L'Italia non si è ritrovata repubblica parlamentare per caso. A monte di questa scelta, l’orrore per ciò a cui ci aveva portato la mistica dell'uomo forte. La sospensione dei diritti civili; la stagnazione economica; le sciagurate avventure coloniali; le leggi razziali; la folle idea di entrare in una guerra mondiale salendo sul carro armato del vincitore. A lungo nessuno osò più parlarne, fuorché Almirante e i suoi nostalgici. Più tardi Craxi pensò che gli italiani si fossero lasciati alle spalle i fantasmi e fossero pronti ad apprezzare un po’ di decisionismo leaderistico. Sbagliò tempo (di poco).
La fiaccola presidenzialista passa a Berlusconi, che - constatata la difficoltà di far passare una riforma tanto radicale - è il primo a proporre presidenzialismi camuffati. La riforma Calderoli (2005) obbliga le coalizioni a scrivere sulla scheda il candidato premier. Un’evidente forzatura della costituzione: spetta al presidente della Repubblica nominare il capo del governo, dopo aver consultato il parlamento che rappresenta gli italiani senza vincolo di mandato. Abbiamo poi scoperto che era una legge incostituzionale.
E l'Italicum? I cittadini voteranno Renzi, e la mattina Renzi salirà a ricevere l'incarico da Mattarella. Un atto dovuto che renderà pleonastico lo stesso Mattarella, e la cerimonia seguente con cui deputati scelti su liste stilate da Renzi voteranno la fiducia al governo Renzi - nel caso in cui vinca le elezioni: il che, viste le alternative, è persino augurabile.
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi
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In realtà nel caso Renzi vinca le elezioni, i parlamentari scelti da Renzi (o chi per lui) saranno circa 100 su 340.
RispondiEliminaContinui con la solita narrazione:" gli italiani voteranno Renzi e la mattina seguente..."
RispondiEliminaGli italiani voteranno per dei partiti o delle liste di partiti, poi il partito che avrà la maggioranza assoluta dei seggi indicherà il proprio candidato nelle consultazioni con Mattarella e lui potrà dargli o meno l'incarico. Esattamente come è sempre stato fino ad oggi. La differenza è che ci sarà un partito, o una lista , che avrà la maggioranza alla Camera e che avrà la possibilità di dare o meno la fiducia al PdC nominato dal PdR.
Prodi invece ha dovuto farsi indicare nelle consultazioni da tutti i partiti dell'Ulivo, che andavano da Mastella a Bertinotti, e il PdR ovviamente aveva pleonasticamente dovuto nominarlo; nulla gli vietava di nominare un altro, a parte la logica secondo la quale un altro non avrebbe ottenuto la fiducia dei partiti che avevano indicato Prodi.
Però capisco che parlare ad Almirante perchè Renzi intenda possa anche essere divertente
EliminaC'e' una cosa però che manca in questo ragionamento che in parte condivido. L'Italia aveva istituzioni deboli, proprio per essersi scottata col fascismo, compensate da partiti fortissimi. Negli anni '70 se in un partito volevano trombare qualcuno lo mandavano nelle istituzioni. Il galateo politico imponeva di smettere di occuparsi delle cose del partito, per non appannare il ruolo dell'istituzione (sindaco, presidente di provincia ecc..) che doveva apparire super partes, e quindi gli astri nascenti venivano fatti fuori così, 5 o 10 anni da presidente della provincia, lontano dal vero posto dove si assumono le decisioni.
RispondiEliminaOra il problema è che abbiamo istituzioni deboli e partiti debolissimi. Nella seconda repubblica i partiti sono nati e morti triturati da un vortice senza fine, da un leaderismo sterile che ha fatto coincidere la sorte del partito con quella del caudillo.
SEL sembrava la forza nascente di sinistra e poi è bastato che Vendola si sputtanasse coi Riva per farlo tornare a percentuali da prefisso. A DI Pietro è bastata una intervista della Gabbanelli per far deflagrare IDV. E via con Fini, Bossi, Casini... Oggi la Lega è pompata nei sondaggi per il sovradosaggio di Salvini, ma se Salvini cade, la lega si sgonfia. Il partito è un luogo per egoarchi, non per politici.
Rafforzare le istituzioni fortificando il patto di fiducia elettorale con un mandato diretto non è una bestemmia, a condizione di metterci le contromisure (tipo 2 mandati di 4 anni come in USA e dopo non fai nemmeno il sindaco del tuo paese natale) e di farlo apertis verbis, modificando la Costituzione in modo appropriato a resistere alle riforme.
"2 mandati di 4 anni come in USA e dopo non fai nemmeno il sindaco del tuo paese natale"
Eliminacome presidente, come qualsiasi altro ruolo politico puoi camparci anche una vita
http://en.wikipedia.org/wiki/Electoral_history_of_John_Conyers
"La riforma Calderoli (2005) obbliga le coalizioni a scrivere sulla scheda il candidato premier....Abbiamo poi scoperto che era una legge incostituzionale. "
RispondiEliminaLeonardino, non raccontare le bugie che ti si allunga il naso. Calderoli sapeva benissimo che se metteva nella legge "la coalizione indica il premier" il Porcellum non sarebbe tornato firmato dal Quirinale, e infatti ha inventato l'escamotage di chiamarlo "capo della coalizione", che costituzionalmente non vuol dire niente. E infatti la CC ha segato il Porcellum per altri motivi, ovvero le liste bloccate e il premio di maggioranza abnorme. Tutte cose che Renzi vuole conservare ad ogni costo.
E così però si allunga il naso pure a te. La CC ha segato la legge perchè il premio poteva andare anche a un partito che avesse preso il 10%, se altri dieci partiti avessero preso il 9%. L'italicum inttroduce un limite del 40%, sotto il quale si va al ballottaggio e questo supere le obiezioni della Corte , e le liste non sono bloccate , lo sono solo i capolista.
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