Voglio credere che la polemica di Bersani sulla legge elettorale sia più di un pretesto, come sostiene Renzi. Provo a riassumere in 1500 caratteri: c’era una volta una cosa chiamata democrazia parlamentare, che prevedeva grosso modo che il governo fosse espressione di una maggioranza di parlamentari, a loro volta espressione di una maggioranza di elettori. Poi arriva Matteo Renzi, con l’entusiasmo dei neofiti, e propone una nuova idea di democrazia che prevede che il governo sia l’espressione di Renzi, a prescindere da quanti voti prenda. I sondaggi dicevano 35%? Nella prima bozza il premio di maggioranza era a 35. Poi i sondaggi sono migliorati ed è salito a 37. Alle europee ha vinto col 40, e ci ha fatto questa grande concessione per cui ci governerà solo se mantiene il 40 (sennò si fa un tie-break col secondo arrivato, un Salvini o un Di Maio, ahah).
Non si nega che dal 35 al 40 ci sia un bel passo avanti, e però si continua a protrarre questo equivoco per cui la democrazia non sarebbe il governo della maggioranza, bensì di Renzi (e se qualcuno ottenesse un po’ di voti in più di lui, cavalcando il malcontento? Questo dev'essere inconcepibile per Matteo Renzi, che comunque en passant intende avocare a sé il controllo della RAI).
Tutto questo Bersani non lo accetta. Può darsi che covi rancore (sappiamo quanto sia umano, anche troppo) ma forse semplicemente è uno all'antica: questa cosa che nel 100 il 40 valga più del 60 non gli entra proprio in testa. Neanche a me, confesso.
Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi
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Posto che Renzi è una sciagura, e che potrebbe anche esser vero che le soglie per la vittoria per direttissima siano ricamate sul consenso del suo partito pupazzo (così come quelle di sbarramento sul consenso dei neocentristi di destra), la mancanza di cultura democratica e di rispetto per i suoi meccanismi e soprattutto principi non l'ha inventata certo lui, e non è certo sua personale prerogativa.
RispondiEliminaLa democrazia qui da noi è stata sostanzialmente abolita mediante democraticissimo referendum nei primi anni '90 (a parziale consolazione: altrove molto prima, e da altre parti non l'han mai avuta), passando poi per proposte di riforme istituzionali volte al rafforzamento dell'esecutivo (premierato forte, presidenzialismo e quant'altro), e persino dibatti circa quanto la democrazia sia sopravvalutata (come quello del 2011 del patentino gramelliniano, sostenuto briosamente, se ricordo bene, anche dal direttore del Post).
Fammi capire una cosa però : secondo te è meglio il proporzionale puro che ti obbliga a fare governi di larghe intese o è meglio il premio di maggioranza che dà una maggioranza chiara ogni 5 anni ?
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