infondatezza.
      Lei non avrebbe bisogno né di censurare né di indirizzare, anzi più articoli critici compariranno più le sue tesi saranno dimostrate.
      L'economia di destra potrà dirsi talmente efficace da riuscire a garantire persino la libertà di parola alla sinistra.
      Quale critica sareste mai capaci di formulare, forte al punto da contestare quella tesi che a quel punto si sarà fatta autoevidente?

      Se le riesce questa operazione L'Unità chiude comunque mica perché i lettori faranno pagare il tradimento, ma perché gli argomenti leggibili sul giornale smetteranno di avere l'autorevolezza necessaria a farsi base sulla quale quell'area di lettori lì può poggiare le proprie contestazioni nei propri salotti, bar, campi di bocce, cioè il motivo per il quale lo si compra.
      Qualsiasi discorso verrebbe chiuso in sei secondi dalla semplice quanto vera "Vi hanno salvati le loro ricette, quelle che mi dici essere meno efficaci delle vostre" e basterebbe un berlusconiano qualsiasi, nemmeno particolarmente brillante, per levare qualsiasi possibilità di uscita da quella chiusura lì.

      Si sta comprando questo, nient'altro.

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    7. Bruno, ma cosa ne sai tu dell'Unità che manco la leggi....

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    8. @Bruno
      Ho letto il tuo (come al solito) lungo pensiero e lo trovo sconsolatamente azzeccato: la destra che compra l'Unità per poter dire "Vedete? Se non ci fossimo stati noi coi nostri saldi mezzi di destra che le abbiamo fatto l'elemosina, la sinistra non sarebbe neanche capace di esprimersi".
      Insomma: un abbraccio mortale che condannerebbe l'Unità alla sconfitta culturale.

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    9. Tu dici "lungo" io leggo "articolato".
      Mi vengono solo così, argomentando il processo di elaborazione che non di rado nasce nel momento in cui lo metto giù.
      Potrei scrivere solo la sintesi finale ma, oltre a ridursi quasi sempre a una tesi incomprensibile se non a me che ne conosco la versione espansa, lascerebbe il tempo che trova e occuperebbe solo spazio inutilmente risolvendo solo il bisogno di "ho detto la mia", bisogno che non ho.
      Se dev'essere un contributo a mio parere deve contenerlo quel contributo, invece di sott'intendere soltanto di averlo.
      Poi è chiaro che un po' di dono della sintesi mi gioverebbe, ma mica solo qui, in generale.
      Però a oggi in termini di interazioni e dialoghi ho ricevuto più vantaggi e miglioramenti con la mia strada che con la sua alternativa a misura di twitter nella quale avrei difficoltà a spiegare persino l'ovvio.

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  9. Lasciamo stare per una volta il retropensiero e cerchiamo di essere concreti.
    Questa operazione creerà ricchezza e nuovi posti di lavoro.
    Già mi vedo i briatore boys a vendere l'unità fuori dal billionare e dal twiga....

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  10. (beato te che RICEVI due centesimi da forzitalia o da israele - a me l'host del mio blog mi taglieggia, nel senso che mi dice "se non vuoi che i tuoi rarinantes siano importunati dalla (e/o ti associno alla) pubblicità, pagami TU.
    è ben vero che io non sono nessun leonardo)

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